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Sistema Informativo Territoriale della Provincia di Prato

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Elaborati di Progetto del PTC

Relazione Generale del Piano

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6. Le norme tecniche di attuazione (NTA)

In questo capitolo si esplicitano le relazioni consequenziali fra le linee progettuali del piano e le loro ricadute nel sistema normativo del PTC, articolando la trattazione secondo la struttura e la articolazione delle norme stesse indicata dalla Regione.
Le norme tecniche di attuazione costituiscono un sistema articolato di obiettivi, indirizzi, prescrizioni, criteri per la valutazione, organizzate in conformità con il PIT con specificazioni normative ulteriori connesse alla specificità del processo partecipativo attivato dl PTC di Prato (conferenze d'area e progetti integrati). Il corpo delle NTA traduce in termini normativi le scelte culturali e strategiche del piano, lo scenario territoriale di riferimento e le articolazioni dello scenario per i sistemi territoriali locali (vedi cap. 4).

L'articolazione del territorio provinciale: sistemi territoriali di programma, sistemi territoriali locali, sistemi territoriali funzionali e unità di paesaggio (Titolo II, capo I)

I sistemi territoriali di programma

Questi sistemi sono disciplinati dal PIT ( sono presenti nel territorio della Provincia la Toscana dell'Appennino e Toscana dell'Arno), rispetto a cui il PTC, riprende nel proprio corpo normativo le indicazioni del PIT (Titolo V, sezioni I e II).

I sistemi territoriali locali

La provincia di Prato coincide per il PIT con un sistema economico locale (SEL cui il PIT rimanda in prima applicazione (DCR n. 219 del 26,7,1999, allegato 7). Avvalendosi del comma 5 dell'art 6 del PIT, il PTC, sulla base delle analisi ambientali, territoriali, socioeconomiche e relative ai processi di territorializzazione di lunga durata contenute nel volume I "Quadro conoscitivo", ha articolato il territorio provinciale nei tre sottosistemi territoriali locali di cui sono enunciati gli scenari progettuali nel paragrafo 1.4.
Per ogni STL vengono ripresi i principali obiettivi del Capitolo 5, e specificati per le risorse "Città e insediamenti urbani", "territorio rurale", "infrastrutture per la Mobilità". Per ogni tipologia di risorsa, vengono definite le invarianti strutturali.
Per definire le invarianti strutturali il PTC ha attivato uno studio specifico(20) sulle diverse fasi di territorializzazione ( etrusca, romana medievale, medicea e lorenese, della prima industrializzazione pioniera, degli anni '50, del sistema insediativi della diffusione) per individuare (anche in forma di schemi grafici) le strutture territoriali di lunga durata e le figure territoriali risultanti dalla sintesi del processo di territorializzazione, per ciascuno dei tre sistemi territoriali locali (vedi vol. I, cap. 2.1.1). L'individuazione delle strutture di lunga durata ha consentito di individuare le regole di lunga durata relative alle loro trasformazioni e infine gli obiettivi prestazionali che debbono essere associati alle invarianti strutturali per la loro riproduzione e valorizzazione nell'ottica della sostenibilità (art 14 comma 4 del PIT). Le norme individuano pertanto specifici requisiti prestazionali ruoli e funzioni riferiti a strutture insediative urbane e rurali, paesaggi, infrastrutture, individuati come rilevanti per la valorizzazione delle risorse territoriali in forme durevoli.

I sistemi territoriali funzionali

I sistemi territoriali funzionali, coerentemente con la definizione e le funzioni ad essi attribuiti dal PIT, e data l'articolazione del territorio provinciale in tre STL, sono statiintrodotti per denotare e normare i principali sistemi di relazioni che devono essere attivati a livello provinciale (e in molti casi sovraprovinciale) per attuare le linee generali del piano e lo scenario territoriale di riferimento.
I sistemi territoriali funzionali sono organizzati per nodi(capisaldi) e reti (funzionali, territoriali, infrastrutturali) del cui funzionamento a sistema vengono individuati obiettivi e prescrizioni e riferimenti ad altri disposti normativi delle NTA.
L'individuazione di sistemi funzionali del PTC è avvenuta selezionando i problemiritenuti più rilevanti per il livello provinciale.

Il sistema territoriale funzionale "ambiente" (art. 11), è stato definito sia tenendo conto dei i ruoli rilevanti attribuiti alla Provincia in materia di governo e gestione delle risorseambientali, sia per dare valenza e specificazione normativa alla scelta del PTC di trattarein chiave ecosistemica l'intero territorio provinciale, attraverso il progetto di Scenario di rete ecologica provinciale(21) delineato nel cap. 4.3.
La strategicità di questo sistema funzionale è data inoltre dal fatto che i processi di urbanizzazione recente hanno creato una barriera continua fra i ricchi capisaldi del sistema ecologico della Val di Bisenzio e del Montalbano rispetto alla piana, e dunque diviene particolarmente importante indicare dal punto di vista progettuale, normativo e operativo la necessità (ecologica, ma anche fruitiva) di progettare reti (corridoi e fasce di collegamento ecologico) per restituire continuità e sinergie ai tre sistemi fra loro interclusi.

Il sistema territoriale funzionale "Patrimonio" (art.12)
L'importanza di questo sistema sta, nell'ambito del nuovo modello di sviluppo delineato nello scenario strategico del PTC che diversifica l'attuale sistema produttivo valorizzando la filiera agricoltura-ambiente, turismo cultura, nel promuovere un sistema di relazioni,di carattere sia funzionale che infrastrutturale, che integrino la fruizione del patrimonio culturale, turistico ed agroalimentare.
Questa fruizione integrata richiede un progetto funzionale specifico dal momento che attualmente gli elementi che compongono il sistema risultano frammentati, sconnessi e in molti casi marginali, sia a livello funzionale che territoriale.

Il sistema territoriale funzionale "tessile moda"(art13) è motivato dal ruolo (di scala globale) del distretto e dei suoi processi evolutivi, e dall'importanza determinante che nel PTC assume la riqualificazione del distretto rispetto a:

  • - l'ottimizzazione della mobilità delle merci e delle persone e dei problemi logistici;
  • - la riqualificazione urbana in funzione delle nuove funzioni terziarie del distretto;
  • - la qualità insediativa e ambientale degli insediamenti produttivi anche in relazione alla diversificazione del sistema produttivo provinciale che richiede sinergie e integrazione positiva fra sistema produttivo, territorio e ambiente.

Il sistema territoriale funzionale "mobilità"(art.14)
Questo sistema è stato introdotto per la rilevanza che assumono i problemiinfrastrutturali: sia per la razionalizzazione delle infrastrutture (su ferro e su gomma ) inrisposta alla domanda di mobilità pregressa, relativa allo sviluppo delle relazioni interne all'area metropolitana Firenze-Prato-Pistoia e alle rilevanti questioni logistiche del distretto tessile; sia in relazione alle linee progettuali del PTC che, nell'assumere la strategia di riequilibrio e valorizzazione produttiva e fruitiva dei sistemi collinari e montani richiede un progetto specifico di nuova infrastrutturazione del territorio provinciale, progettando nuove gerarchie e funzioni di nodi e reti, rapportate alle nuove funzioni attribuite ai singoli sistemi territoriali.

L'integrità dei luoghi (Capo II)

In questo capo il sistema normativo, attraverso indirizzi e prescrizioni intende proporre una azione di tutela attiva dei luoghi e dei loro caratteri patrimoniali che assume come condizione imprescindibile delle trasformazione la tutela dell'integrità del patrimonio ambientale e territoriale, tenendo conto del ruolo centrale che la sua messa in valore assume nel PTC (vedi atlante del patrimonio nel quadro conoscitivo); l'obiettivo generale della salvaguardia dell'integrità dei luoghi è declinato in:

  • - norme volte al tutela del territorio dalle pericolosità geomorfologiche, idrauliche e idrogeologiche; queste norme articolano il territorio per classi di pericolosità e per ciascuna di esse indicano azioni, indirizzi e prescrizioni atte a salvaguardare l'integrità del territorio;
  • - norme atte a garantire la riproducibilità delle risorse naturali (biodiversità, aria acqua, suolo); in queste norme il concetto di riproducibilità è trattato con misure volte a garantire il non superamento della carrying capacity dell'ambiente attraverso l'aumento della biodiversità e la ricostruzione di equilibri ecologici, la mitigazione degli inquinamenti, la tutelare del suolo, l' autoriproducibilità del ciclo dell'acqua.
  • - norme relative alla valorizzazione identitaria del territorio (centri antichi, documenti materiali della cultura, aree di interesse archeologico, viabilità storica). Il PTC, nell'affrontare la diversificazione socioeconomica dello scenario di sviluppo, assume come centrale la messa in valore degli elementi patrimoniali, riconoscendo nel territorio una complessità identitaria legata al processo storico di territorializzazione, che nelle diverse civilizzazioni sedimenta testimonianze materiali e geografie territoriali differenziate e complesse. Il riconoscimento dei valori territoriali persistenti è il primo elemento di un progetto di tutela attiva, che venga in altri termini a far parte integrante dei nuovi modelli di fruizione, abitare e produrre nel territorio della Provincia. A questo fine l'analisi delle fasi del processo di territorializzazione e del sistema insediativo e infrastrutturale di lunga durata, il repertorio e l'archivio dei centri antichi, dei documenti materiali della cultura, delle aree archeologiche (dall'archeologia etrusca fino a quella industriale), della viabilità storica e delle sue stratificazioni temporali, risultano molto dettagliati nel quadro conoscitivo del PTC e richiedono nelle norme un impegno di approfondimento ulteriore da parte dei comuni, non solo per la tutela, ma per la messa in valore secondo gli indirizzi del PTC stesso;
  • - norme relative all'integrità paesistica del territorio dove sono specificate le norme per le unità di paesaggio della Val di Bisenzio e Monteferrato, della Piana, del Montalbano).

Le unità di paesaggio (artt.30-33)

Il PTC per esplicitare e dare valore normativo alla sua valenza di "Piano Urbanistico-territoriale con specifica considerazione dei valori paesistici ai sensi della L 431 /85" (LR5/95 art 16 comma c1) e di conseguenza alla sua valenza di Piano paesistico, ha definito ulteriori ambiti di articolazioni del territorio provinciale denominati "Unità di paesaggio", che costituiscono articolazioni dei sistemi territoriali locali. Le perimetrazioni sono funzionali a definire ambiti territoriali caratterizzati da una specifica identità paesistica rispetto alla quale fornire norme sulle tematiche del paesaggio finalizzate al mantenimento e alla valorizzazione delle peculiarità dei luoghi o alla mitigazione degli elementi/azioni di degrado (PIT, art. 6 comma 2,).
Il termine "unità" è stato interpretato non come lettura della compresenza di elementi omogenei, bensì come sistema di relazioni, tra componenti naturali e antropiche, che connotano in modo 'unitario' uno specifico ambito territoriale, attribuendogli una identità peculiare; il fatto di riconoscere come qualificante l 'unità un sistema di relazioni (ancorché selezionandone alcuni elementi puntuali e relazionali determinanti) può comportare, alla scala di definizione del PTC, una relativa imprecisione dei confini, fornendo tuttavia un metodo chiaro per la loro verifica ad una scala di maggior dettaglio. La ricostruzione delle relazioni tra le diverse componenti analitiche e l'individuazione dei caratteri "dominanti" di sintesi è stata operata attraverso un procedimento sintetico di ponderazione dei diversi caratteri naturali e antropici considerati (morfologia, caratteri geologici, idrologia, classi di altimetria, classi di pendenza, esposizione dei versanti, clima, vegetazione prevalente, biocenosi, ecomosaici, tipologie di coltivazione agricola, articolazione e tipologia dell'insediamento storico, toponimi, urbanizzazione e destinazioni d'uso del suolo, tipologie degli attori locali e loro progettualità).
Questi caratteri sono concettualmente molto diversi fra loro e quindi difficilmente riconducibili ad un unico sistema di misura, rispetto alla percezione complessiva dei valori e dei problemi di ciascun ambito territoriale (esplicitando con ciò l'ambiguità del concetto di paesaggio, che allude insieme alla realtà e alla sua rappresentazione); tuttavia una lettura comparata consente di evidenziare le dominanti che strutturano l'identità specifica di ciascuna unità e le sue regole di mantenimento/trasformazione nel tempo; gli esiti di questo procedimento sintetico sono quindi oggetto di una verifica rispetto alle dinamiche (minacce e opportunità, interne ed esterne) che ciascun ambito evidenzia.
Non soltanto le specifiche caratteristiche del territorio pratese e della documentazione di base disponibile, ma anche l'importanza attribuita dal PTC agli elementi della territorializzazione antropica di lungo periodo, il richiamo ex L 431/86 ai valori culturali, la pratica di forte interazione sociale adottata per la redazione del Piano, hanno portato allo sviluppo di un metodo e a conseguenti risultati peculiari rispetto ai riferimenti citati(22).
Del progetto Bisenzio, i cui sistemi paesistico-ambientali sono solo parzialmente confrontabili con quelli elaborati dal PTC si è assunta (con minime modifiche) una unità di paesaggio -quella del fiume Bisenzio -per l 'elevato dettaglio del lavoro svolto su quest'ambito e per la formale sottoscrizione dei suoi esiti da parte di tutte le amministrazioni comunali interessate.
Per il Montalbano si è fatto riferimento, anche nelle schede che accompagnano le norme sul paesaggio agrario storico alla ricerca "I paesaggi dell'Identità Toscana" della Fondazione Parchi Monumentali Bandini e Peyron.

Il governo delle risorse

In questa parte del sistema normativo il PTC affronta il tema delle modalità di governo delle risorse territoriali. Avendo definito nei capi precedenti gli obiettivi e le invarianti strutturali delle articolazioni territoriali degli STL, gli obiettivi e le azioni normative per realizzare i principali sistemi funzionali, le azioni di tutela per il mantenimento dell'integrità dei luoghi, si tratta a questo punto di definire modalità più articolate e specifiche di trattamento prescrittivo delle singole risorse per la loro messa in valore secondo gli obiettivi individuati nei sistemi territoriali e funzionali, articolandone la trattazione, secondo la classificazione del PIT: territorio rurale, città e insediamenti urbani, infrastrutture.

Il governo della risorsa "territorio rurale" (Capo III)

In questo capitolo delle norme vengono specificate le azioni normative per realizzare gli obiettivi trattati negli STL, specificando le risorse agroambientali, articolando il territorio rurale in aree boscate, aree a esclusiva funzione agricola e area a prevalente funzione agricola. Questa articolazione e le rispettive norme riveste particolare importanza nella realizzazione dello scenario del PTC, dato il ruolo innovativo attribuito al territorio agroforestale nella complessificazione produttiva e nel riequilibrio territoriale e ambientale del territorio: in particolare nel salvaguardare le aree agricole della piana in relazione al progetto integrato di parco agricolo, nell'individuare precise funzioni alle diverse categorie di aree boscate nella Val di Bisenzio e nel Montalbano; nel governo della risorsa ad esclusiva funzione agricola nel delicato equilibrio fra produzione e paesaggio nella collina del Montalbano, nel governo della risorsa a esclusiva funzione agricola con valenza di rilancio produttivo, e con valenza di salvaguardia ambientale nella Val di Bisenzio.

Il governo della risorsa "città e insediamenti"(Capo IV)

Perseguendo gli obiettivi e le invarianti definite nei sistemi territoriali locali, questo capitolo di norme si propone prescrizioni puntuali per governare le diverse tipologie insediative: centri antichi, insediamenti prevalentemente residenziali, insediamenti misti, insediamenti produttivi. In particolare per questi ultimi (che sono oggetto di uno specifico sistema territoriale funzionale "tessile moda", data l'importanza urbanistica, storica, ambientale che rivestono) si prevede un'articolazione ulteriore che consente un trattamento diversificato e finalizzato a diversi obiettivi per:

  • - le aree forti della produzione, per le quali le prescrizioni indirizzano il governo della risorsa verso una maggiore efficienza del funzionamento, una forte qualificazione ambientale e della qualità "urbana", una razionalizzazione della mobilità delle merci e delle persone;
  • - la produzione diffusa in cui si prevedono forti misure di riqualificazione e di mitigazione ambientale dove è possibile e in altri casi misure di governo della sostituzione edilizia o della delocalizzazione con bonifica dei siti (e attivazione di meccanismi perequativi) dove le localizzazioni improprie impediscono progetti ambientali e paesistici di riqualificazione (ambiti golenali dell'Ombrone, aree rivierasche del Bisenzio);
  • - le aree della produzione mista per le quali si intende valorizzare il carattere della mixité storicamente determinata qualificando i tessuti urbani e incrementando i servizi avanzati;
  • - i capisaldi storici della produzione per i quali si propongono prescrizioni relative alla salvaguardia e valorizzazioni degli edifici e delle pertinenze territoriali o rafforzando le funzioni produttive o sostituendole con funzioni di utilità pubblica e sociale coerenti agli obiettivi strategici del piano.

Il governo della risorsa "la rete delle infrastrutture per la mobilità" (Capo V)

In questo capitolo si precisano le modalità di governo della risorsa che è già stata trattata nella definizioni delle funzioni della mobilità nel sistema funzionale "Mobilità". Queste prescrizioni organizzano l'apparato normativo sui tre livelli di progetto del sistema della mobilità definiti dal sistema funzionale: la rete sovralocale, la rete locale, i percorsi ciclopedonali ed escursionistici. Dal momento che nel PTC il progetto per la rete della mobilità è organizzato con progetti specifici, di rete e puntuali su ognuno dei tre livelli, le norme risultano riferite a questo livello di dettaglio del progetto.

I Piani provinciali di settore (Titolo III capo I)

In questo capo il PTC fornisce indicazioni metodologiche, obiettivi da raggiungere, modalità di gestione per l'elaborazione o la revisione dei singoli piani di settore. Questo capo delle norme è destinato ad assumere un'importanza crescente, in relazione alle nuove funzioni di coordinamento dei piani di settore della provincia che il Testo Unico di Governo del territorio in corso di definizione da parte della Regione, attribuisce al PTC. In questo capo sono indicate indicazioni normative dirette per il piano provinciale di gestione dei rifiuti, per il piano energetico provinciale, per il piano provinciale dei servizi di trasporto pubblico. Indicazioni normative rivolte ad altri piani provinciali (piano di sviluppo rurale, piani di gestione delle aree protette, piano della viabilità extraurbana) sono contenute nei diversi titoli delle NTA.

I progetti integrati (titolo III Capo II)

Questo capo precisa la natura e la funzione dei progetti integrati che sono stati individuati dal PTC come specifico strumento di realizzazione degli obiettivi strategici del Piano.
Ciascun progetto individuato è descritto con una specifica scheda (vedasi allegato 7 delle norme) che delinea:

  1. 1 . descrizione dell'ambito territoriale e del quadro strategico;
  2. 2 . obiettivi;
  3. 3 . ambiti funzionali ed economici interessati e grado di integrazione intersettoriale del progetto;
  4. 4 . attori coinvolti e coinvolgibili;
  5. 5 . linee di azione che realizzano il progetto: fattibilità economica, tecnica, sociale, istituzionale, finanziaria;
  6. 6 . lo stato di avanzamento;
  7. 7 . la carta delle opportunità.

Allegati alle norme

Gli allegati alle NTA costituiscono parte integrante del corpo normativo cui i singoli capi normativi rimandano per approfondimenti tecnici (schede tecniche, dati, procedure, conformità, ecc).
Gli allegati sono:

  1. Allegato 1 - Procedure e indirizzi per le attività di valutazione
  2. Allegato 2 - Documento di conformità al PIT
  3. Allegato 3 - Indirizzi e prescrizioni per le aree ad esclusiva o prevalente funzione agricola ( adempimento provinciale in relazione alla LR 64/95)
  4. Allegato 4 - Indicatori ambientali
  5. Allegato 5 - Schema di rete ecologica provinciale e linee d'azione per la sua attuazione
  6. Allegato 6 - Schede delle infrastrutture viarie
  7. Allegato 7 - Schede dei progetti integrati
  8. Allegato 8 - Azioni e prestazioni da soddisfare per la definizione delle aree produttive come "aree ecologicamente attrezzate"
  9. Allegato 9 - Catalogo della documentazione di piano
  10. Allegato 10 - Schede dei metadati

Note

20. Consulente Arch. Daniela Poli

21. il progetto di scenario di rete ecologica provinciale fondato su una analisi ecosistemica (ecomosaici) del territorio provinciale si è avvalso della consulenza del Prof. Sergio Malcevschi, Università di Pavia.

22. Come riferimento per questo lavoro sono stati prese in considerazione diverse esperienze precedenti: dal lavoro del Sestini(1963) sui tipi di paesaggio dell 'Italia centrale, a quello di Rossi, Merendi e Vinci(1994) sui sistemi di paesaggio della Toscana;dalle unità di paesaggio del Progetto Bisenzio (Pedrolli et al.1987-90), a quelle individuate per la prima conferenza di programmazione del PTC di Prato (1998), ai diversi metodi impiegati nei PTC delle altre Provincie toscane.

 
 

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