PERCORSO: HOME \ PTC: Linee Guida per la lettura del PTC
Le note che seguono sono state redatte prima dell'approvazione della L.R. 1/2005 che ha modificato significativamente i procedimenti di formazione degli strumenti
di governo del territorio ed in particolare le finalità ed i contenuti dei Piani Territoriali di Coordinamento provinciali.
Il testo che segue tuttavia mantiene,
a nostro avviso, tutta la sua validità in quanto il PTC vigente è comunque quello approvato con D.C.P. n.116 del 3/12/2003 ed in quanto le verifiche di conformità, al di là della questione del "parere provinciale", dovranno comunque effettuarsi in relazione a tale strumento. D'altronde il senso di queste note è di fornire un ausilio alla lettura del Piano e prescinde da considerazioni formali sui procedimenti. E' evidente che i riferimenti nel testo alla L.R. 5/95 dovranno essere riconsiderati, da chi legge, alla luce del nuovo testo normativo regionale.
Il presente documento è stato redatto dalle strutture tecniche provinciali che sono preposte al governo del territorio ed alle verifiche di conformità dei Piani Strutturali Comunali e loro varianti, nonché dei Piani di Settore Provinciali, al Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Prato approvato con D.C.P. n.116 del 3 dicembre 2003 (pubblicato sul BURT n.3 del 21/01/2004). L'intenzione è quella di fornire, alle strutture tecniche comunali e provinciali, ai professionisti e a quanti possano essere interessati, un primo contributo tecnico, espresso in queste brevi note, che, speriamo, possa orientare la lettura di un Piano senz'altro endemicamente complesso ed esprimere un percorso metodologico di applicazione delle NTA Riguardo soprattutto a queste ultime, trattandosi per l'appunto di "norme", esistono ovviamente margini di discrezionalità legati all'interpretazione del testo normativo e, come tali, difficilmente eliminabili. Lungi quindi dal voler imporre, o semplicemente proporre, una interpretazione autentica del PTC, interpretazione legata alle persone fisiche che la esprimono in un ambito temporale ristretto, il presente documento vuole proporsi come apporto tecnico di ausilio al lavoro dei colleghi delle altre Amministrazioni e di quanti operano nell'ambito della pianificazione sul territorio provinciale. Al di fuori di tale contesto "ausiliario", sul piano strettamente giuridico, il PTC vive di vita propria, consegnato dal Consiglio Provinciale all'interpretazione di tutti. Ci scusiamo in anticipo con i colleghi che trovassero queste note eccessivamente "didascaliche": il testo è rivolto ad un pubblico non necessariamente esperto nei temi propri del governo del territorio.
Il Piano Territoriale di Coordinamento della provincia di Prato, dopo la Iª e la IIª Conferenza di Programmazione, rispettivamente del 18/12/1998 e del 17/12/2002, è stato adottato, con D.C.P. n.40 del 14 maggio 2003, ed approvato, con D.C.P. n.116 del 3 dicembre 2003, ai sensi della L.R. Toscana n. 5 del 16 gennaio 1995 "Norme per il governo del territorio". In applicazione di queste norme il PTC, sulla base delle prescrizioni dettate dal Piano d'Indirizzo Territoriale Regionale, di un approfondito Quadro Conoscitivo sulle risorse del territorio e delle volontà dell'Amministrazione Provinciale, stabilisce obiettivi (di sviluppo e tutela del territorio), invarianti strutturali (prestazioni associate alle risorse che non possono subire alterazioni), prescrizioni (azioni che le Amministrazioni Comunali devono mettere in atto per il raggiungimento degli obiettivi) ed indirizzi (azioni che le Amministrazioni Comunali possono mettere in atto per contribuire al raggiungimento degli obiettivi) rivolti ai Comuni per la redazione dei Piani Strutturali Comunali nonché ai Settori della Provincia stessa per la redazione dei Piani di Settore Provinciali. Si tratta quindi di uno strumento urbanistico, non cogente nei confronti del privato ma cogente nei confronti di altre Amministrazioni, che si rivolge ad altri strumenti urbanistici entrando nel merito dei loro contenuti e della metodologia della loro redazione. Da questo punto di vista quindi si può configurare, più che come un "piano" urbanistico, come un testo normativo, una legge per il governo del territorio provinciale che trova nelle Norme Tecniche di Attuazione il suo elaborato più cogente. Gli obiettivi che qui il PTC definisce sono articolati in tre Sistemi Territoriali Locali che suddividono il territorio provinciale (STL Valdibisenzio e Monteferrato, STL Piana, STL Montalbano) ed in quattro Sistemi Territoriali Funzionali che mettono a sistema alcune risorse del territorio in funzione dello sviluppo e della tutela (SF Ambiente, SF della Fruizione integrata del patrimonio culturale ed ambientale, SF Tessile Moda, SF Mobilità. Gli STL a loro volta suddividono gli obiettivi e le invarianti strutturali in relazione alle risorse definite dal PIT regionale: città ed insediamenti urbani, infrastrutture per la mobilità e territorio rurale, risorse per le quali sono dettate le prescrizioni di governo in un'apposita sezione delle norme. La tutela, o, come viene definita all'interno delle NTA, l'integrità delle risorse essenziali del territorio (così come definite all'art.2 della L.R. T. 5/95: l'aria, l'acqua, il suolo, gli ecosistemi della flora e della fauna, le città e i sistemi degli insediamenti, il paesaggio, i documenti materiali della cultura, i sistemi infrastrutturali e tecnologici) è garantita da una serie di prescrizioni ed indirizzi, specificamente rivolta, in relazione al Quadro Conoscitivo delle risorse, alla loro tutela e alla riduzione degli impatti negativi e dei consumi, in linea con il principio di sviluppo sostenibile che informa l'intera architettura del PTC, nell'ambito del quale quindi il governo del territorio si esplica attraverso il governo e, soprattutto, la tutela delle sue risorse.
In quanto paradigmatico dei contenuti del Piano, si riporta l'intero art.1 delle NTA:
Gli elaborati del PTC si suddividono in due grandi categorie: di Quadro Conoscitivo e di Progetto. I primi non contengono ovviamente alcun elemento prescrittivo ma rappresentano il punto di partenza, insieme agli obiettivi dell'Amministrazione Provinciale, delineati in un documento preliminare di indirizzo approvato con D.C.P. n.76 del 28/06/2000, dal quale ha preso le mosse l'articolazione disciplinare del Piano, che si concretizza nei seguenti elaborati di Progetto: Tavole di Piano, Norme Tecniche di Attuazione e Allegati alle NTA Sono questi ultimi tre elaborati, quindi, che rappresentano la parte cogente del Piano, ma con livelli di cogenza differenziati. L'art. 4 delle NTA, infatti, evidenzia i rapporti che legano le Tavole di Piano e le Norme. Al comma 4: "I perimetri delle aree rappresentate nella cartografia di progetto del PTC sono indicativi e finalizzati ad una migliore lettura coordinata dell'impianto normativo; le aree rappresentano delle prestazioni che devono essere garantite costituendo indirizzo per gli strumenti urbanistici comunali";
e più oltre al comma 5: "In caso di contrasto tra previsioni delle NTA e rappresentazioni degli elaborati cartografici di progetto, prevalgono comunque le prime". Questi commi esplicitano la centralità delle Norme rispetto alle Tavole di Piano. Queste ultime tuttavia non sono prive di elementi prescrittivi: la loro cogenza si esplica in termini di prestazioni degli areali rappresentati, dove non diversamente disposto in specifiche sezioni delle norme o in contesti normativi sovraordinati esterni al PTC che definiscono come cogenti, sia pur suscettibili di modifiche sulla base di studi comunali più accurati, i perimetri rappresentati, come ad esempio l'articolazione in zone a prevalente ed esclusiva funzione agricola, Tav. P07, o le tavole geologiche ed idrogeologiche. Per gli altri casi i Comuni devono garantire che la funzione svolta dal particolare areale rappresentato non sia di fatto annullata o compromessa dalla pianificazione comunale: una fascia di collegamento ecologico , ad esempio, non costituisce un vincolo di inedificabilità assoluta all'interno del perimetro che la delimita, potranno infatti insistere edificazioni "anche" all'interno della fascia, purché per posizione e/o dimensioni non costituiscano una barriera che interrompe la funzione di connessione ecologica.
Gli elaborati di Quadro Conoscitivo contengono le banche dati (cartografiche e/o alfanumeriche) e gli studi di settore sulle risorse che rappresentano il patrimonio informativo del PTC Lungi dall'essere un patrimonio "asettico" di registrazione dello stato delle risorse, il QC è invece esplicitamente "orientato" dagli obiettivi programmatici dell'Amministrazione. In altri termini le indagini conoscitive sono state condotte nelle direzioni preferenziali che gli obiettivi posti suggerivano, in modo tale che questo binomio (obiettivi/QC) costituisse l'ossatura informativa della parte disciplinare del Piano. Dal momento dell'approvazione del PTC è cominciata una fase di aggiornamento costante degli elementi conoscitivi del QC Questi, una volta acquisiti nell'ambito dell'Osservatorio Provinciale Permanente sul Governo del Territorio, del quale si parlerà, più oltre, potranno essere "riversati" all'interno del PTC, tramite apposita variante di Quadro Conoscitivo, o, qualora comportino modifiche anche alla parte disciplinare del Piano, tramite Variante al PTC stesso. In questa ottica è indispensabile, per migliorare le "prestazioni" del Piano, con ritorni qualitativi a vantaggio di tutti, che i Comuni comunichino rapidamente qualunque elemento utile e necessario alla modifica del QC Il QC del PTC rappresenta inoltre un riferimento obbligatorio per i Quadri Conoscitivi dei Piani Strutturali, ai sensi dell'art.24, comma 2 della L.R. 5/95.
Gli elaborati di Progetto costituiscono la parte disciplinare del Piano e, ai fini della sua applicazione, devono essere letti congiuntamente. Le Tavole di Piano contestualizzano sul territorio i contenuti delle Norme, che a loro volta rimandano agli Allegati alcune indicazioni settoriali. Questa parte del PTC quindi rappresenta, al di là dei differenti livelli di cogenza, un corpus inscindibile e la lettura parziale può generare notevoli scompensi interpretativi, in quanto non esiste un elaborato più rappresentativo di altri.
La scelta del numero e del tipo di Tavole di Piano discende dall'applicazione del PIT regionale: Sistemi Territoriali Locali, Sistemi Funzionali, Integrità delle Risorse, Governo delle tre risorse antropizzate Città ed Insediamenti, Territorio Rurale, Infrastrutture per la Mobilità. L'unico elaborato non significativo ai fini dell'applicazione del Piano è la Tavola P02 "Scenario territoriale di progetto", da intendersi come tavola di sintesi su alcuni contenuti del PTC e di legame con il Quadro Conoscitivo.
Al di là delle distinzioni tra STL, SF, Integrità delle Risorse, Governo delle Risorse, e così via, gli elementi costitutivi delle NTA, variamente distribuiti nell'ambito delle norme stesse, sono:
Il "corpo" delle NTA può essere immaginato, per seguire l'analogia biologica, in una "testa", rappresentata dalle Disposizioni Generali e dall'Articolazione del territorio provinciale in STL e in SF, nelle quali sono presenti disposizioni che potremmo definire di I livello, che richiedono a PS e Piani di Settore provinciali, azioni complesse e coordinate, espresse in termini di obiettivi ed invarianti, ed un "tronco", nel quale sono presenti disposizioni di II livello, che richiedono alla pianificazione comunale e settoriale, azioni particolareggiate e di natura squisitamente tecnica, espresse in termini di prescrizioni, indirizzi ed azioni. A questo secondo livello appartengono le norme di tutela dell'Integrità dei luoghi e le norme di Governo delle Risorse. Un elemento di criticità dell'organizzazione del testo normativo è dato dalla mancata esplicitazione del legame tra obiettivi e prescrizioni, come si è visto separati (ad eccezione dei SF) in differenti Capi. L'Ufficio PTC sta cercando di porre rimedio attraverso lo sviluppo di un apposito software normativo di consultazione, del quale si parlerà più oltre e nel quale viene ricomposta questa "acefalia" delle prescrizioni.
Tenendo conto di quanto affermato nei paragrafi precedenti ipotizziamo di dover procedere alla verifica di conformità al PTC di un Piano di Settore Provinciale, di un Piano Strutturale o di una sua variante. Il percorso che consigliamo di seguire è il seguente:
Il PTC, una volta approvato, ha durata indeterminata: se non mutano le condizioni al contorno (il Quadro Conoscitivo) o gli obiettivi (stabiliti dall'Amministrazione Provinciale) o non intervengono nuovi obblighi normativi o nuove necessità di conformità al Piano di Indirizzo Territoriale regionale, il Piano Provinciale mantiene indeterminatamente la sua vigenza. Questa caratteristica del Piano impone, indipendentemente dai contenuti, la massima attenzione all'attuazione, la registrazione in tempo reale dei nuovi elementi conoscitivi ed una costante verifica prestazionale sull'efficacia delle prescrizioni. Il complesso di queste attività, che, si badi, contiene l'attuazione ma non vi si esaurisce, costituisce l'azione gestionale del Piano e la connota come azione permanente. Questa azione, inoltre, da un lato opera esternamente al Piano e internamente al territorio controllando la pianificazione comunale e quella di settore della provincia e la loro congruenza e conformità agli obiettivi ed alle prescrizioni del Piano; dall'altro lato opera esternamente al territorio ed internamente al Piano stesso valutando l'efficacia delle sue prescrizioni nel raggiungimento degli obiettivi. Ma questa duplice azione, ancora, condotta nell'ambito di un medesimo spazio condiviso che altro non è se non quella particolare rappresentazione del territorio che nasce dall'integrazione delle conoscenze sulle risorse con il corpus degli obiettivi. La fase gestionale del Piano vede quindi impegnata la struttura provinciale in due principali momenti: uno legato alle attività istruttorie, nel controllo della conformità al PTC degli strumenti urbanistici comunali e dei piani di settore provinciali, ed uno legato al monitoraggio urbanistico, finalizzato all'aggiornamento del QC ed alla verifica prestazionale del Piano. L'importanza di queste ultime due azioni è tale che la L.R. 5/95 prevede all'art.19 la costituzione presso l'Amministrazione Provinciale di un apposito Osservatorio Permanente, dedicato al monitoraggio e finalizzato a far emergere le necessità di variante.
Si riportano nel seguito i riferimenti normativi, e quindi le finalità, del costituendo Osservatorio: L'art. 19 della L.R. 5/95 al comma 3 recita: "La Provincia, avvalendosi di un apposito osservatorio permanente, redige ogni due anni una relazione sullo stato del governo del territorio provinciale, con la quale:
L'art. 5 delle Norme Tecniche di Attuazione del PTC, approvato con D.C.P. n. 116 del 3/12/2003, al comma 2 recita: " Il PTC è gestito dall'Ufficio del Piano Territoriale di Coordinamento che ha il compito di redigere i pareri di conformità al PTC dei PS e delle loro varianti, verificare la congruenza al PTC dei piani di settore provinciali, monitorare l'evoluzione degli strumenti urbanistici comunali e la fase di attuazione del PTC nonché redigerne eventuali varianti. A tali fini l'Ufficio PTC si avvale dei seguenti strumenti informativi e procedurali: … OMISSIS … - l'osservatorio provinciale permanente sulla pianificazione, istituito entro tre mesi dall'approvazione del Piano e dislocato presso l'Ufficio PTC e finalizzato:
Il PTC della Provincia di Prato è dotato di un apposito Sistema Informativo del PTC costituito dalle sue banche dati cartografiche ed alfanumeriche e dal Sistema Informativo Normativo, in fase di sviluppo e finalizzato alla migliore consultazione del corpo normativo del Piano per agevolare gli Uffici provinciali nell'esame della pianificazione comunale, nonché gli stessi uffici comunali preposti al governo del territorio, ai quali il software verrà distribuito. I nuovi elementi conoscitivi che l'attività quotidiana del Sistema Informativo Territoriale Provinciale garantisce, tramite l'aggiornamento delle banche dati e la creazione di nuove, verranno inoltre riversati nel Software gestionale dell'Osservatorio, anch'esso in fase di sviluppo, che li utilizzerà per meglio valutare le eventuali necessità di variante al PTC
centralino: 0574 5341 | info@provincia.prato.it | credits | note legali