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Sistema Informativo Territoriale della Provincia di Prato

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Il Piano Territoriale di Coordinamento (PTC)
Foto: i raccoglitori delle Tavole cartografiche del Piano, visti dall'alto

Linee Guida per la lettura del PTC

Premessa successiva all'approvazione della L.R. 1/2005

Le note che seguono sono state redatte prima dell'approvazione della L.R. 1/2005 che ha modificato significativamente i procedimenti di formazione degli strumenti di governo del territorio ed in particolare le finalità ed i contenuti dei Piani Territoriali di Coordinamento provinciali.

Il testo che segue tuttavia mantiene, a nostro avviso, tutta la sua validità in quanto il PTC vigente è comunque quello approvato con D.C.P. n.116 del 3/12/2003 ed in quanto le verifiche di conformità, al di là della questione del "parere provinciale", dovranno comunque effettuarsi in relazione a tale strumento. D'altronde il senso di queste note è di fornire un ausilio alla lettura del Piano e prescinde da considerazioni formali sui procedimenti. E' evidente che i riferimenti nel testo alla L.R. 5/95 dovranno essere riconsiderati, da chi legge, alla luce del nuovo testo normativo regionale.

Premessa

Il presente documento è stato redatto dalle strutture tecniche provinciali che sono preposte al governo del territorio ed alle verifiche di conformità dei Piani Strutturali Comunali e loro varianti, nonché dei Piani di Settore Provinciali, al Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Prato approvato con D.C.P. n.116 del 3 dicembre 2003 (pubblicato sul BURT n.3 del 21/01/2004). L'intenzione è quella di fornire, alle strutture tecniche comunali e provinciali, ai professionisti e a quanti possano essere interessati, un primo contributo tecnico, espresso in queste brevi note, che, speriamo, possa orientare la lettura di un Piano senz'altro endemicamente complesso ed esprimere un percorso metodologico di applicazione delle NTA Riguardo soprattutto a queste ultime, trattandosi per l'appunto di "norme", esistono ovviamente margini di discrezionalità legati all'interpretazione del testo normativo e, come tali, difficilmente eliminabili. Lungi quindi dal voler imporre, o semplicemente proporre, una interpretazione autentica del PTC, interpretazione legata alle persone fisiche che la esprimono in un ambito temporale ristretto, il presente documento vuole proporsi come apporto tecnico di ausilio al lavoro dei colleghi delle altre Amministrazioni e di quanti operano nell'ambito della pianificazione sul territorio provinciale. Al di fuori di tale contesto "ausiliario", sul piano strettamente giuridico, il PTC vive di vita propria, consegnato dal Consiglio Provinciale all'interpretazione di tutti. Ci scusiamo in anticipo con i colleghi che trovassero queste note eccessivamente "didascaliche": il testo è rivolto ad un pubblico non necessariamente esperto nei temi propri del governo del territorio.

1. La natura e la struttura del PTC di Prato e delle sue Norme Tecniche di Attuazione.

Il Piano Territoriale di Coordinamento della provincia di Prato, dopo la Iª e la IIª Conferenza di Programmazione, rispettivamente del 18/12/1998 e del 17/12/2002, è stato adottato, con D.C.P. n.40 del 14 maggio 2003, ed approvato, con D.C.P. n.116 del 3 dicembre 2003, ai sensi della L.R. Toscana n. 5 del 16 gennaio 1995 "Norme per il governo del territorio". In applicazione di queste norme il PTC, sulla base delle prescrizioni dettate dal Piano d'Indirizzo Territoriale Regionale, di un approfondito Quadro Conoscitivo sulle risorse del territorio e delle volontà dell'Amministrazione Provinciale, stabilisce obiettivi (di sviluppo e tutela del territorio), invarianti strutturali (prestazioni associate alle risorse che non possono subire alterazioni), prescrizioni (azioni che le Amministrazioni Comunali devono mettere in atto per il raggiungimento degli obiettivi) ed indirizzi (azioni che le Amministrazioni Comunali possono mettere in atto per contribuire al raggiungimento degli obiettivi) rivolti ai Comuni per la redazione dei Piani Strutturali Comunali nonché ai Settori della Provincia stessa per la redazione dei Piani di Settore Provinciali. Si tratta quindi di uno strumento urbanistico, non cogente nei confronti del privato ma cogente nei confronti di altre Amministrazioni, che si rivolge ad altri strumenti urbanistici entrando nel merito dei loro contenuti e della metodologia della loro redazione. Da questo punto di vista quindi si può configurare, più che come un "piano" urbanistico, come un testo normativo, una legge per il governo del territorio provinciale che trova nelle Norme Tecniche di Attuazione il suo elaborato più cogente. Gli obiettivi che qui il PTC definisce sono articolati in tre Sistemi Territoriali Locali che suddividono il territorio provinciale (STL Valdibisenzio e Monteferrato, STL Piana, STL Montalbano) ed in quattro Sistemi Territoriali Funzionali che mettono a sistema alcune risorse del territorio in funzione dello sviluppo e della tutela (SF Ambiente, SF della Fruizione integrata del patrimonio culturale ed ambientale, SF Tessile Moda, SF Mobilità. Gli STL a loro volta suddividono gli obiettivi e le invarianti strutturali in relazione alle risorse definite dal PIT regionale: città ed insediamenti urbani, infrastrutture per la mobilità e territorio rurale, risorse per le quali sono dettate le prescrizioni di governo in un'apposita sezione delle norme. La tutela, o, come viene definita all'interno delle NTA, l'integrità delle risorse essenziali del territorio (così come definite all'art.2 della L.R. T. 5/95: l'aria, l'acqua, il suolo, gli ecosistemi della flora e della fauna, le città e i sistemi degli insediamenti, il paesaggio, i documenti materiali della cultura, i sistemi infrastrutturali e tecnologici) è garantita da una serie di prescrizioni ed indirizzi, specificamente rivolta, in relazione al Quadro Conoscitivo delle risorse, alla loro tutela e alla riduzione degli impatti negativi e dei consumi, in linea con il principio di sviluppo sostenibile che informa l'intera architettura del PTC, nell'ambito del quale quindi il governo del territorio si esplica attraverso il governo e, soprattutto, la tutela delle sue risorse.

2. I contenuti del PTC

In quanto paradigmatico dei contenuti del Piano, si riporta l'intero art.1 delle NTA:

  • "1. Il PTC della Provincia di Prato è lo strumento di pianificazione e di programmazione diretto al coordinamento e al raccordo tra gli atti della programmazione territoriale regionale e gli strumenti urbanistici comunali. Il PTC si caratterizza anche come strumento strategico di supporto allo sviluppo socio-economico e territoriale della Provincia.
  • 2. Il PTC si applica all'intero territorio della provincia di Prato; in particolare:
    • a) definisce i principi per l'uso e la tutela delle risorse del territorio, come condizioni di ogni ammissibile scelta di trasformazione, fisica o funzionale, del territorio medesimo;
    • b) contiene criteri e progetti volti a valorizzare il patrimonio territoriale e ambientale secondo un'ottica di complementarietà e integrazione;
    • c) promuove azioni per la valorizzazione delle qualità ambientali, paesaggistiche e urbane presenti nel territorio provinciale e per il recupero delle situazioni di degrado;
    • d) definisce regole per il governo del territorio e degli insediamenti con specifica considerazione dei valori paesistici;
    • e) guida, con prescrizioni e indirizzi, gli atti di pianificazione e di programmazione che attengono il governo del territorio, al raggiungimento degli obiettivi generali di seguito esposti.
    • f) stabilisce i criteri per gli interventi di competenza provinciale;
  • 3. Sono obiettivi generali del PTC:
    • a) costruire il futuro socioeconomico e territoriale del sistema Provincia attraverso la valorizzazione delle specifiche vocazioni ed identità territoriali, assumendo i giacimenti patrimoniali come elementi per uno sviluppo locale autosostenibile;
    • b) diversificare lo sviluppo socio-economico sia attraverso la riqualificazione del distretto tessile che attraverso l'attivazione di nuove filiere produttive basate sulla valorizzazione delle diverse risorse patrimoniali;
    • c) riconoscere e valorizzare la società multiculturale, delle diverse forme di accoglienza sociale e delle differenze, dei diritti dei soggetti esclusi o a rischio di esclusione;
    • d) recuperare e valorizzare il sistema ambientale provinciale e del paesaggio nelle sue qualità specifiche e diversità, come supporti fondamentali per l'elevamento del benessere, della qualità dell'abitare e del produrre, della promozione turistica;
    • e) organizzare un sistema infrastrutturale che ottimizzi i grandi flussi di mobilità, valorizzi la fruibilità dei sistemi territoriali locali e del patrimonio, con particolare riferimento al potenziamento del trasporto pubblico;
    • f) realizzare il generale riequilibrio insediativo della provincia, attraverso il rafforzamento del carattere policentrico dei sistemi urbani e territoriali, e il riconoscimento della molteplicità dei valori storici, culturali e ambientali."

3. Gli elaborati del PTC: finalità e livelli di cogenza

Gli elaborati del PTC si suddividono in due grandi categorie: di Quadro Conoscitivo e di Progetto. I primi non contengono ovviamente alcun elemento prescrittivo ma rappresentano il punto di partenza, insieme agli obiettivi dell'Amministrazione Provinciale, delineati in un documento preliminare di indirizzo approvato con D.C.P. n.76 del 28/06/2000, dal quale ha preso le mosse l'articolazione disciplinare del Piano, che si concretizza nei seguenti elaborati di Progetto: Tavole di Piano, Norme Tecniche di Attuazione e Allegati alle NTA Sono questi ultimi tre elaborati, quindi, che rappresentano la parte cogente del Piano, ma con livelli di cogenza differenziati. L'art. 4 delle NTA, infatti, evidenzia i rapporti che legano le Tavole di Piano e le Norme. Al comma 4: "I perimetri delle aree rappresentate nella cartografia di progetto del PTC sono indicativi e finalizzati ad una migliore lettura coordinata dell'impianto normativo; le aree rappresentano delle prestazioni che devono essere garantite costituendo indirizzo per gli strumenti urbanistici comunali"; e più oltre al comma 5: "In caso di contrasto tra previsioni delle NTA e rappresentazioni degli elaborati cartografici di progetto, prevalgono comunque le prime". Questi commi esplicitano la centralità delle Norme rispetto alle Tavole di Piano. Queste ultime tuttavia non sono prive di elementi prescrittivi: la loro cogenza si esplica in termini di prestazioni degli areali rappresentati, dove non diversamente disposto in specifiche sezioni delle norme o in contesti normativi sovraordinati esterni al PTC che definiscono come cogenti, sia pur suscettibili di modifiche sulla base di studi comunali più accurati, i perimetri rappresentati, come ad esempio l'articolazione in zone a prevalente ed esclusiva funzione agricola, Tav. P07, o le tavole geologiche ed idrogeologiche. Per gli altri casi i Comuni devono garantire che la funzione svolta dal particolare areale rappresentato non sia di fatto annullata o compromessa dalla pianificazione comunale: una fascia di collegamento ecologico , ad esempio, non costituisce un vincolo di inedificabilità assoluta all'interno del perimetro che la delimita, potranno infatti insistere edificazioni "anche" all'interno della fascia, purché per posizione e/o dimensioni non costituiscano una barriera che interrompe la funzione di connessione ecologica.

3.1 Gli elaborati di Quadro Conoscitivo

Gli elaborati di Quadro Conoscitivo contengono le banche dati (cartografiche e/o alfanumeriche) e gli studi di settore sulle risorse che rappresentano il patrimonio informativo del PTC Lungi dall'essere un patrimonio "asettico" di registrazione dello stato delle risorse, il QC è invece esplicitamente "orientato" dagli obiettivi programmatici dell'Amministrazione. In altri termini le indagini conoscitive sono state condotte nelle direzioni preferenziali che gli obiettivi posti suggerivano, in modo tale che questo binomio (obiettivi/QC) costituisse l'ossatura informativa della parte disciplinare del Piano. Dal momento dell'approvazione del PTC è cominciata una fase di aggiornamento costante degli elementi conoscitivi del QC Questi, una volta acquisiti nell'ambito dell'Osservatorio Provinciale Permanente sul Governo del Territorio, del quale si parlerà, più oltre, potranno essere "riversati" all'interno del PTC, tramite apposita variante di Quadro Conoscitivo, o, qualora comportino modifiche anche alla parte disciplinare del Piano, tramite Variante al PTC stesso. In questa ottica è indispensabile, per migliorare le "prestazioni" del Piano, con ritorni qualitativi a vantaggio di tutti, che i Comuni comunichino rapidamente qualunque elemento utile e necessario alla modifica del QC Il QC del PTC rappresenta inoltre un riferimento obbligatorio per i Quadri Conoscitivi dei Piani Strutturali, ai sensi dell'art.24, comma 2 della L.R. 5/95.

3.2. Gli elaborati di Progetto.

Gli elaborati di Progetto costituiscono la parte disciplinare del Piano e, ai fini della sua applicazione, devono essere letti congiuntamente. Le Tavole di Piano contestualizzano sul territorio i contenuti delle Norme, che a loro volta rimandano agli Allegati alcune indicazioni settoriali. Questa parte del PTC quindi rappresenta, al di là dei differenti livelli di cogenza, un corpus inscindibile e la lettura parziale può generare notevoli scompensi interpretativi, in quanto non esiste un elaborato più rappresentativo di altri.

3.2.1. Le Tavole di Piano.

La scelta del numero e del tipo di Tavole di Piano discende dall'applicazione del PIT regionale: Sistemi Territoriali Locali, Sistemi Funzionali, Integrità delle Risorse, Governo delle tre risorse antropizzate Città ed Insediamenti, Territorio Rurale, Infrastrutture per la Mobilità. L'unico elaborato non significativo ai fini dell'applicazione del Piano è la Tavola P02 "Scenario territoriale di progetto", da intendersi come tavola di sintesi su alcuni contenuti del PTC e di legame con il Quadro Conoscitivo.

3.2.2. Le Norme Tecniche di Attuazione


3.2.2.1. Gli elementi costitutivi.

Al di là delle distinzioni tra STL, SF, Integrità delle Risorse, Governo delle Risorse, e così via, gli elementi costitutivi delle NTA, variamente distribuiti nell'ambito delle norme stesse, sono:

  • a) OBIETTIVI Distinti in obiettivi generali di STL, obiettivi specifici di STL (in relazione alle risorse Città ed Insediamenti, Territorio Rurale, Infrastrutture per la Mobilità e Obiettivi di SF, indicano la direzione obbligatoria verso la quale la Provincia intende muoversi nell'ambito del governo del territorio, rappresentano le finalità di perseguimento dell'applicazione delle prescrizioni.
  • b) INVARIANTI STRUTTURALI Il comma 2 dell'art.14 del PIT le definisce come: "le funzioni e le prestazioni ad esse associate riferite alle diverse tipologie delle risorse del territorio regionale". Più oltre, al comma 6, il PIT afferma: "i piani territoriali di coordinamento provinciali e i piani strutturali comunali, per le invarianti strutturali definite dal PIT individuano, ciascuno alla scala di competenza, l'insieme delle risorse territoriali necessarie ad assumere le funzioni e le prestazioni richieste e ne assicurano la tutela e la valorizzazione attraverso l'attuazione delle azioni indicate dal PIT stesso". Le NTA del PTC all'art.4 affermano: "le invarianti strutturali di cui all'art. 14 del PIT sono riferimenti imprescindibili per la verifica degli effetti territoriali delle azioni settoriali provinciali e degli strumenti comunali di pianificazione del territorio".
  • c) PRESCRIZIONI Sono le azioni obbligatorie per i Comuni che gli stessi devono mettere in atto nella redazione dei propri Piani Strutturali (il riferimento vale ovviamente anche per i Piani di Settore Provinciali). Rappresentano quindi il "modo" nel quale il PTC richiede ai PS (o ai Piani di Settore Provinciali) il perseguimento degli obiettivi. E' un punto di estrema importanza in quanto, nell'ambito del costituendo Osservatorio Provinciale Permanente sul Governo del Territorio, verranno valutate le relazioni tra prescrizioni applicate e obiettivi perseguiti. Se ad un'alta percentuale di applicazione corrisponderà una bassa percentuale di perseguimento dell'obiettivo connesso emergerà una criticità normativa del PTC, che potrebbe portare ad una sua Variante.
  • d) INDIRIZZI Sono azioni non prescrittive che i Comuni possono mettere in atto per contribuire al perseguimento degli obiettivi. Anche gli indirizzi esprimono una modalità di redazione dei Piani Strutturali, modalità non obbligatoria, ma considerata "collaborante".
  • e) AZIONI Sono riferite alla stessa Amministrazione Provinciale, sono molto rare e rappresentano il modo nel quale, insieme ai Progetti Integrati, la Provincia intende collaborare nel perseguimento degli obiettivi del PTC

3.2.2.2. Organizzazione del testo Normativo.

Il "corpo" delle NTA può essere immaginato, per seguire l'analogia biologica, in una "testa", rappresentata dalle Disposizioni Generali e dall'Articolazione del territorio provinciale in STL e in SF, nelle quali sono presenti disposizioni che potremmo definire di I livello, che richiedono a PS e Piani di Settore provinciali, azioni complesse e coordinate, espresse in termini di obiettivi ed invarianti, ed un "tronco", nel quale sono presenti disposizioni di II livello, che richiedono alla pianificazione comunale e settoriale, azioni particolareggiate e di natura squisitamente tecnica, espresse in termini di prescrizioni, indirizzi ed azioni. A questo secondo livello appartengono le norme di tutela dell'Integrità dei luoghi e le norme di Governo delle Risorse. Un elemento di criticità dell'organizzazione del testo normativo è dato dalla mancata esplicitazione del legame tra obiettivi e prescrizioni, come si è visto separati (ad eccezione dei SF) in differenti Capi. L'Ufficio PTC sta cercando di porre rimedio attraverso lo sviluppo di un apposito software normativo di consultazione, del quale si parlerà più oltre e nel quale viene ricomposta questa "acefalia" delle prescrizioni.

4. La modalità di lettura ed applicazione del PTC

Tenendo conto di quanto affermato nei paragrafi precedenti ipotizziamo di dover procedere alla verifica di conformità al PTC di un Piano di Settore Provinciale, di un Piano Strutturale o di una sua variante. Il percorso che consigliamo di seguire è il seguente:

  • a) Lettura integrata del PTC Come già affermato il Piano va letto integrando le indicazioni cartografiche delle tavole con il contenuto delle norme, con le accortezze che si sono espresse riguardo alle garanzie prestazionali sulle aree cartografate, per le quali le notazioni in legenda hanno un loro corrispettivo nelle NTA
  • b) Verifica di coerenza rispetto agli obiettivi di STL [Tav. P01][artt. 6-9] Una volta individuato l'ambito territoriale sulla Tav. P01 e quindi il STL di competenza, la verifica di coerenza va effettuata sugli obiettivi generali del Sistema e sugli obiettivi specifici per le tre risorse. Contestualmente si deve verificare che l'atto in oggetto non arrechi pregiudizio alle invarianti strutturali individuate.
  • c) Verifica di coerenza rispetto agli obiettivi di SF [Tavv. P09-P11][artt. 10-14] A parte i Sistemi Funzionali Patrimonio, Tessile Moda e Mobilità, per i quali la verifica va ovviamente attivata se l'atto investe quei temi, il controllo deve essere sempre effettuato per il Sistema Funzionale Ambiente, che riguarda l'intero territorio provinciale ed è finalizzato alla tutela delle risorse ambientali.
  • d) Verifica di conformità e di adempimento rispetto alle prescrizioni dei SF [Tavv. P09-P11][artt. 10-14]
  • e) Verifica di conformità e di adempimento rispetto alle prescrizioni di tutela per l'integrità delle risorse. [Tavv. P03-P06][Titolo II, tutto il Capo II]
  • f) Verifica di conformità e di adempimento rispetto alle prescrizioni di governo delle risorse Città ed Insediamenti, Territorio Rurale, Infrastrutture per la Mobilità. [Tavv. P07, P08][Titolo II, Capi III, IV e V]
  • g) Verifica di conformità rispetto agli indirizzi indicati nelle NTA [Tavv. P07, P08][Titolo II, Capi III, IV e V] In questo caso, trattandosi di indirizzi non prescrittivi, si tratta di una verifica rafforzativa nella direzione di una maggiore coerenza rispetto al PTC Il fatto che il Comune o il Settore Provinciale adempiano, con l'atto, a quanto espresso negli indirizzi costituisce maggiore garanzia di perseguimento degli obiettivi del Piano.
  • h) Verifica di coerenza rispetto alle azioni settoriali dell'Amministrazione Provinciale e rispetto ai Progetti Integrati. [le azioni sono trasversali nel Piano, controllare in particolare i Capi I e II del Titolo III] Anche in questo caso si può parlare di verifica ausiliaria: si garantisce in tal modo, se del caso e se, per la natura stessa dell'atto, esistono le condizioni per tale verifica, che ci si muove in un contesto di azioni, anche provinciali, coerente.

5. La fase gestionale del PTC

Il PTC, una volta approvato, ha durata indeterminata: se non mutano le condizioni al contorno (il Quadro Conoscitivo) o gli obiettivi (stabiliti dall'Amministrazione Provinciale) o non intervengono nuovi obblighi normativi o nuove necessità di conformità al Piano di Indirizzo Territoriale regionale, il Piano Provinciale mantiene indeterminatamente la sua vigenza. Questa caratteristica del Piano impone, indipendentemente dai contenuti, la massima attenzione all'attuazione, la registrazione in tempo reale dei nuovi elementi conoscitivi ed una costante verifica prestazionale sull'efficacia delle prescrizioni. Il complesso di queste attività, che, si badi, contiene l'attuazione ma non vi si esaurisce, costituisce l'azione gestionale del Piano e la connota come azione permanente. Questa azione, inoltre, da un lato opera esternamente al Piano e internamente al territorio controllando la pianificazione comunale e quella di settore della provincia e la loro congruenza e conformità agli obiettivi ed alle prescrizioni del Piano; dall'altro lato opera esternamente al territorio ed internamente al Piano stesso valutando l'efficacia delle sue prescrizioni nel raggiungimento degli obiettivi. Ma questa duplice azione, ancora, condotta nell'ambito di un medesimo spazio condiviso che altro non è se non quella particolare rappresentazione del territorio che nasce dall'integrazione delle conoscenze sulle risorse con il corpus degli obiettivi. La fase gestionale del Piano vede quindi impegnata la struttura provinciale in due principali momenti: uno legato alle attività istruttorie, nel controllo della conformità al PTC degli strumenti urbanistici comunali e dei piani di settore provinciali, ed uno legato al monitoraggio urbanistico, finalizzato all'aggiornamento del QC ed alla verifica prestazionale del Piano. L'importanza di queste ultime due azioni è tale che la L.R. 5/95 prevede all'art.19 la costituzione presso l'Amministrazione Provinciale di un apposito Osservatorio Permanente, dedicato al monitoraggio e finalizzato a far emergere le necessità di variante.

5.1. L'Osservatorio Provinciale Permanente sul Governo del Territorio.

Si riportano nel seguito i riferimenti normativi, e quindi le finalità, del costituendo Osservatorio: L'art. 19 della L.R. 5/95 al comma 3 recita: "La Provincia, avvalendosi di un apposito osservatorio permanente, redige ogni due anni una relazione sullo stato del governo del territorio provinciale, con la quale:

  • a) sono aggiornati gli elementi del quadro conoscitivo su cui si basa il PTC;
  • b) è verificata l'efficacia delle prescrizioni del PTC;
  • c) è evidenziata la eventuale necessità di aggiornare o modificare il PTC"

L'art. 5 delle Norme Tecniche di Attuazione del PTC, approvato con D.C.P. n. 116 del 3/12/2003, al comma 2 recita: " Il PTC è gestito dall'Ufficio del Piano Territoriale di Coordinamento che ha il compito di redigere i pareri di conformità al PTC dei PS e delle loro varianti, verificare la congruenza al PTC dei piani di settore provinciali, monitorare l'evoluzione degli strumenti urbanistici comunali e la fase di attuazione del PTC nonché redigerne eventuali varianti. A tali fini l'Ufficio PTC si avvale dei seguenti strumenti informativi e procedurali: … OMISSIS … - l'osservatorio provinciale permanente sulla pianificazione, istituito entro tre mesi dall'approvazione del Piano e dislocato presso l'Ufficio PTC e finalizzato:

  • · al monitoraggio del PTC per la verifica dell'efficacia delle sue prescrizioni;
  • · alla redazione di una relazione biennale sullo stato della pianificazione provinciale da trasmettere in Regione;
  • · all'aggiornamento del Quadro Conoscitivo del PTC, anche sulla base degli elementi conoscitivi raccolti ed elaborati dal SIT provinciale;
  • · a proporre varianti al PTC sulla base del monitoraggio del Piano e dell'aggiornamento del quadro conoscitivo;
  • · a redigere varianti al PTC".

5.2. I Sistemi Informativi

Il PTC della Provincia di Prato è dotato di un apposito Sistema Informativo del PTC costituito dalle sue banche dati cartografiche ed alfanumeriche e dal Sistema Informativo Normativo, in fase di sviluppo e finalizzato alla migliore consultazione del corpo normativo del Piano per agevolare gli Uffici provinciali nell'esame della pianificazione comunale, nonché gli stessi uffici comunali preposti al governo del territorio, ai quali il software verrà distribuito. I nuovi elementi conoscitivi che l'attività quotidiana del Sistema Informativo Territoriale Provinciale garantisce, tramite l'aggiornamento delle banche dati e la creazione di nuove, verranno inoltre riversati nel Software gestionale dell'Osservatorio, anch'esso in fase di sviluppo, che li utilizzerà per meglio valutare le eventuali necessità di variante al PTC

 
 

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