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Sistema Informativo Territoriale della Provincia di Prato

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Elaborati di Progetto del PTC

Relazione Generale del Piano

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5. Gli scenari territoriali per i tre sistemi territoriali locali

5.1 Le linee progettuali per il sistema territoriale locale Val di Bisenzio-Monteferrato

Il Sistema Territoriale Locale della Valle del Bisenzio e del Monteferrato comprende il territorio vallivo nel quale si snoda la SS 325 che collega Sasso Marconi a Firenze, comprendendo la Valle del Bisenzio, fino a Mercatale, e la valle del Fiumenta, che con una sezione molto stretta e ripida solca il territorio della provincia da San Quirico all'altipiano di Montepiano. Il STL comprende anche il territorio collinare di Montemurlo caratterizzato dalle valli incise dal Bagnolo, dall'Agna e dal Bardena. Il STL comprende i comuni di Vernio, Cantagallo,Vaiano e le parti collinari dei comuni di Montemurlo e di Prato.
Le relazioni di area vasta riguardano il Mugello, l'Appennino bolognese, la montagna pistoiese, e naturalmente l'area metropolitana di FI-PO-PT. Il STL nella sua conformazione orografica e nella sua struttura insediativa e antropica, è caratterizzato da una forte identità socioeconomica e territoriale che consente di prospettare uno scenario strategico di sviluppo locale relativamente autocentrato.

Rispetto al PIT il STL fa parte, ad eccezione delle aree collinari di Prato e Montemurlo, del Sistema Territoriale di Programma della Toscana dell'Appennino.

I capisaldi dello scenario territoriale

Lo scenario descritto nel documento tecnico programmatico del PTC (luglio 2001) individua alcuni assi di sviluppo strategici:

  • - la promozione di un "distretto rurale agroambientale" multifunzionale: agricoltura e allevamento di qualità, filiere agroalimentari, ruolo multifunzionale del bosco, agriturismo e turismo ambientale ed escursionistico, valorizzazione ambientale e paesistica. La promozione del distretto multifunzionale avvia il superamento di una visione monosettoriale dell'economia locale, organizzata storicamente sul decentramento nel fondovalle di funzioni legate al distretto tessile;
  • - la qualificazione ambientale e territoriale delle aree produttive e il riutilizzo delle aree produttive in dismissione in funzione della riqualificazione del sistema fluviale;
  • - la promozione di attività artigianali tipiche;
  • - il ripopolamento rurale, la dotazione di servizi e la valorizzazione economica delle aree collinari e montane;
  • - la valorizzazione delle aree protette e del sistema ambientale in generale come elemento portante della sostenibilità del territorio provinciale e come risorsa delle nuove economie agrituristiche;
  • - la riorganizzazione della rete infrastrutturale come risorsa per la rimessa in valore del sistema territoriale collinare e montano e del suo patrimonio ambientale, storico-paesistico e culturale, nonché dell'accessibilità di questo sistema da quelli contermini;
  • - la riqualificazione ambientale e fruitiva dei fondo valle (parco fluviale del Bisenzio, torrenti Agna, Bagnolo e Bardena);
  • - la promozione di servizi culturali, informativi e tecnici a supporto degli assi di sviluppo sopra indicati.

Questi assi strategici su cui si fondano l'economia futura e la qualità dell'abitare guidano le scelte operative di piano nel progetto di organizzazione del territorio e degli indirizzi normativi.

I punti di forza e di criticità

Sintetizzando il quadro delle risorse ambientali, territoriali e socioeconomiche emergenti dall'atlante del patrimonio si possono enucleare i seguenti elementi qualificanti:

  • - elevata qualità del sistema ambientale: i boschi della Val di Bisenzio e Monteferrato costituiscono la quasi totalità del patrimonio forestale provinciale (che copre circa il 58% del territorio provinciale); media-elevata biodiversità del sistema; grande ricchezza di risorse idriche e di zone di ricarica delle falde; presenza di numerosi elementi di alto valore ambientale e paesistico, su cui si fonda l'estesa superficie interessata dalle aree naturali protette;
  • - presenza, nell'area di Gabolana, di un insediamento produttivo legato al distretto tessile economicamente solido e qualificabile dal punto di vista urbanistico ed ambientale;
  • - potenzialità di produzione di energie rinnovabili (biomasse, energia eolica, micro-idraulica, ecc.);
  • - elevata diversificazione del sistema oro-idrografico e paesistico, articolato in sistemi vallivi, sistemi di crinale e controcrinale, paesaggi del sistema mezzadrile delle ville-fattoria e dei borghi rurali, paesaggi dell'economia agro-forestale di montagna e di "colle-monte", dei pascoli in quota;
  • - la ricchezza del sistema insediativo storico, articolato in: un complesso sistema di figure territoriali e paesistiche dotate di un fitto reticolo di centri urbani e rurali di fondovalle, mezzacosta e montagna; una notevole presenza di rocche, torri, castelli, pievi, mulini, ponti, case da signore, ville-fattoria, edilizia rurale di valore architettonico e di manufatti di archeologia industriale; un complesso sistema di manufatti storici di sistemazione dei terreni e regimazione idraulica (terrazzamenti, sistemi irrigui, briglie, ecc.);
  • - suoli agricoli storicamente vocati a colture di pregio (vite, olivo) e al pascolo-allevamento, e potenzialità qualitativa delle filiere dell'olio e del vino, della carne di qualità, della farina di castagne;
  • - la presenza di attori economici locali che investono nei settori dell'agricoltura e della zootecnia biologica, dell'agriturismo; che si dedicano al part-time agricolo; che avviano il processo di ripopolamento del territorio rurale;
  • - la forza dell'identità territoriale locale nella riorganizzazione dei processi di messa in valore del patrimonio rurale;
  • - le iniziative degli enti pubblici territoriali locali: GAL, progetti di formazione per agenti di sviluppo del territorio, laboratorio ANCI per lo sviluppo sostenibile promosso dai Comuni vallivi, dalla Comunità Montana e dalla Provincia di Prato; promozione di attività di servizio alle imprese agricole, promozione di progetti integrati di filiera, ecc.;
  • - la presenza di numerose associazioni e cooperative locali in campo culturale, formativo, commerciale, ambientale.

A fronte di queste potenziali risorse, gravano elementi di degrado provocato dal precedente modello insediativo centroperiferico:

  • - destrutturazione del sistema insediativo storico con processi di concentrazione residenziale e produttiva nei fondo valle e il relativo abbandono degli insediamenti di mezza costa;
  • - elementi di degrado paesistico e ambientale di molti tratti dei fondo-valle (occlusione delle aree di pertinenza dei corsi d'acqua con nuove lottizzazioni e manufatti industriali di bassa qualità edilizia e urbanistica);
  • - ristrutturazioni improprie dell'edilizia rurale; espansioni diffuse delle seconde case; modelli urbanistici decontestualizzati di espansione dei centri antichi principali e minori;
  • - congestione della connessione infrastrutturale di fondo valle del Bisenzio, e scarsa praticabilità delle alternative di mezzacosta e delle connessioni collinari e montane;
  • - permanenza di problemi di rischio idraulico nelle aree a valle;
  • - persistente marginalità delle economie agro-forestali in relazione all'estensione dei processi di abbandono del bosco e dei coltivi; scarse integrazioni funzionali delle filiere locali con le economie esterne;
  • - scarsa capacità di accoglienza turistica in relazione alla domanda potenziale;
  • - forte rarefazione dei servizi nelle aree collinari e montane;
  • - permanenza di una debole immagine di qualità nei circuiti turistici, enogastronomici e ambientali esterni.

Il consolidamento e la valorizzazione dei punti di forza e l'individuazione di politiche per la risoluzione dei punti di debolezza costituiscono gli aspetti operativi (progettuali e normativi) del piano.

La valorizzazione dell'ambiente e delle aree protette

L'ambiente costituisce per il STL "Val di Bisenzio e Monteferrato" una risorsa estremamente rilevante: non solo la copertura boschiva contribuisce in maniera rilevante a mitigare l'impatto ambientale dell'area metropolitana di Prato, ma più della metà della superficie territoriale complessiva corrisponde ad aree naturali protette (Siti di Interesse Comunitario, Riserve naturali, Aree Naturali Protette di Interesse Locale). Le aree protette corrispondono a luoghi di eccellenza per quanto riguarda serie geologiche e relative consociazioni botaniche (Monteferrato, Calvana, Alta Val Carigiola), e la qualità biologica e naturalistica (Acquerino-Cantagallo, Calvana, Monteferrato). Elementi di significativa e ormai rara qualità ambientale e paesistica sono tuttavia distribuiti con una certa frequenza anche negli ambiti contigui alle aree protette: le foreste di Montepiano; le serre dei faggi tra cui spiccano quelli del Monte Javello; le faggete abissali della valle dell'Agna; i castagneti da frutto ancora coltivati; le sorgenti e i corsi d'acqua montani; le numerose piante monumentali; e così via. Sono ad oggi istituite le ANPIL del Monteferrato e dell'Alta Val di Carigiola, la Riserva Naturale dell' Acquerino-Cantagallo, l'ANPIL dei Monti della Calvana. Il PTC inserisce le aree protette istituite o in corso di istituzione, considerate elementi centrali del sistema ambiente, in un progetto complessivo di ecosistema polivalente (a fini di biodiversità, paesaggio, tutela delle risorse naturali, qualità per gli abitanti antropici, ecc.), a supporto di uno sviluppo sostenibile del Sistema Territoriale Locale. Il progetto di rete ecologica specifica per l'STL i seguenti elementi per i quali vengono forniti indirizzi normativi tenendo conto delle compatibilità ammesse con funzioni produttive, turistiche, fruitive (vedi art.12 NTA):

  • - Ganglio dell'Acquerino Cantagallo
  • - aree di biodiversità primaria del Monteferrato (SIC del Monteferrato) e dei monti della Calvana
  • - matrici naturali interconnesse del sistema appenninico settentrionale (in generale, media collina e montagna a Nord dei due SIR):
  • - ambiti montani e collinari della ricostruzione ecosistemica polivalente (ambiti agro-pastorali, fasce di transizione verso le matrici esterne ad elevata naturalità e aree collinari prossime agli insediamenti)
  • - fasce di connettività ecologica dell'appennino settentrionale (connessioni del ganglio Acquerino-Cantagallo verso le aree naturali delle Provincie di Pistoia, Bologna e Firenze)
  • - corridoio del Bisenzio.

La valorizzazione degli elementi patrimoniali del territorio rurale

Il territorio dell' STL Val di Bisenzio dal punto di vista dell'uso del suolo è riconducibile -con l'eccezione dell'ambito urbano dei centri maggiori di fondovalle- ad una caratterizzazione prevalente od esclusiva di tipo agricolo o forestale (vedasi tav. di progetto P/07). Tale carattere di ruralità è confermato peraltro dalla quasi coincidenza dell' STL con l'ambito della Comunità Montana Val di Bisenzio con la sola esclusione di una fascia pedecollinare del comune di Montemurlo e della parte nord del Comune di Prato che eccedono il perimetro montano. L'economia agricola, con forte ritorno di giovani imprenditori, è prevalentemente incentrata sul recente recupero dell'olivicoltura nella parte più meridionale e in alta valle sulla castanicoltura che, malgrado le notevoli potenzialità, necessita di interventi strutturali per riaffermare la propria produzione. Anche la silvicoltura deve trovare, anche tramite alcune aziende che si presentano vitali, modalità nuove per valorizzare un vasto patrimonio che trova scarso apprezzamento solo in termini di legname da ardere. Forti, infine, le potenzialità dell'allevamento (razza Calvana, cinta senese, animali da cortile) anche in relazione alla rilevante presenza di prato-pascolo e seminativo.
Il sistema insediativo è caratterizzato da un maglia relativamente densa nella parte meridionale e nel fondovalle fino a Vernio e da un sistema a maglie larghe, prevalentemente impostato su centri di crinale, riferito alla parte settentrionale ed occidentale del sistema.
Costituisce il territorio rurale il sistema storico degli spazi aperti organizzati per la produzione prevalente del vino e dell'olio, e (in misura minore) per la frutticoltura e il seminativo; la notevole dotazione di aree boscate. Gli insediamenti rurali sono costituiti dalle ville-fattoria e i relativi sistemi di case coloniche, i borghi rurali, gli insediamenti residenziali in territorio rurale. L'intero territorio delle unità di paesaggio (tav. P06) dalla numero 1 alla numero 5, e dalla 7 alla 16, esclusi gli eventuali centri urbani così come precedentemente individuati, è classificato come territorio rurale. In considerazione del ruolo di presidio ambientale e paesistico svolto dall'attività agricola in queste aree, le aree agricole comprese in questo territorio sono individuate come aree ad esclusiva destinazione agricola.

Le linee dello scenario attribuiscono dunque estrema importanza alla messa in valore del patrimonio agroforestale, come base non solo del rilancio produttivo, ma anche per rafforzare il presidio antropico costituito dal sistema insediativo diffuso e policentrico del territorio rurale in stretta coerenza con le caratteristiche ed i tipi insediativi e paesistici storici; presidio essenziale per sviluppare il turismo ambientale, escursionistico, rurale. A questo fine le linee di scenario sono rivolte a:

  • - costituire e rafforzare la stretta correlazione e sinergia fra agricoltura e qualità paesistico/ambientale, anche attraverso la caratterizzazione multifunzionale delle attività rurali e la proposizione di regole ecologiche e paesistiche per le trasformazioni delle attività produttive in coerenza con la conservazione e valorizzazione fruitiva e turistica del paesaggio storico. In particolare, nei diversi piani e strumenti di programmazione di settore, saranno da supportare forme di agricoltura biologica e lotta integrata in grado di rivolgersi al mercato locale, anche attraverso politiche cooperative e di marchio incentrate su filiere e reti commerciali locali;
  • - rafforzare il carattere policentrico del sistema insediativo attraverso il recupero dei borghi e dei centri storici minori come presidi del territorio rurale;
  • - sviluppare le funzioni ed i servizi alla persona atti a consentire la permanenza abitativa nei centri minori del sistema locale e ad elevare la qualità della vita sia nei centri principali degli STL che negli insediamenti diffusi nel territorio. Questo anche facendo leva su specifici progetti incentrati sull'uso di tecnologie teleinformatiche e reti wireless;
  • - potenziare la rete del trasporto pubblico con particolare riferimento alla accessibilità dei centri minori ed in relazione al progetto di servizio metropolitano previsto per la linea Prato-Bologna. Migliorare ed adeguare al rete della viabilità secondaria e con gli STL limitrofi extraprovinciali;
  • - mantenere ed incentivare l'agricoltura di qualità secondo un modello produttivo integrato e multifunzionale in grado di consentire un reddito adeguato alla conduzione agricola. In particolare dovranno essere perseguite le massime sinergie fra attività agricola, turismo ambientale e didattico, escursionismo, commercio e vendita diretta di prodotti agro -zootecnici locali, turismo enogastronomico;
  • - potenziare i servizi all'impresa di tipo agro-ambientale ed i servizi formativi per l'innovazione in agricoltura. Sviluppare forme e centri di ricerca connessi allo sviluppo e al recupero delle tipicità e degli assetti colturali locali anche attraverso accordi con istituzioni universitarie;
  • - recuperare e sviluppare la dimensione dell'artigianato di servizio e tipico, in particolare dei mestieri tradizionali, anche a servizio delle attività agricole, del recupero ambientale e del turismo (fabbri, maniscalchi, scalpellini, muratori, maestri vetrai e del ferro battuto, muratori per opere a secco, etc..).

La valorizzazione del paesaggio

La promozione di un modello di sviluppo che integri il sistema rurale con il turismo richiede una forte attenzione alla valorizzazione della complessità delle figure di paesaggio: il PTC individua 15 unità di paesaggio che connotano la complessità e l'articolazione degli ambienti insediativi (vedasi le schede descrittive delle unità di paesaggio QC/14), per le quali si forniscono specifiche indicazioni normative (vedasi NTA art. 31 e la tav. di progetto P/06) , i cui titoli definiscono il carattere dominante dei paesaggi: le faggete della Limentra, l'alta Val Carigiola, la conca e gli alpeggi di Montepiano, gli insediamenti della linea gotica, la rete insediativa policentrica del feudo di Vernio, l'Acquerino-Cantagallo, il monte sacro delle fonti, il Monte Javello e i crinali boscati a settentrione, i villaggi dei castagni, l'ambito fluviale del Bisenzio, le terre di transito e di confine, la collina coltivata di Vaiano, i monti della Calvana, il sistema delle ville-fattoria di Montemurlo, il monte dei tre poggi: Ferrato, Mezzano, Piccoli; Figline e i suoi insediamenti rurali. Per valorizzare dal punto di vista paesistico un territorio prevalentemente naturalistico e rurale, in relazione alla sua multifunzionalità il PTC indirizza le azioni progettuali e normative verso:

  • - la valorizzazione dei caratteri tradizionali del paesaggio agricolo-forestale collinare e montano: coltivi ad olivo e seminativo su terrazzamenti a secco e ciglioni con relativi sistemi di scolo delle acque e manufatti di collegamento; complessità e alternanza delle trame agrarie e delle aree boscate; prati-pascoli alle quote più elevate e nei crinali, castagneti da frutto in prossimità degli insediamenti di alta collina e montagna aree umide lungo i corsi d'acqua; sistemi coloniche-poderi-collegamenti con la villa fattoria; sistemi insediativi di mezza costa articolati in villaggi borghi, case da signore e edifici rurali sparsi; questi sistemi costituiscono elementi fondamentali per dare valore aggiunto alla produzione agroalimentare di qualità e al turismo ambientale, culturale ed enogastronomico;
  • - la valorizzazione paesistica del sistema fluviale del Bisenzio;
  • - la valorizzazione paesistica dei fondo valle minori (torrenti Limentra Carigiola, Setta) e dei loro manufatti storici;
  • - il mantenimento della continuità fruitiva del paesaggio agricolo, da tutelare rispetto all'inserimento di recinzioni e sistemazioni improprie degli spazi di pertinenza delle abitazioni in territorio rurale;
  • - il recupero prioritario del patrimonio edilizio esistente a fini residenziali, senza con ciò alterare i caratteri tipologici e le finiture esterne degli edifici, le sistemazioni esterne e delle pertinenze (pavimentazioni, materiali, colori, illuminazione, recinzioni, muri, essenze vegetali, alberature, ecc.), le reti dei percorsi interpoderali, ecc.;
  • - la promozione di una regolamentazione e gestione unitaria delle aree boscate, in riferimento agli interventi di tutela e incremento della biodiversità, alla gestione dei tagli, alla prevenzione antincendio, alle possibilità di fruizione (a fini turistico-escursionistici, di caccia, di raccolta dei prodotti spontanei);
  • - trattare l'insieme degli insediamenti rurali come risorsa primaria per soddisfare il fabbisogno edilizio; gli interventi sull'esistente, nonché le eventuali integrazioni o addizioni, dovranno essere disciplinate prevedendo collocazioni morfologiche, tipologie, tecniche e materiali in grado di garantire il minimo impatto paesistico e ambientale.

La riqualificazione reticolare del sistema insediativo

Il STL si struttura su di un sistema insediativo complesso dovuto alla particolare evoluzione geopolitica dell'area, di frontiera fra diversi sistemi territoriali; evoluzione i cui esiti sono ancora oggi leggibili nella relativa frammentazione, ubicazione ed articolazione degli insediamenti (quasi sempre strategica nei confronti del territorio circostante) e nelle loro specificità.
Il sistema si articola su diverse figure insediative: il ventaglio asimmetrico dei centri collinari di Vernio, il sistema reticolare della media valle, il sistema lineare aperto ad imbuto sulla pianura confluente con Prato.
Il progetto propone la valorizzazione del sistema insediativo nelle sue peculiarità storiche, ponendo particolare attenzione alla valorizzazione del sistema dei centri collinari; rafforzando il sistema "policentrico" storico connesso a rete fra fondovalle, mezza costa e sistema montano e la rete della viabilità storica; mantenendo le relazioni storiche fra tipologie degli insediamenti e i caratteri ambientali (morfologia del terreno, dei bacini idrografici, trame agrarie e boschive storiche) per le trasformazioni edilizie del patrimonio e per le espansioni previste; definendo la qualità paesistica dei confini e dei margini dell'edificato rispetto al territorio rurale; proponendo sistemi di norme volte a valorizzare i centri antichi; a definire la qualità edilizia e urbanistica delle espansioni previste, con tipologie coerenti con il contesto urbano storico e con le caratteristiche paesistiche; a favorire l'agriturismo e il turismo rurale privilegiando il riuso degli edifici urbani, dei piccoli centri e rurali; a rafforzare e diffondere la rete commerciale minore e i presidi dei servizi di prima necessità nei centri minori.
Il progetto in relazione agli obiettivi generali propone diversi obiettivi per le diverse tipologie di centri (vedasi lo schema allegato alla relazione, cit.):

  • - per i centri principali di fondovalle (Vaiano; Mercatale-San Quirico (ubicati nel fondovalle del Bisenzio), e Montemurlo (posto sulla linea di demarcazione tra la pianura di Prato e le colline delle ville-fattoria) si propone la qualificazione come nodi di servizio alla rete territoriale policentrica collinare e montana;
  • - per i caposaldi del sistema insediativo urbano e rurale ( Figline; La Briglia; Carmignanello; Sant'Ippolito; Cavarzano; Migliana; Luicciana; Fossato; Sofignano-Le fornaci) si prevede il potenziamento della rete dei servizi primari e servizi connessi alla rete dei centri diffusi e alla qualificazione della rete turistica;
  • - per i nuclei urbani e rurali strutturanti la rete insediativa diffusa ( Popigliano, Meretto, l'Isola, Fabio, Parmigno, Savignano, Montecuccoli, Schignano, Gavigno, Costoze, Usella, Gricigliana, Terrigoli, Risubbiani, Gagnaia, Luciana, Sasseta, La Villa, Cantagallo si prevede il miglioramento della rete di accessibilità per l'inserimento nella rete fruitiva, e lo sviluppo delle funzioni di servizio al territorio rurale;
  • - per i centri specialistici (Gabolana, La Tignamica, Carmignanello, Montepiano) si prevede per i poli produttivi la qualificazione come aree ecologicamente attrezzate; per Montepiano la riqualificazione come polo turistico;
  • - per gli insediamenti produttivi di fondo valle ed in area impropria, che costituiscono il principale elemento di contraddizione rispetto al progetto di riqualificazione fruitiva del sistema fluviale è necessario avviare un processo di riqualificazione e/o delocalizzazione che porti nel tempo (anche con strumenti perequativi) da una parte alla concentrazione delle attività in aree ecologicamente attrezzate, dall'altra a rimodellare la riviera fluviale secondo le esigenze di attuazione del parco fluviale (pista ciclabile, fasce di pertinenza, riqualificazione ambientale, servizi, riqualificazione dei fronti urbani rivieraschi, accessi al fiume, ecc.) favorendo il recupero di spazi aperti; a breve, andranno applicati comunque interventi di mitigazione degli impatti ambientali quali l'aumento delle capacità di ritenzione delle acque e mitigazione dell'impatto visivo e climatico: de-impermeabilizzazione degli spazi di pertinenza, tetti piantumati a verde, realizzazione di vasche di contenimento, schermature ambientali, piantumazione dei fronti esterni.

La rete infrastrutturale per la fruizione del patrimonio

Il progetto del PTC, per mettere in valore nella nuova filiera agrituristica il sistema territoriale individua i seguenti ambiti di azione:

  • - razionalizzazione e completamento del sistema infrastrutturale di area vasta, per connettere la Val di Bisenzio con la piana a sud e con i servizi nazionali e regionali a nord, nord - est, aumentando l'accessibilità e riducendo la congestione sulla statale 325; a questa riduzione concorre anche il "declassamento" della ferrovia con le nuove stazioni di Carmignanello, Briglia, S. Lucia. Le stazioni diventano nodi importanti di scambio intermodale fra il sistema di fondovalle e i percorsi fruitivi collinari e montani;
  • - valorizzazione e promozione delle risorse ambientali, culturali, turistiche della valle e di tutta l'area appenninica provinciale, attraverso la creazione di una rete articolata a sua volta in diverse modalità di fruizione tra loro integrate. Per questa valorizzazione si propone l'adeguamento prestazionale di alcune strade esistenti e il mantenimento e il completamento della rete storica, utilizzabile in varie modalità, oltre quella carrabile, differenziando i circuiti in sentieri, percorsi trekking, ippovie, piste ciclabili o itinerari mountain bike.

Occorre pertanto adeguare le prestazioni della rete del sistema di connessione interna degli insediamenti urbani e rurali di tipo reticolare e policentrico alle nuove funzioni e ai tre circuiti fruitivi previsti senza modificarne la struttura di lunga durata; valorizzare il reticolo carrabile diffuso e policentrico anche con finalità di decongestione dell'asse di fondovalle; la qualificazione dei nodi di interscambio ( fra stazioni ferroviarie e del trasporto pubblico su gomma, il reticolo carrabile, la sentieristica, le piste ciclabili, le ippovie, ecc.).

Il progetto si articola su tre tipologie di reti:

  • - la prima (connessioni di area vasta) si sviluppa nelle due direzioni, la più importante nord-sud, lungo la valle del fiume Bisenzio, che comprende:
    • - la SS 325 che richiede un adeguamento puntuale delle caratteristiche geometrico-funzionali specie nei punti di maggiore pericolosità, coerentemente agli impegni già presi dalla Provincia di Prato e una serie di interventi quali gallerie, bretelle, circonvallazioni, anch'esse in parte progetto;
    • - la linea ferroviaria che, acquisirà nuove funzioni di nodo di interscambio, non solo nella tratta interna alla valle sgravando la congestione della statale, ma anche nella tratta Firenze-Prato, connettendosi alla ridefinizione della ferrovia Fi-Po-PT come servizio metropolitano;
    • - la proposta di un nuovo casello di Prato sud, all'incrocio fra la A11 e la tangenziale di Prato, che articola e agevola l'accessibilità alla Val di Bisenzio;
    • - la direttrice verso est, nord-est che, pur appartenendo alla tipologia che segue, consente il superamento dei monti della Calvana e l'accesso alla valle del Mugello e alla rete autostradale A1 (Pian del Voglio o Barberino) riducendo la dipendenza da Prato;
    • - per questa rete di primo livello si dovrà garantire l'accessibilità al sistema storico longitudinale e trasversale al sistema: (Prato, Montale-Pistoia, Mugello, Appennino emiliano, Bologna) per le nuove funzioni culturali, ricettive, escursionistiche.
  • - la seconda rete che ha l'obiettivo specifico di infrastrutturare il sistema territoriale collinare e montano di progetto, è costituita dalla viabilità carrabile, al servizio e per il potenziamento degli insediamenti esistenti; questa viabilità è da adeguare, completare ed integrare per piccoli tratti per realizzare la continuità dei percorsi nord-sud di mezzacosta e realizzare specifici circuiti fra fondovalle, mezzacosta e sistemi montani. In particolare il progetto prevede il potenziamento dell'asse di mezza costa Prato, Figline, Schignano, Migliana, Luicciana, La Villa, Mercatale, e una variante per il superamento del centro di Figline e dei tornanti. Il potenziamento e la ristrutturazione dei tracciati esistenti dovranno tenere conto, oltre che dei naturali andamenti morfologici del terreno, anche delle diverse tipologie delle diverse aree attraversate, quali i centri abitati, i parchi e le riserve naturali, i sistemi idraulici montani, l'organizzazione delle colture agrarie e dei territori rurali, i carattere delle diverse unità paesaggio. La rete connette i poli urbani di fondovalle, le stazioni ferroviarie, e le reti di trasporto pubblico riqualificate e intensificate, ai centri e ai nuclei di diverso interesse; connette questi ultimi ai poli della rete diffusa dell'ospitalità, ai centri turistici e agrituristici, ai siti di interesse culturale, storico e naturalistico.
  • - la terza rete è costituita da percorsi, che incrociando anche quelli carrabili, utilizzano modalità alternative alla macchina, quali sentieri, piste ciclabili e ippovie, che realizzano itinerari complessi di fruizione del patrimonio ambientale, culturale e storico della Val di Bisenzio e del Monteferrato.

Andrà infine organizzata l'intermodalità attraverso la qualificazione di "Porte di accesso" al STL:

  • - nei centri di fondovalle corrispondenti alle fermate del servizio ferroviario: La Briglia, Vaiano, Carmignanello, Vernio;
  • - nei centri, collocati nel STL della piana, di Figline e Montemurlo;
  • - la "porta metropolitana" di acceso agli itinerari della Calvana e del Parco fluviale del Bisenzio (con agli estremi la Meucci di Vernio e dall'altra gli scavi archeologici di Gonfienti), costituita dalla nuova stazione della Macine con il recupero della Cementizia Marchino.

Da queste porte si sviluppano i percorsi che conducono ai centri di interesse primario e che originano i principali circuiti fruitivi:

  • - verso i due versanti della Val di Bisenzio, con peso e caratteristiche diverse, fino ai poli di interesse primario, quali ad esempio Montepiano, che assume nel sistema un ruolo turistico particolare, rivolto agli itinerari dell'alto Appennino superando i confini provinciali e regionali, Cavarzano e S. Ippolito;
  • - in riva destra verso Luicciana, Cantagallo e Fossato, luoghi lungo i quali organizzare itinerari complessi di interesse naturalistico fino alla riserva naturale dell'Aquerino Cantagallo; un ruolo intermedio assumono i centri di Schignano e di Migliana, rivolti anche verso il Monteferrato attraverso Iavello, fino a Tobbiana di Pistoia;
  • - in riva sinistra: Montecuccoli, Sofignano, Savignano e gli altri piccoli centri, che riprendono gli itinerari storici di collegamento alla Val di Marina e al Mugello.

Un preciso ruolo di cerniera dovrà essere assunto dai centri della "Piana", con le loro dotazioni di servizi (Figline, il Centro di Scienze Naturali di Galceti, il centro di ospitalità di Villa Fiorelli, il centro convegnistico della villa del Barone, il centro storico di Bagnolo, la Rocca di Montemurlo) verso il crinale del Monteferrato, l'area protetta e le località interne della valle e che soprattutto da Montemurlo si riconnettono a Iavello, alla riserva dell'Acquerino Cantagallo, alla valle del Limentra e ai centri dell'Appennino pistoiese.

Il progetto integrato "Bisenzio Agricoltura Sostenibile" (Bi.A.S.)

Valorizzazione produttiva, ambientale, agrituristica e turistica del territorio rurale della media Val di Bisenzio

Il progetto è nato come concreto esempio di cooperazione fra PTC, amministratori locali, operatori pubblici e provati interessati. Esso riguarda la media Val di Bisenzio (il Comune di Vaiano è il promotore), ma si pone come primo nucleo pilota per un progetto di sviluppo locale sostenibile dell'intero sistema vallivo. Nel quadro della promozione di un "Distretto rurale", esso persegue i seguenti obiettivi:

  • - valorizzazione delle risorse agroambientali e dei saperi contestuali della Val di Bisenzio e messa in rete degli attori locali impegnati nel settore agroalimentare e dei loro progetti;
  • - sviluppo e recupero di produzioni agricole di qualità e tipiche e produzione di esternalità ambientali positive ( beni "pubblici" extramercato);
  • - diversificazione produttiva del sistema territoriale della Val di Bisenzio e rafforzamento del suo sistema economico;
  • - rafforzamento della capacità progettuale locale e della coesione sociale della valle;
  • - creazione di reti e filiere nel settore agroalimentare olio, vino, prodotti della castagna, allevamento, ecc) in grado di captare localmente il valore aggiunto della produzione e di attivare reti distributive sui mercati locali, in primo luogo di Prato;
  • - costituzione del primo nucleo di un Piano Integrato di Sviluppo Locale riferito alla Val di Bisenzio attivando un'agenzia di sviluppo.

Rispetto a questi obiettivi il progetto si è sviluppato attraverso una forma "pattizia" che prevede da un lato il riconoscimento ed incentivi agli operatori agricoli, da parte degli enti pubblici contraenti, per la produzione di beni e servizi pubblici extra mercato; dall'altro il rispetto di specifiche regole di produzione e commercializzazione da parte degli operatori stessi.
Il progetto attraverso il recupero dell'ex vivaio forestale (Villanova) prevede di realizzare la produzione/commercializzazione di cultivar biologiche e tipiche dell'area nonché la fornitura di servizi sia commerciali ( consulenza) che didattici rivolti alle scuole e connessi anche alle qualità ambientali del territorio.
Gli attori pubblici, che hanno già siglato un protocollo d'intesa per la promozione e la realizzazione del progetto, sono: Comuni di Vaiano (promotore), Vernio e Cantagallo Comunità Montana, Provincia di Prato, CCIA e Università. Fra i privati alcune importanti aziende agricole dell'area che già praticano agricoltura biologica e allevamenti tipici (razza Calvana, cinta senese). Partecipa anche il Consorzio del Frantoio della Val di Bisenzio.

Il progetto integrato "Riduzione del rischio idraulico"

Il progetto consiste nel contenere circa 10/15 milioni di mc. a monte dello sbocco a valle del Bisenzio nelle ondate di piena. Scartate le soluzioni di una grande diga e di casse di espansione di impossibile realizzazione, il progetto propone azioni "leggere" e integrate per diminuire il deflusso efficace e nel contempo mantenere le portate di minima. Le azioni dovrebbero rendere coerenti i seguenti obiettivi:

  • - assolvere alla funzione di contenimento previste dall'Autorità di bacino per la mitigazione del rischio idraulico a valle;
  • - garantire nei mesi estivi le portate di deflusso minime, tenendo conto delle necessità relative alla fruizione del parco fluviale del Bisenzio (Prato-Vernio) promosso dal PTC (archeo-naturalistico-fruitivo);
  • - assicurare la protezione e recupero dei biotopi locali dei corridoi ecologici e delle condizioni di naturalità; il miglioramento dei processi autodepurativi;
  • - favorire in tutto il bacino il rilancio delle attività agricole, agrituristiche e di turismo ambientale
  • - garantire la valenza paesistica delle opere.

Rispetto a questo complesso di obiettivi le azioni dovrebbero insistere sui seguenti settori riferendole all'intero bacino idrografico:

  • - pratiche agricole, agrituristiche e tecniche colturali che prevedano opere di regimazione idraulica diffusa, di conservazione del suolo e di contenimento dell'erosione e del dissesto dei versanti;
  • - manutenzione del bosco in relazione ai progetti di riattivazione produttiva (castagneti, manutenzione del sottobosco con finalità fruitive e energetiche, sentieristica, ecc);
  • - manutenzione e controllo del reticolo idrico minore, con interventi diffusi di ingegneria naturalistica;
  • - liberazione di fasce fluviali lungo l'asta del Bisenzio in relazione al progetto di parco fluviale con possibile recupero di aree golenali per ecosistemi filtro, zone umide multifunzionali;
  • - studio e revisione del bilancio idrico (prelievi, ricarica delle falde; realizzazione di invasi, dimensionalmente contenuti, a carattere multifunzionale: irriguo, paesistico-fruitivo, contenimento delle piene, antincendio, garanzia dei deflussi di minima);
  • - regole e tecniche urbanistiche e di progettazione dell'edificato volte ad aumentare la permeabilità dei suoli e ad aumentare le capacità di invaso.

Il progetto dovrebbe avviarsi attraverso una sperimentazione in un bacino pilota compreso fra i comuni di Vaiano e Vernio, dove il bacino idrografico presenta la maggiore complessità e dove gli attori pubblici e privati sono già impegnati nel progetto di agricoltura sostenibile.
Il Progetto è stato concordato dal PTC con l'Autorità di Bacino dell'Arno, i Comuni della Val di Bisenzio, la Comunità Montana, l'Assessorato all'Ambiente della Regione Toscana.

Il progetto integrato "Parco fluviale del Bisenzio"

Nel quadro dello scenario strategico delineato per la Val di Bisenzio diviene essenziale il recupero ambientale, fruitivo e paesistico della riviera fluviale, quale sistema connettore della rete turistica collinare e montana e quale elemento fondante dell'elevamento della qualità abitativa del fondovalle. La rimessa in valore del sistema collinare e montano anche nella sua valenza turistica senza possibilità di fruizione del fondovalle rappresenta una contraddizione insanabile. Le condizioni urbanistico-ambientali sono notevolmente compromesse; tuttavia alcuni elementi di cambiamento consentono di fondare il progetto su ipotesi di concretezza, anche se graduate sul medio e lungo periodo.
Le dinamiche di ristrutturazione del distretto tessile stanno conducendo ad una riduzione significativa e tendenziale della presenza industriale nell'area adiacente all'asta fluviale del Bisenzio con la presenza di rilevanti processi di dismissione. A ciò si accompagna un rinnovato interesse delle amministrazioni, degli attori economici e della società locale verso il recupero qualitativo del fondovalle e dell'ambiente vallivo in genere attraverso la valorizzazione turistica, delle produzioni agroalimentari tipiche e del turismo ambientale. L'avvio del parco fluviale nelle sue testate (il recupero dell'area di pertinenza della ex Meucci a Vernio, la realizzazione del parco fluviale nel comune di Prato con l'avvio della pista ciclabile) testimonia di una volontà, espressa da tutti gli amministratori nelle Conferenze d'area, di attuare il progetto di parco fluviale.
Il progetto individua alcune azioni integrate che riguardano in modo sinergico:

  • - il turismo e l'artigianato;
  • - i servizi turistici e alla persona;
  • - i servizi e le attività culturali;
  • - le infrastrutture e la mobilità;
  • - l'urbanistica dei centri rivieraschi;
  • - l'ambiente e il paesaggio.

Queste azioni multisettoriali convergono, nel progetto, al recupero fruitivo, ambientale, paesistico, socieeconomico e culturale dell'area perifluviale dell'asta del Bisenzio. Gli obiettivi fanno particolare riferimento a:

  • - recupero fruitivo dell'asta fluviale attraverso la realizzazione di maggiore "permeabilità" attraverso gli insediamenti densi esistenti;
  • - liberazione nel tempo (con la regolazione dei processi di dismissione e adeguati meccanismi perequativi per la delocalizzazione) di una fascia di pertinenza fluviale adeguata alla realizzazione della continuità del percorso fruitivo e alla qualificazione dei nodi di interscambio con i sistemi collinari;
  • - recupero e riqualificazione urbanistica e paesistica dei principali affacci urbani sul fiume;
  • - fruibilità indiretta dell'asta fluviale attraverso il completamento del progetto di pista ciclabile da Prato fino alla ex Meucci di Vernio;
  • - articolazione di un percorso di lungo fiume volto alla messa in valore dei principali opifici storici anche attraverso la loro eventuale rifunzionalizzazione di tipo culturale, turistico, commerciale e per servizi;
  • - costituzione di nodi di connessione fruitiva fra l'asta fluviale e le principali polarità del patrimonio storico artistico ed ambientale della valle.

Concorrono a creare le precondizioni ambientali del progetto una serie di obiettivi quali:

  • - misure atte a garantire garanzia del deflusso minimo vitale;
  • - rimodulazione dei prelievi idrici in considerazione delle esigenze locali;
  • - trasformazione delle aree produttive esistenti, localizzate in siti idonei, in "aree ecologicamente attrezzate";
  • - adozione di misure di micro-laminazione delle acque e di ri-permeabilizzazione delle superfici;
  • - promozione di interventi di de-frammentazione e di nuovi punti d'appoggio (stepping stones); ri-permeabilizzazione di superfici impermeabili esistenti (piazzali, parcheggi ecc.); politiche ed eventuali incentivi per la realizzazione di tetti verdi (con funzioni di microlaminazione delle acque meteoriche e di miglioramento microclimatico) su nuovi edifici e su edifici esistenti; realizzazione di ecosistemi-filtro (impianti di fitodepurazione, fasce buffer perifluviali) con valenze di aumento della biodiversità, della salvaguardia idraulica, delle opportunità fruitive; realizzazione di bacini di prima pioggia, anche di piccole dimensioni, con criteri progettuali polivalenti; risezionamenti di alveo al fine di migliorare le condizioni idrauliche e di autodepurazione; interventi di rinaturazione diffusa.

Più in generale, le norme tecniche relative alla città e agli insediamenti, al sistema territoriale funzionale "Ambiente", all'unità di paesaggio "ambito fluviale del Bisenzio", concorrono a precisare gli obiettivi e le azioni per la realizzazione integrata del parco.

Il progetto integrato "nodo turistico interprovinciale di Montepiano"

Il progetto si propone di recuperare e riqualificare il ruolo di Montepiano come polo turistico, in relazione alla sua posizione di cerniera fra la Val di Bisenzio, il Mugello (e il recente sviluppo turistico del lago di Bilancino) e le zone montane dei versanti pistoiese e Bolognese. In particolare gli obiettivi dovrebbero orientarsi prioritariamente a:

  • - sviluppare un centro turistico e di servizi per il turismo, di tipo multifunzionale, che costituisca il polo principale di una rete più diffusa -anche di livello sovraprovinciale- sull'insieme del territorio aperto;
  • - favorire il recupero delle principali strutture ricettive esistenti;
  • - favorire la creazione di servizi turisti innovativi adeguati ad una pluralità di tipologie di utenza in maniera tale da estendere, per quanto possibile, la fruizione lungo tutto l'arco dell'anno (turismo giovanile, fitness, turismo ittico-venatorio, turismo estivo, campeggi, escursionismo, etc.);
  • - migliorare le connessioni ed i collegamenti da e per Montepiano dal resto della alta Val di Bisenzio;
  • - promuovere l'immagine dell'alta valle in stretta connessione con la polarità di Montepiano e sviluppare al massimo le complementarità possibili (p.e. con la convegnistica nella ex Meucci).

Il carattere integrato del progetto è dato dal concorso sinergico di diversi ambiti settoriali: turismo rurale, ambientale, enogastronomico, escursionistico; servizi culturali e convegnistica; commercializzazione delle produzioni biologiche e tipiche dell'alta valle; attività ittico-venatorie; turismo giovanile, servizi per il loisir e per la ristorazione.

5.2 Le linee progettuali per il sistema territoriale della Piana

Il PTC individua per la Piana pratese un STL, riconoscendo nell'ambito del territorio provinciale un insieme di peculiarità e omogeneità locali che possono assurgere a "sistema": il sistema urbano di Prato e Montemurlo, la fascia agricola periurbana che si estende oltre la conoide del Bisenzio fino all'Ombrone da sud-est a nord-ovest dai confini della Provincia di Firenze (comuni di Campi Bisenzio e Signa) fino al confine con la Provincia di Pistoia; il nucleo consolidato del sistema pratese che include i principali servizi di livello territoriale e gli assi infrastrutturali sovralocali. All'interno del sistema si colloca la maggior consistenza del comparto manifatturiero tessile, articolato in diverse realtà territoriali e tipi insediativi. A nord il sistema termina ai confini dell'area protetta del Monteferrato, ai confini dell'area urbana di Prato (S. Lucia) e ai confini dell'area protetta della Calvana. A sud, comprendendo il sistema fluviale dell'Ombrone e l'area protetta Cascine di Tavola-Villa Ambra e relativo Barchetto, confina con la via Pistoiese. Fanno parte dell'STL le parti pianeggianti dei comuni di Prato e Montemurlo, e le aree che si affacciano sull'Ombrone verso la piana di Prato di Carmignano e Poggio.

Rispetto al PIT, il STL della Piana fa parte del Sistema territoriale di programma della Toscana dell'Arno.

I capisaldi dello scenario territoriale

Le linee progettuali, tengono conto della forte presenza dell'area urbana di Prato e dei suoi strumenti urbanistici, che condizionano fortemente l'intero sistema, e dei quali il PTC fa proprie alcune linee fondamentali, inquadrandole nel disegno territoriale del STL. Le linee principali sono:

  • - la riconnessione ecologica e funzionale del STL a nord con il STL Val di Bisenzio e Monteferrato, e sud con il STL Montalbano; attrezzando la percorribilità nord-sud del sistema provinciale;
  • - la riqualificazione del sistema insediativo valorizzando la struttura policentrica e l'identità delle frazioni, paesi e quartieri, rafforzandone le centralità urbanistiche e funzionali, riqualificando gli spazi aperti interclusi e le preesistenze agricole, promuovendo cinture verdi per la riqualificazione dei margini urbani;
  • - la ridefinizione del ruolo della città storica di Prato in relazione alle nuove funzioni di servizio per i tre STL e i sistemi economici progettati (cultura, commercio, servizi alla persona);
  • - la riqualificazione ambientale, urbanistica, paesistica dei principali insediamenti produttivi e la delocalizzazione degli insediamenti in aree improprie; la promozione del riuso delle aree produttive dimesse; in particolare la riqualificazione di porzioni della "città fabbrica" in relazione alle nuove funzioni terziarie del sistema produttivo;
  • - la razionalizzazione del sistema di mobilità legato al sistema produttivo e alle connessioni di area vasta; la promozione delle nuove funzioni del servizio ferroviario metropolitano; la riqualificazione del tessuto della viabilità storica minuta per connettere l'area urbanizzata con gli spazi aperti e progettare itinerari per la fruizione;
  • - la riqualificazione delle aree agricole residuali, impedendo l'avanzata dell'urbanizzazione verso sud, attribuendo a queste aree carattere di multifunzionalità, attraverso: l'elevamento della qualità della produzione food e no-food, il ruolo di presidio ambientale degli spazi aperti, l'elevamento della qualità dell'abitare dell'area metropolitana).

Punti di forza e di criticità

La Piana di Prato costituisce nel suo insieme una straordinaria concentrazione di attività antropiche, in primo luogo di produzione industriale ed artigianale ma anche residenziali e di servizio. Questa concentrazione ha prodotto nel recente passato e continua a produrre ricchezza economica, ma anche pressioni ambientali per ciò che concerne il rapporto tra superficie urbanizzata e spazi aperti, i livelli di inquinamento da traffico, l'abbassamento e l'inquinamento della falda acquifera, la carenza o assenza d'acqua nei corpi idrici superficiali (si rimanda per la descrizione delle criticità al cap. 4.2).
A fronte di questa situazione di criticità urbanistica, ecologica e paesistica, in primo luogo le aree agricole ancora esistenti e in generale gli spazi aperti possono svolgere una funzione essenziale di riequilibrio del sistema metropolitano dal punto di vista ecologico ed ambientale e di qualificazione fruitiva: con la messa in valore dei manufatti storici dei piccoli centri e della trama rurale; con il potenziamento multifunzionale del sistema del parco di Cascine di Tavola e della villa di Poggio; con la valorizzazione delle aree umide e delle riviere dei torrenti, dei canali e delle gore.
In secondo luogo il patrimonio urbano storico, ivi comprese la città fabbrica e alcuni interventi urbani di pregio, nella sua articolazione territoriale, può costituire il caposaldo policentrico per una ridefinizione della qualità dell'intero sistema insediativo.
In terzo luogo il patrimonio dei beni materiali della cultura (vedi tav. QC/11-c), può fornire un contributo rilevante alla organizzazione dei circuiti turistici del sistema provinciale.
In quarto luogo, la riorganizzazione ambientale urbanistica e funzionale dei luoghi del sistema produttivo, può divenire "motore" di qualità urbana e territoriale, se assunta come punto di forza anche del sistema economico come le indicazioni europee e regionali sulle certificazioni richiedono.
La presenza di una notevole progettualità sociale, oltre che nell'innovazione del sistema produttivo tessile, nei campi del recupero ambientale, nella valorizzazione delle frazioni e dei centri minori, nella promozione della cultura ambientale, alimentare, turistica (vedasi il quadro sinottico della progettualità sociale dell'atlante del patrimonio QC/15-d) consente di considerare i campi di valorizzazione del patrimonio considerati come attivabili attraverso la valorizzazione di energie presenti sul territorio.

Per realizzare i capisaldi dello scenario territoriale, tenendo conto dei punti di forza del sistema, si sono individuati due grandi campi progettuali, interagenti, ma con obiettivi e metodologie differenziate di progetto e di organizzazione delle interazioni con gli attori territoriali:

  • - il recupero e la valorizzazione degli spazi aperti che si è incentrata principalmente sul progetto integrato di parco agricolo;
  • - la riqualificazione dell'area urbana di Prato e Montemurlo che si è articolata in progetti di riqualificazione ambientale del sistema produttivo, sulla valorizzazione del sistema urbano policentrico, sulla riorganizzazione della mobilità, sui progetti integrati del "macrolotto 0" e del parco archeologico di Gonfienti.

La riqualificazione degli spazi aperti: Il progetto integrato "Parco agricolo della piana"

" Il pratese, per sua terra piana e gentile è opportuno ad ogni buon prodotto"
(dalle "memorie" di Leopoldo II)

Di fronte al degrado e alla decadenza delle aree agricole residuali della piana, da una parte utilizzate per colture estensive, dall'altra trattate come aree in attesa di urbanizzazione, il rischio dell'avanzata di una disordinata diffusione insediativa periferica induce previsioni di un ulteriore abbassamento della qualità dell'abitare della piana.
Il PTC propone di invertire questa tendenza, proponendo il Progetto integrato "Parco agricolo della piana" (vedasi la scheda nell'allegato 7 delle NTA) come indicazione volta a rafforzare, con l'attivazione di molte funzioni "forti", gli spazi aperti di un' area attualmente "debole" sottoposta a pressione e erosione edificatoria e infrastrutturale attraverso forme incrementali di saturazione. L'incremento di valore delle attività produttive agricole connesse alla fruibilità ambientale ricreativa e turistica, sembrano essere il necessario contrappeso alla "debolezza" attuale di molte spazi aperti in parte interclusi.
Il progetto, che assume come nodo di eccellenza il Parco delle Cascine di Tavola, è costruito attraverso azioni multisettoriali integrate che connotano la riqualificazione agricola e fruitiva dell'area. L'introduzione del concetto di parco agricolo (sulla scorta di esperienze quali quella del Parco agricolo sud Milano), evidenzia l'intenzione di sottolineare la necessità del rafforzamento produttivo agricolo di qualità in quanto presidio del territorio, connettendo a sistema aree già destinate a fruizione ambientale e paesistica(12); inoltre indica il superamento di strumenti e perimetrazioni unicamente vincolistiche, individuando la rivitalizzazione delle attività agricole nel nuovo contesto della promozione della filiera agricoltura-ambiente- turismo-cultura, come garanzia di fattibilità della riqualificazione ambientale e fruitiva degli spazi aperti del sistema insediativo della piana. Il problema è dunque come non porre solo vincoli, ma anche strumenti per la valorizzazione del territorio agricolo: a) incentivi per la messa a coltura di campi e boschi dismessi, per la produzione tipica e biologica: b) la remunerazione degli agricoltori per la produzione di beni e servizi pubblici, in particolare per quanto riguarda il presidio ambientale e l'agricoltura multifunzionale secondo le indicazioni dell'UE, del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, del Piano regionale di Sviluppo rurale.
La impraticabilità di ogni ulteriore impegno edificatorio della parte meridionale della piana pratese impone di sottrarre alla logica della valorizzazione fondiaria suoli di rilevante valore agronomico e paesistico, nonché importantissimi sul piano della tutela e qualità ambientale. Ancora si riscontrano importanti lasciti dei passati assetti agrari ed una ricostruibile continuità biotica con il resto della piana e con le colline del Montalbano.
Il Progetto, che coincide con le Unità di paesaggio n. 20, 21, 22 23, sviluppa e rafforza il disegno ambientale del PRG di Prato ( piano strutturale e regolamento urbanistico, piano del verde), riguarda lo spazio aperto a sud dei macrolotti e un'ampia fascia verde a ovest, assumendo come sistema ambientale lineare la riviera dell'Ombrone e come epicentro il Parco delle Cascine di tavola (connesso alla Villa di Poggio a Caiano, e come "spalle" le aree protette di Quarrata, di Signa (Renai) e di Campi (Sic, zone umide). Il Progetto integrato comprende le frazioni di Galciana, Iolo, Vergaio, Casale, Tavola, S.Giorgio a Colonica, SS. Maria, S. Angelo a Lepore (Signa).

Il Progetto integrato si propone pertanto di promuovere la trasformazione delle aree agricole ora marginali (rispetto alle funzioni residenziali, infrastrutturali e industriali) in aree agricole multifunzionali ad alto valore aggiunto, ad impatto ambientale e paesistico positivo, attraverso le seguenti linee d'azione:

  • - passare da produzioni agricole eterodirette (dai commercianti di sementi e fertilizzanti, dai contoterzisti, dal mercato globale) a filiere integrate locali, con sbocchi di mercato privilegiati nell'area Pratese. Dalle Conferenze d'area e dagli studi agronomici(13) sono già emerse alcune indicazioni in proposito che ne sostanziano la fattibilità(14);
  • - ricercare sinergie potenziali fra agricoltura e ambiente, fra agricoltura e qualità della vita urbana: una diversa agricoltura contribuisce a diminuire le pressioni sulle risorse ambientali; una diversa agricoltura può costituire un elemento di valorizzazione del vivere a Prato (la campagna vivibile fuori città) e ancor più del vivere nelle frazioni della Piana (la campagna fuori casa quale standard superiore al giardino e al verde urbano attrezzato);
  • - promuovere azioni progettuali coordinate e solidali con i comuni limitrofi al territorio provinciale, (Quarrata, Signa, Campi Bisenzio) con le associazioni di categoria e con gli abitanti;
  • - riconnettere il Parco delle Cascine di tavola con la villa di Poggio a Caiano creandone un unico parco culturale e produttivo con nuove funzioni interconnesse ( Villa: foresteria, centro congressi, esposizioni; Cascine: agriturismo, attività agricole, didattiche, di trasformazione, commercializzazione e esposizione, ecc.);
  • - recuperare alcuni assetti agrari tradizionali come il seminativo vitato presenti fino al recente passato (cfr. uso del suolo storico); recuperare la viabilità storica (viottoli e sentieri); qualificare i laghi artificiali per la caccia; promuovere piste ciclabili, recuperare le gore a fini irrigui con depurazione a monte delle acque;
  • - recuperare e riqualificare l'edilizia rurale storica dei borghi e dei tessuti di frangia delle frazioni, che vanno a costituire il sistema urbano policentrico del parco agricolo;
  • - riqualificare gli spazi aperti delle frazioni (orti, giardini, "stanze verdi", sentieri, parchi urbani), salvaguardando il rapporto delle frazioni con il territorio agricolo e della destinazione d'uso rurale e agrituristica del sistema coloniche-poderi;
  • - progettare le connessioni ecologico-paesistiche per la messa a dimora di fasce boscate e cortine lineari di protezione per la creazione di greenbelt in grado di ricostituire il confine fra città e campagna e di favorire la biodiversità e i corridoi ecologici.(15)
  • - valorizzare gli ambiti contigui all'area protetta di Cascine di Tavola nei quali applicare regole di tutela o ripristino della valenza ambientale e della qualità paesistica storica in cambio di opportuni incentivi (priorità nell'assegnazione dei finanziamenti pubblici ordinari; possibilità di usare un Marchio del Parco per la vendita di prodotti agricoli e agroalimentari);
  • - realizzare gli elementi costitutivi del progetto di rete ecologica: la riqualificazione dei corridoi fluviali curando e mantenendo il reticolo idraulico minore e garantendo l' accesso ai corsi d'acqua e la praticabilità degli argini; il recupero e il risezionamento a finalità multiple del sistema delle gore; il sistema delle zone umide e in generale delle buffer zones come elemento di ripristino della biodiversità compromessa e come elemento di miglioramento microclimatico; gli interventi di ricostruzione ecologica diffusa.
  • - qualificare in funzione fruitiva e paesistica le casse di espansione dell'Ombrone.

La riorganizzazione del ciclo delle acque

La precondizione essenziale di questa trasformazione agricola multifunzionale è la promozione di una nuova politica pubblica rispetto al ciclo delle acque, per creare le infrastrutture e le condizioni d'uso per l'irrigazione e il ripristino paesistico del territorio agricolo.
Le acque ci sono, anche se non sufficientemente depurate: ogni giorno escono dagli impianti di depurazione di Baciacavallo e Calice circa 125.000 mc. di acque reflue. La nuova politica delle acque deve sostanziarsi in una ulteriore depurazione delle acque reflue (attraverso sistemi di fitodepurazione)(16) sufficiente a permetterne gli usi agricoli; nella costruzione di una rete distributiva che attraverso nuovi collettori connetta la rete storica delle gore; in una nuova politica di tariffazione che tenga conto del valore di bene pubblico dei nuovi usi agricoli di valore ambientale.
La riorganizzazione del ciclo delle acque in funzione produttiva e fruitiva richiede un progetto specifico che proceda dall'elaborazione di un quadro complessivo dello stato della falda, delle sue lacune e delle sue potenzialità, a seguito di variazioni quantitative e qualitative anche importanti nella produzione del distretto tessile pratese. Per le acque superficiali, occorre caratterizzare il reticolo di smaltimento con particolare riguardo alle acque basse, verificando le criticità idrauliche e le potenzialità di miglioramento del reticolo minore, al fine di razionalizzare lo smaltimento senza trasferire i problemi idraulici a valle.

Anche le casse di espansione a sud est delle Cascine di Tavola devono essere qualificate tenendo conto dei seguenti obiettivi:

  • - sostenibilità idraulica articolando le casse per diversi tempi di ritorno (e con diverse possibilità d'uso);
  • - sostenibilità ambientale, tenendo conto dei corridoi ecologici nord sud previsti dal PTC;
  • - sostenibilità paesistica e territoriale tenendo conto del Parco delle Cascine di Tavola edella connessione fruitiva fra la Villa di Poggio a Caiano e le Cascine di tavola;
  • - sostenibilità economica e sociale che possono essere agevolate dalla multifunzionalità degli interventi (le casse di espansione non più come sottrazione di territorio ma comeelemento di produzione di "valore aggiunto territoriale").

Le reti per la fruizione

Il progetto integrato per la piana contribuisce a concretizzare il rafforzamento del sistema della ricettività e fruibilità del patrimonio ambientale e culturale del territorio provinciale attivando:

  • - la percorribilità delle strade interpoderali e delle gore e loro riqualificazione paesistica;
  • - le nuove reti della accessibilità pedonale e ciclabile del territorio agricolo e degli spazi aperti (ad esempio: il recupero di una connessione ciclabile-verde Le Macine-città etrusca;
  • - II macrolotto-S.Giorgio a Colonica, da proseguire poi verso il Montalbano, attraverso le Cascine, il Ponte del Manetti, il Barchetto, la Furba);
  • - la presenza e la promozione di agriturismi e fattorie urbane; le attrezzature per il tempo libero e per lo sport.

In particolare la riqualificazione paesistica e fruitiva del sistema Villa Medicea di Poggio a Caiano - Cascine di Tavola diviene il caposaldo di eccellenza per dare funzionalità all'intero sistema.

La valorizzazione del paesaggio agrario

Le unità di paesaggio che interessano il progetto integrato sono: la corona delle frazioni verdi, la piana agricola, i torrenti della piana, l'insediamento Mediceo sull'Ombrone: la villa e le cascine. Le indicazioni normative, che tengono conto del carattere multifunzionale dell'area agricola del progetto integrato, riguardano i seguenti obiettivi:

  • - garantire il collegamento ecologico-paesistico nord-sud, impedendo la saldatura tra le aree edificate, valorizzando paesisticamente le aree agricole intercluse e i loro manufatti storici;
  • - ripristinare la valenza paesaggistica e l'accessibilittà visuale e pedonale ai diversi elementi del sistema idrografico e sentieristico su cui si fonda la percorribilità degli spazi aperti (rete viabilistica storica, insediamenti rurali e relativi poderi, rete idrografica artificiale, torrenti);
  • - ripristinare i caratteri qualificanti la trama agraria di pianura e la funzione di filtro fra territorio rurale e urbano alle aree di frangia, mantenendo caratteri di ruralità.
  • - ripristinare la continuità visiva e fruitivi fra le due riviere dell'Ombrone in particolare fra le Cascine di Tavola e la villa di Poggio.

Il sistema urbano: la qualità del produrre e dell'abitare

Il nuovo territorio della produzione

Particolare attenzione il PTC dedica al problema della riqualificazione territoriale e ambientale delle attività produttive che hanno costituito nella piana l'elemento generatore dell'assetto dell'insediamento contemporaneo. Per trattare il problema il PTC individua uno specifico sistema territoriale funzionale "tessile-moda" (vedasi NTA art. 13) Dalla individuazione dei problemi territoriali e ambientali di questo sistema il PTC individua i principali obiettivi, riassumibili nei seguenti:

  • - qualificazione ambientale e urbanistica delle aree per insediamenti produttivi (aree artigianali e industriali), in atto o in dismissione, localizzate in siti congrui dal punto di vista dell'assetto idrogeologico, dei valori di lunga durata non riproducibili, dell'accessibilità infrastrutturale e logistica. Per queste aree, oltre a proseguire nell'attività di promozione delle diverse forme di certificazione ambientale già previste (ISO 9000, ISO 14000, EMAS, etc) o recentemente proposte dalla Regione Toscana (SA 8000 sulla responsabilità sociale dell'impresa) si propone la loro qualificazione come "aree ecologicamente attrezzate".
    Tali aree saranno caratterizzate (tenendo conto dei requisiti necessari per l'ammissibilità ai finanziamenti, già adottati in molte altre realtà europee, e che la Regione Toscana sta predisponendo):
    1. a) dalla presenza e dalla gestione unitaria ed integrata di infrastrutture e di servizi idonei a garantire la prevenzione dall'inquinamento, la tutela della salute, la corretta gestione dei cicli delle risorse (aria, acqua, suolo, rifiuti);
    2. b) da una qualità dell'impianto urbanistico e delle realizzazioni edilizie tale da minimizzare gli impatti ambientali e paesistici, promuovere sinergie rispetto alle funzioni esercitate nelle aree contermini, ridurre i consumi energetici derivanti dal condizionamento termico e dall'illuminazione degli edifici;
    3. c) da interventi di compensazione ambientale in grado di ridurre l'impronta ecologica dell'insediamento.
    In particolare, per le aree ecologicamente attrezzate della Piana, il livello di depurazione delle acque reflue industriali (ora trattate dagli impianti di Baciacavallo e Calice) dovrà rispondere in modo adeguato, anche con lo sviluppo degli interventi di fitodepurazione e la riqualificazione del sistema delle gore, alle esigenze produttive agricole e fruitive del Parco agricolo proposto dal PTC;
  • - programmi di delocalizzazione per il medio-lungo periodo, con eventuale trasferimento dei volumi attraverso strumenti perequativi che ne consentano la restituzione ad usi più congrui, degli insediamenti produttivi non ecologicamente qualificabili a causa della loro peculiare localizzazione: aree di pertinenza fluviale o comunque caratterizzate da criticità idrogeologica; incompatibilità rispetto a valori di lunga durata rilevanti e non riproducibili; inaccessibilità rispetto all'assetto infrastrutturale e logistico in atto o programmato; inapplicabilità dei parametri di sicurezza ambientale previsti per legge;
  • - recupero urbanistico e funzionale di alcune aree produttive storiche della "città fabbrica" (p.e. Macrolotto 0) ai fini della creazione di servizi ed attività innovative (incubatori, università, software houses, esposizione e commercializzazione) e più in generale di attività ad alto valore aggiunto (sedi di imprese, ricettività, nuove tecnologie legate al tessile);
  • - costruzione di scenari a supporto delle valutazioni di compatibilità fra l'interporto esistente e il progetto di parco archeologico di Gonfienti.

Valorizzare la città policentrica

Se il progetto di rafforzamento del ruolo dell'area agricola contribuisce al riequilibrio del sistema insediativo allo stesso obiettivo concorrono le linee progettuali sull'area urbana che si indirizzano a:

  • - rafforzare le identità storiche dei centri minori e delle frazioni trasformando il modello centro-periferico che ha teso a saldare gli insediamenti in un continuum urbanizzato di bassa qualità, in un modello insediativo di tipo policentrico tendenzialmente costituito da una rete di piccole città dotate di relativa autonomia funzionale, ambientale e di servizi(17);
  • - perseguire questo modello incrementando e complessificando nei nodi storici della rete di centri il sistema dei servizi, degli spazi e delle funzioni pubbliche; impedendo la saldatura degli insediamenti, qualificando i margini urbani, gli spazi aperti e riutilizzando gli spazi agricoli interclusi; sviluppando il sistema infrastrutturale e dei trasporti pubblici per garantire relazioni multipolari fra i centri urbani;
  • - dettare regole di qualificazione ambientale e paesistica delle aree urbane periferiche;
  • - perseguire regole del riuso degli spazi urbani esistenti, per la valorizzazione delle tipologie storiche della città compatta e della città storica, in modo da non produrre ulteriore consumo di suolo;
  • - prevedere l'inserimento della nuova struttura ospedaliera secondo criteri e parametri localizzativi coerenti con il carattere multifunzionale della prima tangenziale, con le fasce di connessione ecologica previste dal PTC e finalizzati alla riqualificazione delle aree urbane limitrofe.

Riqualificare il paesaggio urbano

Il paesaggio urbano è trattato dalle seguenti unità di paesaggio: la piana di Montemurlo, la città compatta di Prato, il Bisenzio urbano, la corona delle frazioni verdi. In questi casi il tema dominante è la mitigazione dell'impatto paesistico delle espansioni urbane, in particolare:

  • - salvaguardare e qualificare gli spazi agricoli della piana di Montemurlo, mantenere la continuità visuale con gli ambienti qualificati della collina e mitigare l'impatto visivo delle aree industriali, orientando anche a questo fine il Parco urbano previsto dal PRG;
  • - mantenere o ripristinare i fronti stradali delle principali vie di collegamento fra centro antico e territorio fuori le mura di Prato e dei fronti della "città fabbrica" che ne qualificano l'immagine storica;
  • - riqualificare paesisticamente la "declassata" in relazione alle nuove funzioni attribuitele dal PTC;
  • - salvaguardare la riconoscibilità dell'impianto di lunga durata delle frazioni storiche, con la riqualificazione degli spazi pubblici e delle frange urbane;
  • - ripristinare le connessioni visuali fra argini del Bisenzio, borgo di Gonfianti, zona archeologica e prime pendici della Calvana.

Le infrastrutture

Il progetto infrastrutturale per realizzare gli obiettivi dell'elevamento della qualità dell'abitare e del produrre nella piana si incentra sulle seguenti linee:

  • - rifunzionalizzare le diverse infrastrutture urbane esistenti con interventi mirati all'accessibilità reticolare del sistema policentrico;
  • - salvaguardare l'ordito e i tracciati stradali storici in funzione del progetto di fruizione urbana del parco agricolo, rendendolo accessibili di diversi nodi urbani della città policentrica;
  • - ridefinire i progetti di nuova viabilità o di adeguamento della viabilità esistente secondo criteri di "corridoio multifunzionale" (viabilistico, ecologico, paesistico);
  • - razionalizzare il traffico operativo dei grandi macrolotti industriali di Prato e Montemurlo collegandoli tra loro e direttamente con l'autostrada (asse delle industrie, seconda tangenziale, nuovo casello autostradale);
  • - riqualificare il ruolo della "declassata" che, liberata del traffico operativo pesante, può essere riprogettata come importante asse di distribuzione urbano (Pecci, Banci, Pratilia, Capezzana) da qualificare dal punto paesistico e funzionale (nodi di funzioni urbane e di interscambio). La realizzazione della seconda tangenziale può giocare un ruolo importante a supporto della zona industriale di Montemurlo, liberando parte della rete storica dal traffico pesante; ma particolare cura dovrà essere posta alla connessione con lo svincolo di Prato Ovest e con il primo e secondo Macrolotto di Prato(18). Il ruolo primario della distribuzione del traffico pesante all'interno dei principali siti produttivi del distretto pratese viene rafforzato ricercando una diretta continuità tra l'Asse delle industrie e la seconda tangenziale, collegandole non più a sud, in un'area umida di grande pregio ambientale, bensì direttamente lungo la Declassata;
  • - riordinare gli innesti e gli accessi della grande viabilità alla rete locale;
  • - salvaguardare un corridoio ecologico e fruitivo, centrato sul parco archeologico di Gonfienti, tra il Parco Agricolo della Piana ed i Monti della Calvana;
  • - preservare/valorizzare per la fruizione l'asta fluviale del Bisenzio, unitamente al tracciato stradale storico per Campi ed agli insediamenti residenziali circostanti;
  • - garantire la presenza di segni territoriali della viabilità storica minore che facciano da limite tra l'ambiente costruito ed il Parco Agricolo della Piana;
  • - rendere efficace la rete di attraversamento Nord-Sud ed Est-Ovest, garantendo adeguati livelli prestazionali alla 1º tangenziale Ovest ed all'Asse delle industrie;
  • - garantire un efficiente sistema di interscambi fra traffico operativo e il trasporto pubblico in relazione alla qualificazione come servizio metropolitano delle stazioni ferroviarie dell'asse Firenze-Prato-Pistoia e dell'asse Vernio-Prato Firenze, tenendo conto delle nuove esigenze di mobilità delle nuove funzioni terziarie e della filiera agricoltura-turismo-ambiente;
  • - facilitare i collegamenti fra Prato e il Montalbano con un nuovo ponte sull'Ombrone in località la Nave e il completamento della bretella in comune di Signa e Campi e della variante per il superamento del centro di Comeana fino alla stazione ferroviaria di Carmignano e l'area Nobel a Signa.

Il progetto integrato "macrolotto 0"

Il PTC propone uno specifico progetto di valenza sovracomunale nella riqualificazione dell'area contigua alla città storica denominata "macrolotto 0" in quanto caratterizzata dal costituire il "core" storico della città fabbrica del distretto. In questa area urbana-compresa fra gli assi infrastrutturali della ferrovia per Pistoia e la Via Galcianese in direzione nord sud e fra la via Curtatone e la prima tangenziale in direzione est ovest- si presentano le condizioni urbanistiche per sperimentare una operazione di rinnovo e recupero urbano finalizzata a rispondere alle nuove funzioni del distretto (fasi "alte" del ciclo, produzioni innovative, servizi all'impresa, promozione, marketing, ecc), alle attività di terziario avanzato (ricerca, formazione, comunicazione, "via della moda"), alle nuove domande residenziali, ecc.
Le condizioni sono:

  • - l'area, per la sua contiguità al centro storico, ne può costituire la continuazione in termini di servizi centrali e di mobilità (ferrovia, tangenziale ovest, etc.) qualificando assi attrezzati a carattere pubblico;
  • - il degrado connesso alle trasformazioni spontanee e incrementali della zona impone un progetto unitario di riferimento e interventi urgenti di recupero dei manufatti edilizi, del tessuto e della struttura urbana;
  • - la presenza di etnie di recente immigrazione richiede di orientare la riqualificazione urbana in modo da tener conto e rispettare sia le differenze culturali che le esigenze di integrazione;
  • - i meccanismi di formazione della rendita fondiaria e la frammentazione della proprietà, la complessità e l'integrazione delle funzioni da insediare ad alto valore aggiunto, richiedono un programma complesso di progettazione gestione e attuazione di interventi secondo modalità gestionali unitarie guidate dall'attore pubblico.

Tale insieme di condizioni pone la opportunità, se non la necessità, di costituire a Prato un vero e proprio distretto culturale "moda/abbigliamento/innovazione " incubatore di nuove attività legate prevalentemente, ma non esclusivamente al settore manifatturiero, ove si possano sviluppare sinergie positive fra ricerca, innovazione produttiva, promozione commerciale e di immagine e riqualificazione urbana.
Il progetto persegue i seguenti obiettivi specifici:

  • - progettare uno scenario urbanistico unitario volto a connettere le funzioni pubbliche della città storica con le nuove funzioni oltre le mura, recuperando le aree residenziali interposte e dando risposte all'attuale comunità cinese che lì risiede e lavora ;
  • - riformulare la attuale mixitè caratterizzandola in prevalenza con attività di tipo innovativo e di ricerca connesse al settore moda/abbigliamento (università, atelier di moda, controllo di qualità, innovazione tecnotessile, ricerca ambientale, software houses, etc.) e con la riqualificazione di alcune polarità manifatturiere, residenziali, commerciali;
  • - recuperare alcuni spazi aperti e di cerniera rispetto alle contigue zone residenziali fortemente dense;
  • - costituire un effetto "volano" rispetto al recupero di aree contigue (per esempio quelle poste a nord della ferrovia) contraddistinte da caratteristiche analoghe e finalizzato a forme di recupero residenziale.

Il progetto integrato "Parco archeologico di Gonfienti"

E' evidente l'importanza storica dei ritrovamenti etruschi di Gonfienti, che configurano una città di notevoli dimensioni e rango, destinati a modificare la geografia dell'intero sistema insediativo della civilizzazione etrusca; e dei ritrovamenti romani a nord della città etrusca. Questo complesso archeologico impone al Comune, alla Provincia, alla Regione una riflessione strategica sul destino dell'area, fino ad ora pensata e in parte attrezzata per l'interporto.
L'obiettivo generale del progetto integrato è organizzare il territorio per ospitare una funzione fruitiva dei ritrovamenti archeologici dell'area di Gonfianti; funzione che, data la dimensione e l'importanza documentale e storiografica del sito e dei reperti (la testimonianza concreta di una intera città pedecollinare), si pone come problema strategico per il Comune e la Provincia di Prato che intendono valorizzare il proprio patrimonio culturale e ambientale nell'ambito del processo di diversificazione e complessificazione produttiva delineato nel PGS provinciale.
I ritrovamenti rendono progressivamente incongrue le politiche urbanistiche pregresse dell'area destinata alla funzione regionale dell'Interporto.
In questo contesto in evoluzione, la Sovrintendenza ha come obiettivo il completamento dei sondaggi e degli scavi per la messa in luce dell'intera città e la tutela del sito archeologico; il Comune e la Provincia (dato l'interesse sovracomunale del problema) hanno l'obiettivo di organizzare le infrastrutture e i servizi per la fruizione del futuro parco archeologico, sia per le visite pubbliche, sia per le attività indotte (ricettive, commerciali di servizio, museali, archivistiche, convegnistiche, ecc); in particolare il PTC ha il compito di progettare le connessioni del Parco archeologico in direzione nord sud con il sistema dei parchi e dei percorsi fruitivi di carattere culturale, escursionistico, ricreativo: il parco fluviale del Bisenzio, il parco agricolo della piana, il sistema etrusco- mediceo del Montalbano.
Il parco ha la valenza di creare una polarità culturale forte, innovativa destinata a modificare il ruolo di Prato nei circuiti turistici e che riconduce sinergicamente a sistema gli altri siti archeologici etruschi nel Montalbano; vitalizzando percorsi fruitivi di ampio respiro rispetto al patrimonio di epoca medievale, medicea, lorenese, moderna (archeologia industriale) oggi ampiamente sottoutilizzati.

Il PTC, tenendo conto di questa prospettiva nel Sistema territoriale funzionale "Patrimonio" connette a rete i giacimenti patrimoniali a partire proprio dal nuovo ruolo assunto da quelli etruschi, come motore della rimessa in valore dell'intero patrimonio. Dal punto di vista territoriale la posizione della città etrusca è strategica per il progetto funzionale di valorizzazione del patrimonio: essa si trova nel nodo di accesso ai percorsi fruitivi della Val di Bisenzio, alla città storica e al parco agricolo della Piana.

A tali fini la Regione Toscana sta coordinando le linee di indirizzo per un accordo di programma -che vede coinvolti la Provincia di Prato, la Provincia di Firenze, il Comune di Prato e il Comune di Campi e la Sovrintendenza ai beni Archeologici- finalizzato alla costituzione di un parco archeologico.

La difficoltà di realizzazione del parco archeologico con queste funzioni strategiche è data dalla incerta compatibilità fra le necessità fruitive, di lungo periodo del parco archeologico e le esigenze logistiche dell'interporto, che determinano comunque contraddizioni funzionali, paesistiche e ambientali.
In ogni caso gli elementi da garantire dal punto di vista urbanistico sono:

  • - il mantenimento del cuneo verde previsto già nel piano dell'Interporto che, alla luce dei ritrovamenti, deve garantire la comunicazione tra la nuova stazione della ferrovia metropolitana di La Macine e la futura area parco, con la possibilità di riconnettere, in chiave di fruibilità, il parco fluviale, comprendente le piste ciclabili e le aree attrezzate, con i percorsi e gli itinerari turistico - ambientali - culturali della Calvana (la "cementizia", il percorso pedecollinare della Calvana, ecc.) e in chiave ambientale la collina con la pianura; per consentire un adeguato collegamento con la stazione e per il quale sarebbe ovviamente auspicabile l'aumento della fascia boscata di protezione;
  • - la realizzazione di un nuovo collegamento pedonale e\o ciclabile tra l'area di Mezzana e il centro di Gonfienti, risolvendo contemporaneamente le esigenze di riqualificazione del quartiere e di appropriati collegamenti con la nuova infrastruttura ferroviaria, completando un circuito di fruibilità ciclo-pedonale del territorio (da S. Lucia a Cascine di Tavola e, attraverso il fosso Iolo e il torrente Bardena, fino al Monteferrato);
  • - mantenere libera da infrastrutture (strade e parcheggi) l'area a Sud dei ritrovamenti, con la necessità di mantenere altresì la completa separatezza tra il traffico della Mezzana- Perfetti /Ricasoli e dell'Interporto, da quello rivolto al Parco archeologico;
  • - prevedere opere di mitigazione e di inserimento paesistico per la Mezzana-Perfetti/ Ricasoli, opera progettata nell'inconsapevolezza del valore dei territori attraversati e oggi in corso di esecuzione. A questo proposito particolare cura deve essere posta nella realizzazione dello svincolo dell'Interporto (tenuto quanto più possibile esterno all'area archeologica) e nella realizzazione di elementi di permeabilità fruitiva e paesistica col fiume e con il centro di Campi.

5.3 Le linee progettuali per il sistema territoriale locale del Montalbano

Il sistema territoriale locale (STL) del Montalbano, coincide a sud, est ed ovest con il confine provinciale; a nord con il sistema territoriale della piana che comprende anche la parte pianeggiante a destra dell'Ombrone. I Comuni di Carmignano e Poggio, ricadenti per la gran parte del loro territorio nel STL Montalbano, fanno dunque parte, per una porzione minore di territorio, del STL della piana.
Nell'ambito della programmazione regionale toscana i comuni di Carmignano e Poggio a Caiano fanno parte del distretto industriale del tessile/abbigliamento orientatosi in questi territori al settore della maglieria.
Rispetto al PIT, il STL Montalbano fa parte del Sistema Territoriale di Programma della Toscana dell'Arno.
Il STL del Montalbano in Provincia di Prato è parte integrante di un sistema territoriale più vasto (il nodo orografico del Montalbano) che fa riferimento ai comuni coordinati nel protocollo d'intesa per il Patto territoriale, riguardante le Province di Prato, Pistoia e Firenze; per cui le politiche e i progetti del PTC dovranno coordinarsi strettamente con il sistema di area vasta di cui è parte.

I capisaldi dello scenario territoriale

Lo scenario descritto nel documento tecnico programmatico del PTC (luglio 2001) riguarda alcuni assi di sviluppo strategici:

  • - la promozione dell'eccellenza agroalimentare, in particolare nel settore vitivinicolo;
  • - la promozione del turismo in campo culturale ( archeologico, convegnistico, paesistico), escursionistico ed enogastronomico;
  • - la valorizzazione delle qualità peculiari del patrimonio ambientale, territoriale,paesistico, storico, urbano e rurale e del sistema infrastrutturale per la sua fruizione;
  • - la promozione dei servizi culturali, informativi e tecnici connessi ai primi tre assi di sviluppo.

Questi assi strategici su cui si fondano l'economia futura e la qualità dell'abitare guidano le scelte operative di piano nel progetto di organizzazione del territorio e degli indirizzi normativi.

Punti di forza e di criticità

In sintesi, gli elementi patrimoniali descritti nell'atlante del patrimonio del quadro conoscitivo si possono riassumere nei seguenti:

  • - elevata qualità del sistema ambientale identificato, nella lunga durata, con l'area boschiva sommitale, la media collina del paesaggio agrario storico e la zona umida del sistema rivierasco dell'Ombrone;
  • - notevole varietà morfologica del sistema orografico, media biodiversità, presenza di grandi superfici boscate (Barco reale);
  • - elevata qualità e identità del paesaggio storico: sistema insediativo policentrico con nuclei urbani storici di elevato valore, pievi, abbazie, rocche, sistemi delle ville fattoria e dei barchi; paesaggio rurale storico con trame agrarie, sistemazioni a terrazzi e a ciglioni; edilizia rurale di pregio; sistema infrastrutturale reticolare;
  • - presenza di attori economici interni ed esterni al sistema pratese, qualitativamente attivi nei campi vitivinicolo, agrituristico, convegnistico;
  • - presenza di iniziative di coordinamento dei Comuni del Montalbano (quali il patto territoriale rurale) fortemente indirizzate alla valorizzazione del patrimonio territoriale.

Le criticità

  • - parziale degrado paesistico connesso a recenti espansioni periferiche di nuclei urbani e rurali in dimensioni e tipologie intrusive e decontestualizzate rispetto all'identità del paesaggio storico;
  • - localizzazione di attività produttive improprie (capannoni industriali) in zone collinari, oltre che in aree di pertinenza fluviale;
  • - elementi di degrado paesistico degli elettrodotti;
  • - semplificazione delle trame del paesaggio agrario (monocultura della vite), con conseguenze negative sull'assetto idrogeologico, sull'erosione superficiale, sul paesaggio, sulla biodiversità;
  • - scarsa tutela delle risorse idriche di qualità;
  • - scarsa presenza di servizi per la promozione e commercializzazione dei prodotti delle piccole aziende agricole;
  • - scarsa offerta turistica in relazione alla domanda potenziale;
  • - scarsa manutenzione del Barco reale (demolizione di parti del muro, pericoli di incendi, scarsa manutenzione del bosco e della sentieristica);
  • - debolezza della rete di offerta gastronomica e ristorativa.

Il consolidamento e la valorizzazione dei punti di forza e l'individuazione di politiche per la risoluzione dei punti di debolezza costituiscono gli aspetti operativi (progettuali e normativi) del piano.

La valorizzazione ambientale

Le aree collinari del Montalbano comprese nei Comuni di Carmignano e Poggio a Caiano presentano un territorio a prevalente destinazione agricola e forestale, fortemente strutturato e connotato storicamente dalla presenza antropica attraverso sedimenti rilevanti, di carattere ambientale e insediativo delle civilizzazioni etrusca, medievale-pistoiese, rinascimentale-medicea, lorenese (vedasi QC/11-a).
Risalendo dalle prime pendici fortemente urbanizzate (Comeana, Poggio, Poggetto, Seano) verso la sommità del Barco mediceo aumenta la biodiversità e con essa le valenze ecologico-naturalistiche di questo sistema territoriale locale. Le pressioni da inquinamento si fanno via via minori e sono generalmente basse, anche se i rischi di trasformazioni critiche sono in alcuni casi evidenti (erosione della falda idrica con le nuove lottizzazioni tra Bruceto e Bacchereto, inquinamento da scarichi residenziali del lago di Verghereto e delle sorgenti dell'Elzana, inquinamento di origine agricola a valle dei vigneti specializzati privi di elementi vegetali che rallentino il deflusso delle acque, ecc.).
Questo aumento delle valenze ambientali del territorio salendo di quota è ritrovabile nella zonizzazione del sistema regionale delle aree protette di cui alla DCR 296/88, che individua una zona di maggior tutela (b,c,d) nell'area grosso modo corrispondente al perimetro del bosco del Barco, in cui il PTC può specificare ulteriormente i vincoli regionali, e una zona di tutela minore (ambito a) in cui le norme di protezione sono definite dal PTC.

Per la zona b,c,d, il PTC specifica i vincoli regionali attraverso regole per la gestione del bosco, per il ripristino o il completamento della viabilità di servizio o escursionistica, per la riqualificazione paesistica.

Per la zona a, definisce attraverso il sistema funzionale ambiente e la normativa per le unità di paesaggio regole che garantiscano un corretto rapporto tra territorio agricolo e relative pratiche d'uso, insediamenti urbani ed elementi naturali.
Sono inoltre previste dal PTC, in accordo con il Comune di Carmignano, due nuove ANPIL: Artimino (la cui estensione corrisponde alla relativa unità di paesaggio; e Pietramarina, che comprende l'omonima lecceta con l'area archeologica etrusca e la chiesa di S. Giusto.

Per le diverse componenti della rete ecologica di progetto, il PTC individua le prestazioni ambientali che devono essere garantite (nuove connettività ecologiche e interventi di de-frammentazione delle isole di naturalità esistenti nel territorio rurale; mantenimento delle valenze ambientali degli ambiti di elevata biodiversità quali le aree boscate; interventi di manutenzione e valorizzazione agronomica che accrescano la qualità ambientale complessiva).
Per quanto riguarda più in generale la garanzia di riproducibilità delle diverse risorse naturali (acqua, aria, suolo,...) il PTC, attraverso gli indicatori ambientali, esplicita le criticità presenti, indicando le verifiche che gli strumenti urbanistici comunali saranno chiamati a compiere per garantire il contenimento delle pressioni sull'ambiente entro limiti accettabili.

La valorizzazione del paesaggio

La ricchezza e la complessità dei paesaggi in un territorio dalle trame minute è testimoniato dalle dominanti delle unità di paesaggio che lo compongono: la bassa collina di Comeana, le ville-fattoria di Bacchereto e Capezzana, Carmignano Castello e le sue pendici occidentali, La valle dell'Elzana, il bosco del Montalbano, l'acropoli etrusco-medicea di Artimino.
Il tema della valorizzazione del paesaggio riveste nel Montalbano particolare importanza per il PTC, sia per l'alto valore storico-artistico del paesaggio collinare, sia per le linee strategiche dello scenario che prevedono la messa in valore, anche economica, di questo patrimonio con lo sviluppo delle attività di turismo culturale, archeologico, escursionistico, enogastronomico e della convegnistica.
Il tema centrale è qui il superamento della contraddizione fra l'espansione dell'economia vinicola di eccellenza che tende alla semplificazione delle colture e la valorizzazione del paesaggio storico nei suoi caratteri di lunga durata.
IL PTC, per la valorizzazione del paesaggio agrario collinare storico privilegia le funzioni e azioni che ne garantiscono la riproduzione:

  • - garantire l'agricoltura non monoculturale (alternanza di vigneto, oliveto, seminativo, aree boscate, siepi, ecc.) con regole di manutenzione della complessità della trama agraria storica a fini non solo produttivi, ma anche paesistici, ecologici e idrogeologici;
  • - promozione del turismo rurale e agriturismo connesso esclusivamente al recupero dell'edilizia storica;
  • - disciplina morfotipologica degli annessi agricoli e degli interventi previsti, con promozione di abachi degli interventi consigliati per l'edilizia sparsa e le trasformazioni nei centri urbani ;
  • - mantenimento dei coni visuali per disciplinare le vedute di pregio con salvaguardia dei crinali e dei poggi;
  • - attivazione di procedure di valutazioni multifunzionali (economiche, paesistiche idrogeologiche, ecologiche) per le trasformazioni aziendali;
  • - attivazione di progetti di recupero paesaggistico nelle aree di maggior pressione urbanistica (fronte di Carmignano verso l'Elzana, nuove lottizzazioni di Bacchereto, zona nord-ovest di Comeana, ecc).

Le città e gli insediamenti urbani

Costituiscono il sistema due centri maggiori (Poggio a Caiano e Carmignano e un sistema policentrico di centri minori (Seano, Poggetto, Comeana, Serra, Bacchereto, Poggio alla Malva) che sorregge con i servizi la rete diffusa dei centri rurali. A sua volta il sistema è articolato in centri antichi (Carmignano, Bacchereto, Artimino, Comeana, Poggio alla Malva, Verghereto, S .Cristina a Mezzana), insediamenti urbani recenti prevalentemente residenziali (La Serra, Isola, Poggio dei Colli, Bacchereto, Poggio, Comeana) e insediamenti prevalentemente produttivi (Comeana, Seano, Poggio).

Per i centri antichi si definiscono i seguenti obiettivi connessi alla loro valorizzazione come nodi portanti delle nuove funzioni:

  • - mantenimento della riconoscibilità dell'impianto originario dai diversi luoghi di accesso al centro;
  • - promozione di regole unitarie per le sistemazioni esterne degli edifici, che prevedano l'impiego dei materiali locali, dei colori tradizionali, il mantenimento dell'allineamento stradale e delle tipologie urbanistiche che qualificano il luogo;
  • - limitazione delle espansioni degli insediamenti esistenti per evitare che queste risultino concorrenziali rispetto alla riqualificazione dell'esistente;
  • - individuazione di percorsi protetti (marciapiedi, isole o aree pedonali, attraversamenti)riservati ai pedoni;
  • - localizzazione preferenziale delle attività di servizio (alla residenza, al turismo), purché supportate da adeguati spazi di parcheggio.

Per gli insediamenti prevalentemente residenziali:

  • - il pieno riutilizzo dell'edificato esistente e la densificazione dei lotti già urbanizzati prima di ipotecare qualunque nuova area a fini insediativi;
  • - l'inserimento dei nuovi insediamenti già previsti nel paesaggio agricolo tradizionale con essi confinante è fatto oggetto di specifica verifica paesistica e ambientale; curando in particolare il rapporto tra margini urbani e disegno della trama agraria (confini dei poderi, rete delle connessioni interpoderali, rete idrografica di servizio al territorio agricolo), il rapporto tra volumi, tipi edilizi, materiali e colori dei nuovi insediamenti da un lato, disposizione morfologica, dimensioni e materiali degli insediamenti rurali dall'altro.

Per gli insediamenti prevalentemente produttivi:

  • - in generale, vengono privilegiate le attività connesse all'agricoltura, al turismo e alla valorizzazione delle risorse locali, assicurando la minimizzazione degli impatti sull'ambiente e sul paesaggio e utilizzando in primo luogo i siti produttivi dismessi;
  • - per gli insediamenti esistenti in area impropria, soprattutto per il recupero delle aree di pertinenza dell'Ombrone e la loro riqualificazine fruitiva, si prevedono ipotesi di rilocalizzazione degli insediamenti in altre aree a ciò destinate (ed ecologicamente attrezzate), e di contemporanea riqualificazione ambientale dell'area dismessa; in caso ciò non sia realizzabile a breve, si prevedono interventi di mitigazione degli impatti ambientali quali aumento delle capacità di ritenzione delle acque e mitigazione dell'impatto visivo e climatico (ri-permeabilizzazione degli spazi di pertinenza, tetti piantumati a verde, realizzazione di vasche di contenimento, piantumazione dei fronti esterni);
  • - per i nuovi insediamenti già previsti dovranno essere verificate le coerenze con gli indirizzi generali del piano e promosse adeguate dotazioni per la classificazione come "aree ecologicamente attrezzate" (vedi allegato nº 8 alle NTA).

Il territorio rurale

Costituisce il territorio rurale il sistema storico degli spazi aperti organizzati per la produzione prevalente del vino e dell'olio, oltre (in misura minore) per la frutticoltura e il seminativo; una notevole dotazione di aree boscate. Gli insediamenti rurali sono costituiti dalle ville-fattoria e i relativi sistemi di case coloniche, i borghi rurali, gli insediamenti residenziali in territorio rurale. L'intero territorio delle unità di paesaggio dalla numero 24 (la bassa valle della Furba) alla numero 32 (l'acropoli etrusco-medicea di Artimino), esterno agli eventuali centri urbani così come precedentemente individuati, è classificato come territorio rurale. Al fine di rafforzare l'identità dominate dei luoghi, gli insediamenti in esso compresi sono definiti insediamenti rurali indipendentemente dalla loro destinazione d'uso (residenziale, agricola, di servizio ecc.). In considerazione dell'elevato pregio della produzione agricola locale, le aree agricole comprese in questo territorio sono individuate come aree ad esclusiva destinazione agricola.

Gli obiettivi per il territorio rurale del Montalbano sono i seguenti:

  • - garantire la riproduzione dei caratteri tradizionali del paesaggio (terrazzamenti a secco e ciglioni con relativi sistemi di scolo delle acque e manufatti di collegamento; complessità e alternanza delle trame agrarie e delle aree boscate; aree umide lungo i corsi d'acqua, sistemi coloniche-poderi-collegamenti con la villa fattoria), quale elemento fondamentale per dare valore aggiunto alla produzione agroalimentare di qualità e al turismo culturale, convegnistico ed enogastronomico;
  • - in particolare, per superare la contraddizione in atto fra espansione dei vigneti per la produzione di qualità e il degrado paesistico e ambientale indotto dai nuovi impianti specializzati, vengono fornite norme per le trasformazioni colturali con regole relative alla conservazione dei terreni, alla salvaguardia idrogeologica, al mantenimento della biodiversità o al suo recupero laddove presenti caratteri di riduzione; le nuove colture arboree specializzate dovranno garantire la cura, il consolidamento e la manutenzione dei terrazzamenti e dei ciglioni, eventualmente con restauro o nuovo impianto di muretti di contenimento in pietra o altre tipologie di intervento che realizzino analoghe prestazioni(19) di appropriata regimazione delle acque meteoriche, di riduzione dell'erosione, di mantenimento della vegetazione ripariale e delle trame paesistiche;
  • - mantenimento della continuità fruitiva del paesaggio agricolo, da tutelare rispetto all'inserimento di recinzioni e sistemazioni improprie degli spazi di pertinenza delle abitazioni in territorio rurale;
  • - promozione dell'economia agrituristica locale, e del turismo rurale nel rispetto e qualificazione del paesaggio agricolo tradizionale, anche attraverso la possibilità di deroghe al limite dei posti letto, purchè attraverso recuperi di edilizia rurale esistente; concessione di annessi agricoli, purché unitariamente disciplinati e verificati rispetto all'inserimento morfo-tipologico e ai materiali utilizzati;
  • - promozione di servizi collettivi in forma consortile per la produzione e la formazione professionale che permettano soprattutto alle piccole e medie aziende, che hanno un ruolo importante nella manutenzione del paesaggio agrario, di avere un prodotto più qualificato;
  • - subordinazione della realizzazione di nuovi invasi irrigui, alla verifica dell'idoneità geologica, geomorfologia e idrografica, ambientale e paesistica limitatamente al contenimento delle acque superficiali mediante opere di sbarramento con metodi dell'ingegneria naturalistica, e con dimensione dell'impermeabilizzazione commisurata all'estensione della coltura da irrigare;
  • - promozione di una regolamentazione e gestione unitaria delle aree boscate, in riferimento agli interventi di tutela e incremento della biodiversità, alla gestione dei tagli, alla prevenzione antincendio, alle possibilità di fruizione (a fini turistico-escursionistici, di caccia, di raccolta dei prodotti spontanei).

Tutte le misure vincolistiche che influiscono sulle regole di conduzione delle aziende agricole devono essere accompagnate da opportunità e aiuti tecnico finanziari da parte dei diversi enti pubblici, ognuno per le proprie competenze, in modo da distribuire oneri e vantaggi fra i vari attori nella produzione di beni e servizi pubblici connessi all'ambiente e al paesaggio; tenendo conto dello stretto legame fra qualità della produzione e manutenzione e difesa del suolo e del paesaggio. Questo legame rafforza la necessità di progetti multifunzionali e integrati di governo delle risorse.

Il sistema infrastrutturale

Il progetto individua tre tipologie di reti:

  1. 1 . la prima (connessioni di area vasta) si sviluppa nella direzione nord-sud, collegando il STL a est alla valle dell'Arno (con il completamento della circonvallazione est del Comune di Poggio a Caiano e il suo innesto sulla via Lombarda, lo scavalcamento del centro di Comeana e il raggiungimento della SS 67 Livornese attraverso un nuovo ponte sull'Arno nei pressi della stazione ferroviaria di Carmignano, facilitando il collegamento con l'area Nobel); a ovest e dall'altro collegando il territorio nord della Provincia alla 66 Pistoiese e a Quarrata attraverso il completamento della prima tangenziale di Prato e il nuovo ponte sull'Ombrone.
  2. 2 . la seconda rete è costituta dalla viabilità esistente carrabile di collegamento tra i centri urbani e rurali, da adeguare e da completare solo per piccoli tratti, di supporto alla residenza e alla fruizione turistica. La rete interna al territorio collinare connette i poli di interesse primario (la villa di Artimino con le sue funzioni di ospitalità e convegnistica, siti archeologici e museo, il borgo castello di Artimino, Carmignano, centro da rafforzare con servizi legati all'ospitalità alla promozione e commercializzazione della produzione vinicola); con la rete diffusa dei centri urbani, rurali e agrituristici: Comeana, la Serra, la nave di Camaioni, Verghereto, S. Cristina a Mezzana, Seano, Bacchereto, Spazzavento, Pietramarina.
  3. 3 . la terza rete è costituita da percorsi che utilizzano modalità alternative alla macchina, quali sentieri, piste ciclabili e ippovie che realizzano itinerari complessi e articolati di fruizione del patrimonio ambientale, culturale e ricettivo del Montalbano.

Si individuano tre "porte di accesso" al STL, finalizzate in primo luogo alla fruizione di questi percorsi:

  • - l'area Nobel, nel territorio di Signa, connessa alla stazione di Carmignano, che consente (con qualche intervento sulla viabilità) l'accessibilità con il mezzo pubblico ad Artimino e realizza una continuità con le colline del Chianti, nell'ipotesi che questa area divenga un polo di funzione sovraprovinciale (attività ricettive, servizi rari);
  • - Poggio a Caiano, luogo simbolico di cerniera tra i territori pianeggianti e quelli collinari, collegato dalla ricostruzione del ponte del Manetti a Cascine di Tavola; un centro dotato di servizi urbani, ricompreso nei grandi circuiti turistici internazionali, una "porta" dotata di una diversa accessibilità, con le scuderie recentemente recuperate ad uso ricettivo, espositivo e convegnistico;
  • - Tavola, principale accesso alle Cascine, e riconnessa al Montalbano col nuovo ponte sull'Ombrone e la prima tangenziale.

Si possono così, utilizzando in modo integrato la seconda e la terza rete, articolare diversi circuiti fruitivi integrati carrabili e pedonali, nei quali si distinguono i percorsi di accesso da quelli più propriamente fruitivi, con l'integrazione di strade e sentieri esistenti, prevedendo solo per questi nuovi tratti da realizzare.

Il progetto integrato "Ospitalità diffusa"

Il progetto integrato che riguarda l'intero STL del Montalbano "ospitalità diffusa" è finalizzato ad adeguare l'offerta ricettiva (fino a circa 1000 posti letto, da realizzarsi valorizzando il patrimonio edilizio rurale e urbano) alla crescente importanza di attrattore di turismo culturale e convegnistico esercitata dal Montalbano, immettendola nel sistema funzionale di fruizione del patrimonio.
Il rafforzamento dell'offerta è concepito in maniera coerente rispetto ai caratteri del patrimonio ambientale, paesistico e storico-artistico, al fine di non snaturare e danneggiare quegli stessi valori che innescano la domanda turistica. Il progetto integrato mette in sinergia diverse iniziative locali che si dispiegano in una serie di ambiti: sostegno alle produzioni agroalimentari di qualità (vite, ulivo), accompagnamento istituzionale per il riconoscimento di marchi di qualità, valorizzazione delle diverse forme dell'offerta turistica connessa alle produzioni agricole, recupero e valorizzazione degli antichi insediamenti, individuazione di itinerari tematici legati al patrimonio artistico e alla storia locale. Il Sistema territoriale funzionale della fruizione del patrimonio (vedi tav. P10) connette in modo integrato, attraverso le tre tipologie di reti individuate, l'ospitalità turistica al complesso reticolo di beni patrimoniali che costituiscono la ragione del turismo stesso.
Data la collocazione del STL Montalbano nel sistema di programma "Toscana dell'Arno" (cfr. PIT , art. 46), il potenziamento della ricettività deve essere primariamente ricercato nell' ampliamento dell'offerta agrituristica e del turismo rurale, utilizzando il patrimonio edilizio esistente.
Particolare rilievo viene dato per l'attuazione del progetto, alle possibilità offerte dal Patto territoriale verde interprovinciale del Montalbano, che si pone come strumento privilegiato per uno sviluppo sistemico e coerente delle capacità ricettive del Montalbano e per la valorizzazione integrale del suo patrimonio storico ed ambientale.

Il progetto integrato interprovinciale " Il Barco Mediceo"

Il PTC ritiene importante la valorizzazione di una delle tre invarianti storiche di lunga durata, l'area boscata del Barco Mediceo, che attualmente non è oggetto di specifica attenzione progettuale (se non per il progetto di ANPIL di Pietramarina). Il Barco mediceo per la sua collocazione storica di "cerniera verde" fra tre province, assume una particolare valenza attrattiva di convergenza fra diversi sistemi fruitivi. A questo fine è importante l'attivazione di un progetto integrato con finalità ambientali, fruitive, escursionistiche. I settori interessati dal progetto sono:

  • - la manutenzione fruitiva, ecologica e produttiva del bosco (definizione delle zone a valenza naturalistica; delle zone e dei percorsi fruitivi; zone produttive);
  • - la manutenzione e lo sviluppo della sentieristica a partire dal recupero del sentiero storico di crinale e dal recupero di tratti del percorso di confine (muro del Barco);
  • - la qualificazione della ricettività interna e dei servizi;
  • - la valorizzazione dell'area protetta di Pietramarina;
  • - le connessioni e le accessibilità interprovinciali e con i circuiti escursionistici della zona collinare.

Anche per questo progetto ruolo centrale dovrebbero avere il Patto territoriale e una azione congiunta delle Provincie di Prato, Firenze e Pistoia dato il carattere necessariamente interprovinciale delle azioni da compiere.

La presenza di reperti archeologici all'interno del Barco stesso, in località Pietramarina, potrebbe integrare la fruizione del Barco stesso nel più vasto sistema dei siti archeologici del Montalbano.



Note

12. "Il piano strutturale propone che vengano riconosciuti i caratteri ambientali specifici delle diverse parti di territorio, che venga stabilita la continuità del sistema ambientale, che gli spazi interni alla città e quelli esterni vengano tra loro collegati e che ciò avvenga principalmente costruendo una serie di elementi di connessione nord-sud. I "materiali" del progetto sono: l'acqua, la vegetazione, le trame agricole storiche ed i caratteri morfologici dei siti". Laboratorio Prato PRG, Un progetto per Prato, Alinea, Firenze, 1966

13. vedasi relazione a cura dei consulenti agronomici di "Città futura" "Il sistema agricolo provinciale" (Volume I , quadro conoscitivo, cap. 2.2.1)

14. ad esempio: la costruzione di una filiera DOP del pane, con la produzione di grano tenero per la "bozza pratese" connessa al marchio Farfalla della Regione;la produzione di alimenti vegetali per gli allevamenti della Calvana ad alta qualificazione del prodotto;la ricostruzione di una filiera locale delle fibre tessili naturali con colorazioni naturali;la produzione di piante olearie per il settore tessile;la attivazione di orti collettivi, city farms, campi sperimentali per piante officinali anche a scopo didattico e di riconnessione diretta con contratti d'acquisto solidale fra aziende e consumatori urbani.

15. Vedi la cintura verde fra i macrolotti e le zone a prevalente o esclusiva destinazione agricola, le connessioni ecologiche e la valorizzazione del sistema delle acque nella tavola di progetto del Sistema territoriale funzionale "ambiente", tav. P09

16. .."un sistema organico che muove dalle aree umide già esistenti, che,possono contribuire alla depurazione delle acque mediante fitodepurazione, e dalla rete di deflusso delle gore e dei canali, ristrutturati secondo tecniche di rinaturalizzazione..."Laboratorio Prato PRG, Un Progetto per Prato, Alinea ,Firenze, 1996

17. "Oggi non possiamo limitarci a indicare in modo estensivo la frazione come luogo centrale: dobbiamo anche elaborare un concreto progetto che ne recuperi i manufatti e il ruolo .." Laboratorio Prato PRG, cit.

18. Riguardo a questo problema il PTC ha come riferimento il protocollo di intesa firmato con le amministrazioni interessate riguardo alla realizzazione della seconda tangenziale con un tracciato che si connette all'asse delle industrie a sud ovest del primo macrolotto. A questo proposito, sulla base degli elementi emersi dal quadro conoscitivo, il PTC propone la riconsiderazione di tale modalità di connessione. Infatti le caratteristiche ambientali di particolare pregio del territorio interessato dal tracciato individuato nel protocollo che ricade nel progetto integrato "Parco agricolo della piana" e la possibilità di realizzare in tempi brevi la connessione fra l'asse delle industrie e la zona di Montemurlo, inducono ad individuare una modalità di collegamento più a nord di quella tracciata.

19. per una circostanziata descrizione e quantificazione dei requisiti prestazionali di diverse tipologie di sistemazioni dei terreni coltivati del Montalbano vedasi: Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron, I paesaggi dell'identità toscana, Firenze 2002

 
 

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