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Sistema Informativo Territoriale della Provincia di Prato

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PERCORSO: HOME \ PTC: Relazione di Sintesi del Quadro Conoscitivo

Elaborati del Quadro Conoscitivo del PTC

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Relazione di Sintesi

4. Fra conoscenza e progetto: la rappresentazione del patrimonio territoriale

4.1. Il Patrimonio territoriale come interpretazione delle strutture e valori di lunga durata.

Il lavoro selettivo condotto attraverso la costruzione del quadro conoscitivo, condizionato, come detto, da un preciso approccio cognitivo, trova un suo specifico momento di sintesi "pre progettuale" nella elaborazione e restituzione di un ulteriore insieme di rappresentazioni individuate con il termine "patrimonio territoriale".
Qui si definisce sicuramente uno dei principali aspetti innovativi che caratterizzano il PTCP di Prato, volto a cogliere le relazioni fra ambiente naturale e d ambiente costruito e rete degli attori locali attraverso la individuazione di regole e "processi" che possono orientare verso prospettive di sostenibilità la ulteriore fase progettuale del Piano.
Questo tipo di elaborazione costituisce di fatto la base per la individuazione ed interpretazione -specifica del PTC di Prato- del concetto di "Invariante strutturale" così come introdotto dalla L.R. 5/95 ed ulteriormente specificato dal PIT della Regione Toscana.
Nelle elaborazioni che costituiscono il cosiddetto "Atlante del Patrimonio territoriale" il concetto di "struttura" riferito al territorio e alla sua possibile "invarianza costitutiva" viene assunto come insieme di regole e di oggetti da queste "istituiti" nella lunga durata storica che determinano e che sono alla base della coevoluzione fra le diverse componenti dell'organismo territoriale: antropiche, insediative, ambientali.
Colto in questi termini il concetto di invariante assume ovviamente un profilo dinamico e non statico e, pur nella consapevolezza della diversa "inerzia" e rilevanza territoriale dei vari oggetti e processi, può essere letto in una prospettiva evolutiva, che coglie lo spessore "relazionale" delle diverse risorse territoriali anche in termini di "funzioni e prestazioni" possibili.
Rispetto a tali regole e relazioni il piano, attraverso il progetto, compie una ulteriore selezione critica ed interpretativa che si sviluppa comunque nella considerazione di quanto emerso dalla lettura patrimoniale.
L'approccio dinamico ed evolutivo al concetto di patrimonio territoriale è ulteriormente rafforzato ed evidenziato dalla attenzione posta anche al patrimonio socio-economico del territorio provinciale. Questo - nella sua duplice dimensione di "capitale sociale" prodottosi nella lunga durata e di rete degli attori socio economici locali attivi rispetto a forme innovative di uso del territorio - viene interpretato come base di partenza per il rafforzamento e arricchimento delle interazioni su base locale fra dimensione socio economica e territoriale ai fini dell'innesco di processi di sviluppo endogeno e sostenibile.

4.2. La rappresentazione identitaria del territorio: le strutture dell'ambiente costruito, le risorse agroambientali.

Come detto l' Atlante del patrimonio territoriale si articola, soprattutto per questioni di "leggibilità" e comprensione del dato , in due diversi elaborati che vanno però visti come strettamente connessi dal punto di vista concettuale.
Per quanto attiene le risorse dell'ambiente costruito l'elaborato relativo alle risorse territoriali (QC 15b) esso rappresenta insiemi di singoli beni patrimoniali già individuati in altri elaborati di quadro conoscitivo - documenti materiali della cultura, strutture insediative storiche e di lunga durata, risorse agro silvo pastorali e di valenza paesistica- finalizzandoli ad una reinterpretazione sintetica dei caratteri morfotipologici dell'insediamento umano nei diversi Sistemi territoriali locali.
In realtà il lavoro di questo elaborato - per la cui descrizione dettagliata si rimanda alla relazione analitica di quadro conoscitivo- non è tanto volto alla rappresentazione dei singoli beni patrimoniali quanto alla individuazione delle diverse "figure urbane e territoriali che costituiscono i caratteri distintivi dei singoli ambienti insediativi che compongono il territorio provinciale. Questi figure derivano dall'intersecarsi di caratteri ambientali, dei sistemi colturali e delle trame agrarie, delle reti storiche dei centri urbani e minori, dei sistemi infrastrutturali (.....) L'importanza della evidenziazione di queste figure territoriali è data dal fatto che consente di individuare, a scala territoriale di area vasta, la peculiarità dei caratteri morfotipologici di lunga durata dei diversi ambienti insediativi della montagna, delle colline e della piana; le regole riproduttive che consentono la valorizzazione di questi caratteri costituiscono la base per la definizione delle invarianti strutturali, in quanto regole statutarie della identità dei luoghi" (cfr. relazione di sintesi QC15b).

L'elaborato costituisce, in ragione delle caratteristiche evidenziate, la base per la:

  • - descrizione di sintesi delle singole unità di paesaggio (QC14);
  • - individuazione delle invarianti strutturali dei diversi STL;
  • - riconoscimento delle specificità e peculiarità dei diversi ambienti insediativi provinciali che sono alla base del progetto di piano, della individuazione dei diversi STL e del rafforzamento del modello "nord-sud" 22 della figura provinciale in alternativa modello "orizzontale" a lungo praticato nella pianificazione comunale e di area vasta dell'area metropolitana Firenze-Prato-Pistoia.

In estrema sintesi, dal punto di vista del patrimonio insediativo e delle sue principali caratteristiche componenti, riconosciamo una notevole varietà di insiemi e matrici che strutturano il territorio provinciale e la sua immagine. Rispetto al lavoro condotto sul patrimonio territoriale ed ai suoi esiti, in maniera sintetica, vale la pena evidenziare:

  • - la riconoscibilità e parziale fruibilità di un modello insediativo di tipo "appenninico" strutturante l'alta valle del Bisenzio, legato a modi di uso del suolo e del bosco ed ai "portati" materiali della dimensione socio economica di tale sistema (annessi agricoli, mulini, alpeggi, etc..);
  • - una struttura insediativa della media ed alta valle impostata su di un sistema "a rete" di insediamenti di crinale e su borghi rrali minori collocati prevalentemente a mezza costa, in particolare in riva sinistra del Bisenzio dal lato della Calvana;
  • - un importante sistema di Ville fattoria e di coltivi di mezza costa che, in particolare nella parte bassa della Val di Bisenzio e nella collina di Montemurlo, struttura, spesso in una realtà paesistico produttiva unica, le relazioni piana/valle-collina-aree boscate sommitali;
  • - la rete dei borghi storici della piana e dei "filamenti" a più diretto contatto con il centro urbani, che hanno sviluppato l'impianto di colonizzazione definito in epoca etrusco romana attraverso la "aggeratio". Tali centri, non sono satelliti storicamente di Prato e, in quanto tali mantengono tutt'ora, seppure in parte riassorbiti nell'espansione del centro principale, una specifica originalità di impianto e riconoscibilità, legata in particolare alla configurazione del territorio aperto della piana strutturato dal sistema delle permanenze della regimazione idraulica;
  • - il centro antico di Prato e la sua "contaminazione" ed esplosione nella città fabbrica e nei suoi elementi pionieri. Qui, insieme all'impianto medioevale del centro antico è riconoscibile un'altra forma di colonizzazione del territorio, priva di un modello urbano definito definito ex ante, ma materializzazione dei flussi relazionali e degli scambi intensi dell'economia tessile prima e distrettuale poi;
  • - la "rete dell'archeologia", che attraverso gli importantissimi ritrovamenti della città etrusca di Gonfienti, viene a costituirsi come vero e proprio tratto unificatore del sistema provinciale da nord a sud, connettivo che, anche attraverso la memoria e la "persistenza" dei percorsi di impianto, in qualche modo rende ragione (e ricostruisce) della specificità ed integrazione culturale di un territorio, della sua "appartenenza" ad un progetto storico singolare di "territorializzazione" del bacino idrografico del Bisenzio, dalla parte appenninica alla "stretta" della Gonfolina;
  • - la pluralità della "matrici territoriali del Montalbano. Tale pluralità fa da supporto ad un sistema insediativo collinare complesso che esprime valori paesistici ormai "riconoscibili" ed associati ad una alta qualità della produzione enogastonomica.

In questo ambito coesistono di fatto:

  • - la rete dei centri storici cacuminali incentrati sl ruolo storicamente prevalente di Carmignano,
  • - la rete della colonizzazione medicea che ha lasciato la sua fortissima impronta nel produrre un paesaggio della natura assoggettata al piacere dell'uomo,
  • - il "paesaggio della mezzadria" che si esplica nella fitta rete dell'insediamento colonico sparso incentrato sulle principali fattorie e nella tipica immagine delle sistemazioni agrarie con valenza paesistica (ciglionamenti, muri a secco) e delle colture miste e frazionate.

Proprio a questo ultimo riguardo, riallargando il campo all'intero territorio provinciale, vale la pena ricordare la rilevanza su questo territorio di molte risorse agro ambentali il cui stato di degrado tuttavia necessita di politiche di intervento e strategie da parte, principalmente, dei soggetti pubblici. Fra tali risorse possiamo individuare ( anche secondo quanto definito dal PIT della regione Toscana):

  • - le aree boscate;
  • - le sistemazioni agrarie con valenza paesistica(12) (ciglioni, muri a secco) che interessano sia la Val di Bisenzio che il Montalbano;
  • - le sistemazioni idrauliche della piana(13);
  • - le opere idrauliche della Val di Bisenzio;
  • - fonti e sorgenti.

Nel suo insieme il patrimonio territoriale rappresentato nel PTC di Prato ci restituisce una immagine del territorio provinciale ben definita che aiuta a individuare le relazioni con il contesto extrprovinciale ma anche a coglierne le specificità. Ciò che colpisce è certamente la "concentrazione" territoriale di fatti e paesaggi fortemente differenziati che, articolati su di un territorio più vasto nelle province di Firenze e Pistoia, trovano qui una singolare sintesi.
Di particolare interesse la coesistenza di una forte impronta ambientale e agroambientale nelle parti estreme, con una cifra paesistica estremamente interessante, e di un ambiente "urbano" fortemente dinamico e cangiante -legato ad importanti circuiti commerciali e produttivi - nella parte di piana. Il riuscire a combinare questo doppio aspetto, trasformandolo da dualismo in complementarità capaci di produrre "messa in valore" delle risorse territoriali e sviluppo locale può essere assunto come uno dei compiti più rilevanti del PTC di Prato.

4.3. Atlante del patrimonio: le risorse naturali

Tramite l' "atlante del patrimonio: le risorse naturali" (QC 15-a) vengono individuate le principali risoorse naturali che il PTC ritiene strategiche per la successiva elaborazione di un progetto territoriale orientato all'uso sostenibile e alla riproduzione di tali risorse. Queste risorse, individuate dalla L.R. 5/95, nell'aria, l'acqua , il suolo e gli ecosistemi della fauna e della flora, rivestono una particolare importanza in quanto, "esprimono gli equilibri ambientali e lo stato di salute dell'ecosistema generale a fronte dei quali è valutata la sostenibilità ambientale delle trasformazioni del territorio" ( art. 2 L.R.5/95).
Questo tipo di ealborazione va ovviamente letta in maniera integrata rispetto all'insieme dell'apparato di conoscenze ambientali messo in campo dal PTC, conoscenze non tutte, ovviamente, cartografabili, ma esprimibili tramite repertori, indici, e parametri quali/quantitativi (cfr. p.e. Banca dati ambientali, Analisi degli ecomosaici).
I tematismi selezionati hanno fatto riferimento in particolare al valore sostanziale e sistemico degli elementi individuati e hanno trovato un preciso limite nella disponibilità di dati ed informazioni fortemente differenziata a seconda dei diversi temi affrontati. Le risorse che si sono rappresentate hanno fatto in particolare riferimento agli ambiti della pedologia e dell'uso del suolo agro forestale, alla geolitologia e geomorfologia, alla disponibilità delle risorse idriche, alla principali caratteristiche vegetazionali e forestali e naturalistiche in genere.

  • - Per quanto riguarda la risorsa idrica si è rappresentato nella carta: le aree di assorbimento di origine carsica, le falde acquifere multi strato, le sorgenti, il reticolo idrografico di superficie. L'individuazione di questo sistema è fondamentale per definire regole di gestione e riproduzione di una risorsa che appare sempre più scarsa;
  • - Relativamente alla risorse ed emergenze geologiche qui ovviamente ci troviamo di fronte ad un duplice problema di mantenimento della risorsa come "valore di esistenza" e come strumento per la prevenzione di situazioni di rischio. Nella tavola sono stati rappresentati: gli affioramenti degli ofiloti e quelli della successione ligure ad essi associati . Di grande valore storico e documentario per l'uso fattone in passato e per la rarità in ambito toscano.
    Insieme a questi sono stati individuati gli affioramenti di pietraforte -anch'essi utilizzati nei secoli scorsi per l'architettura rinascimentale e ambito di ritrovamento di importanti reperti fossili- e le cavità ipogee della calvana, di grande interesse scientifico ed escursionistico.
    Il valore storico documentale e scientifico ha portato infine a rappresentare anche le cave lapidee storiche presenti nel territorio provinciale.
    Come morfotipi di alto valore geologico e naturalistico sono state rappresentate le biancàne dell'alta valle del Carigiola.
  • - Un posto di particolare importanza è riservato alle fiocenosi di particolare interesse, e, all'interno di queste, alle diverse tipologie di aree boscate , che, anche in ragione della grande quantità presente sul territorio provinciale, rappresentano una risorsa fondamentale per il mantenimento degli equilibri idrogeologici e ecologici ma anche per il recupero di economie che consentano una maggiore presenza antropica e la cura del bosco stesso. Un esempio per tutti, da questo punto di vista, è costituito dai castagneti da frutto che, se recuperati, oltre a costituire una risorsa economica, cessano di rappresentare una potenziale minaccia dovuta all'incuria e alla mancata regimazione del sottobosco.
  • - Di grande interesse poi, per il valore floristico e faunistico, sono le praterie ipsofile cacuminali (in particolare nei rilievi della Calvana) e i prati-pascolo e le altre praterie.

4.4. La "territorialità attiva" del sistema provinciale: il sistema socio economico e gli attori del cambiamento

Operazione ed impegno ineludibile nella costruzione di un quadro conoscitivo di livello territoriale -tanto più per un sistema ad elevata dinamicità come quello pratese- è quello di individuare il quadro ed fattori determinanti dell'evoluzione del sistema socio economico e produttivo locale; quali sono e potranno essere le principali "prese" fra struttura produttiva, capitale sociale, reti socio economiche e risorse territoriali, la portata "fisica" e geografica dei diversi cambiamenti ipotizzabili. Per affrontare tale nodo centrale il PTC ha messo in campo una duplice strategia cognitiva. Da un lato si è affrontato il problema delle diverse situazioni congiunturali ed evolutive relative ai vari settori economico-produttivi, facendo riferimento alle principali fonti e studi disponibili e, talvolta, tentando alcune rielaborazioni "originali". In questo caso si è posto particolare attenzione, come si può facilmente comprendere -anche in relazione alla vastità dei materiali disponibili e alla fase critica in atto- alla situazione del distretto tessile/manifatturiero. Dall'altro si è cercato di costruire, pur in riferimento ad una immagine più "codificata" ed ufficiale, una "mappa" ulteriore delle potenzialità di sviluppo economico e diversificazione del sistema delle attività produttive, attraverso forme di "concertazione" e partecipazione svolta direttamente con gli attori locali al fine di recepire e ricondurre intorno ad un quadro strategico la "progettualità socialmente prodotta" e molto spesso latente e non esplicitata tramite le ricerche ordinarie.
Entrambi gli approcci, seppure nella diversa metodologia che li ha ispirati, hanno posto comunque una particolare attenzione agli aspetti di complementarità potenziali fra i diversi settori e, in particolare, alla evoluzione in senso qualitativamente alto delle relazioni fra patrimonio territoriale, capitale sociale e azioni di sviluppo in atto.
Dal primo approccio si ricavano alcuni punti peculiari:

  • - la sostanziale tenuta occupazionale del sistema economico locale e del settore industriale con una redistribuzione delle perdite del tessile -in termini di unità locali ed addetti- verso altri settori produttivi (in particolare l'edilizia);
  • - il rilievo raggiunto dal settore dei servizi che in termini di Vac e di addetti ormai riallinea Prato ai livelli nazionali;
  • - la crisi del contoterzismo incentrato sul sistema di piccola e piccolissima impresa tessile, in particolare artigiana e la corrispondente tendenza ad una riaggregazione e crescita dimensionale delle unità locali.
  • - la tendenza netta ad un riequilibrio verso le "fasi alte" di nobilitazione del prodotto del sistema produttivo tessile;
  • - il ravvicinamento al mercato e alle fasi di confezionamento e commercializzazione del prodotto, tanto da indurre a parlare del configurarsi di un sistema "tessile moda".

A tale tipo di quadro si aggiungono alcuni elementi che confermano il rafforzarsi anche di una tendenza alla diversificazione "esterna" al tradizionale nucleo manifatturiero provinciale:

  • - la crescita notevole, che spicca anche nel quadro toscano e nazionale, di imprese innovative legate in particolare al settore dei servizi informatici e della new economy;
  • - una rinnovata vitalità nel settore turistico e del turismo rurale legata anche alla valorizzazione e riscoperta del patrimonio ambientale ed agricolo del territorio;
  • - la marcata tendenza al reinvestimento nel settore agricolo ed agroalimentare puntando su produzione biologiche e tipiche, anche attraverso politiche di sistema (distretto rurale del Montalbano, progetto per agricoltura biologica in Val di Bisenzio, politiche di marchio, reti commerciali produzione-consumo).

Il "monitoraggio della progettualità "socialmente prodotta" ha confermato sostanzialmente ed integrato questo quadro di diversificazione e di interessi orientati verso attività connesse al recupero di un legame più diretto fra attività produttive e patrimonio ambientale, storico e culturale.
Da questo punto di vista svolgono un ruolo particolarmente importante due tipologie di attori. Da un alto quelli che per capacità di investimento possono permettersi di impiantare attività ove l'ammortamento del capitale investito è scontabile solo nel periodo medio-lungo. D'altra parte quelli legati in particolare al terzo settore e al modello di impresa no-profit, per natura orientati alla produzione di "beni pubblici" la cui valorizzazione e produzione non sempre è possibile nell'ambito delle regole di scambio di mercato.
Il reperimento di questo patrimonio di progettualità nell'ambito del quadro conoscitivo del PTC è stato orientato alla costruzione di quadri progettuali coerenti, articolati per Sistema territoriale locale, di possibile orientamento sia rispetto agli indirizzi del piano che alle specifiche azioni settoriali della Provincia secondo un modello di sviluppo integrato e in definitiva riferibile alle varie possibilità e canali di finanziamento (cfr. fig.2).

Sistema territoriale locale: Valdibisenzio
Progetto territoriale integrato autosostenibile: Parco fluviale del Bisenzio
Legenda  
Ambiente
 
 
Il Territorio rurale  
Il Territorio rurale  
Le reti delle infrastrutture per la mobilità  
 
progetto promotori soggetti coinvolti categoria località fase stru-
menti
Note esplicative
Area protetta della Carigiola Cai Anpil, Provincia di Prato, Proloco di Cavarzano e Gavigno Servizi Valdibisenzio Realizzato \ Cartografare la rete dei sentieri (già individuata) nell'area protetta della Carigiola
Itinerari culturali e ambientali Farearte Comune di Prato, Provincia di Prato, Atp, Proloco di Montemurlo e P. di Montepiano, Ass. compagnia dell'Auriga di Mercatale di Vernio (l'associazione organizza il Mercatino di S. Ippolito). Ambiente
Cultura
Sociale
Turismo
Valdibisenzio Realizzato \ Promozione del territorio della Valdibisenzio sotto l'aspetto storico-artistico, naturalistico, gastronomico, attraverso itinerari che comprendono la visità di località e monumenti accompagnate da iniziative di carattere enogastronomico.
Educazione ambientale e "camminare il Bisenzio" ass. Biosfera Provincia di Prato, Comuni di Cantagallo, Verni, Vaiano Ambiente Valdibisenzio in fase di attuazione \ Laboratorio di Educazione Ambientale Permanente inserito in luoghi strategici della vallata.
Sintesi del progetto "CAMMINARE IL BISENZIO":
1.Proposte di percorsi naturalistici (orchidee sulla Calvana, le faggete dell'Acquerino, il Monteferrato)
2. Pubblicazione dell'iniziativa presso gli enti pubblici interessati
3. Uscite sul territorio con una o due guide escursionistiche
4. Realizzazione di elaborati finali e pubblicizzazione delle attività svolte presso la popolazione.
Laboratorio ipogeo della Forra S. Lucia Cai Usp-unione speleologica pratese Ambiente Valdibisenzio in fase di attuazione \ Il progetto riguarda la creazione di una stazione ipogea di monitoraggio delle acque presso la Forra S. Lucia, su progetto del Dott. Negri in collaborazione con il LAM della Regione Toscana. Questa sarebbe una struttura unica in Italia per la sua tipologia.
Il bosco dei boschi ass. culturale Valdibisenzio Comune di Prato, Provincia di Prato, Scuole Cultura Valdibisenzio Realizzato \ Progetto educativo di educazione alle risorse naturali della montagna con i bambini delle scuole materne, con realizzazione di schede didattiche
Recupero e riqualificazione dei sentieri della Calvana Cai Provincia di Pratoo Viabilità Valdibisenzio Realizzato \ Ripristino e ripulitura dei sentieri Cai
Forti della Briglia Comune di Vaiano \ Cultura
Patrimonio
Turismo
Valdibisenzio Proposta \ Recupero a Museo dell'archeologia industriale

Figura 2. Tabella sinottica esemplificativa della progettualità socialmente prodotta. La analisi del patrimonio socio-economico evidenzia in estrema sintesi le principali qualità culturali ed imprenditoriali che emergono e si riproducono nell'ambito dell'attuale contesto economico e produttivo del sistema provinciale.

Si evidenzia una realtà dinamica che, a fronte al ciclo del cambiamento strutturale e di lungo periodo cui si trova sottoposto il distretto manifatturiero, sembra disporre delle energie progettuali, del "capitale sociale", per diversificare e rendere più complesso l'insieme dei propri circuiti di produzione di beni e servizi.
La diversificazione si sviluppa sia all'interno del settore tessile - individuando target qualitativi più alti e idonei ad affrontare la competizione globale- che all'esterno di questo, sviluppando nuova imprenditorialità verso settori in grado di "riconoscere" come risorse le notevoli dotazioni culturali ed ambientali di cui il vasto territorio aperto provinciale dispone.
Emergono al riguardo, dalla costruzione del quadro della "progettualità socialmente prodotta", soggetti imprenditoriali innovativi che operano in settori di servizio anche attraverso la valorizzazione e fornitura di "beni extramercato" prodotti attraverso la propria attività imprenditoriale. Fanno parte di questo ambito di "attori" quelli riconducibili a terzo settore e alla cooperazione operanti nel sociale ma anche nel settore agricolo ed ambientale, operatori del turismo didattico/culturale ed ambientale, "nuovi" e vecchi agricoltori attenti a coniugare la propria attività con quella di produzione di qualità ambientale e di beni pubblici.

In definitiva il quadro che emerge ci restituisce l'immagine di un sistema economico provinciale che si assimila nella sua traiettoria a quella di molti sistemi toscani della "industrializzazione leggera" che tendono ad assumere, intorno ad un nucleo o settore storico, un profilo a "triplice trazione" legato anche alle attività connesse all'ambiente e al turismo e all'artigianato(14).
Questo allinea pienamente Prato, almeno dal punto di vista della produzione di valore aggiunto, sul livello italiano rispetto al rapporto fra i diversi settori economico-produttivi(15).

Riferimenti bibliografici

  1. AA.VV (1991), "Schema strutturale per l'area metropolitana Firenze, Prato, Pistoia, Quaderni di Urbanistica informazioni, n.7, INU edizioni, Roma.
  2. Censis, Regione Toscana (2002), Indagine sulla qualità della vita in Toscana, Giunti, Prato.
  3. Dendro Studio , Censimento delle sistemazioni idrauliche della Val di Bisenzio, Comunità montana Val di Bisenzio, 1998.
  4. Dendro Studio , Analisi delle aree agro forestali: le sistemazioni agrarie del suolo di rilevanza paesaggistica, Elaborazione per la I Conferenza di programmazione del PTC di Prato, Dicembre 1998.
  5. Enea-Isituto Tagliacarne (2001), Sviluppo economico e impatto ambientale.
  6. Gambino R. (1997), Conservare, innovare: paesaggio, ambiente e territorio, UTET, Torino.
  7. Grassi M. (2001), La New Economy in Toscana, (paper non edito).
  8. Irpet (IRPET), I sistemi economici locali della Toscana.
  9. Magnaghi A. (2000), Il Progetto locale, Bollati Boringhieri, Torino.
  10. Provincia di Prato (2002), Programma generale di sviluppo: Vol I : Contesti.
  11. Regione Toscana, Schema strutturale dell'area metropolitana Firenze, Prato, Pistoioa. D.G.R.212, 21/03/1990.
  12. Norgaard R. (1994), Development betrayed: the end of progress and a coevolutionary view of the future, Routledge, London.
  13. Saragosa C. (1998), "L'ecosistema territoriale: verso il progetto ecologico dell'insediamento umano", in Magnaghi A. (a cura di), Il territorio degli abitanti. Società locali e autosostenibilità, Masson, Milano.
  14. Provincia di Prato (1998), Materiali della Prima Conferenza di Programmazione del PTCP.
  15. Turco A. (1988), Per una teoria geografica della complessità, Unicopli, Milano.
  16. Regione Toscana (2002), Primo piano regionale di azione ambientale della Toscana (bozza, non edita).

Note

12. Un accurato studio e censimento di tali sistemazioni è stato condotto nell'ambito della costruzione del Quadro Conscitivo della I Conferenza di Programmazione, si veda: Dendro Studio, Analisi delle aree agro forestali: le sistemazioni agrarie del suolo di rilevanza paesaggistica, Elaborazione per la I Conferenza di programmazione del PTC di Prato, Dicembre 1998.

13. Anche in questo caso è stato condotto un accurato studio promosso dalla Comunità Montana Val di Bisenzio e che ha restituito un quadro della rilevantissima presenza -qualitativa e quantitativa- di tali opere, e della loro rilevanza per la riduzione del rischio idrogeologico ed idraulico nell'intero territorio provinciale.
Si veda:
Dendro Studio , Censimento delle sistemazioni idrauliche della Val di Bisenzio, Comunità montana Val di Bisenzio, 1998.

14. Si veda al riguardo:
Grassi M. (2001), La New Economy in Toscana, (paper non edito) Censis, Regione Toscana (2002), Indagine sulla qualità della vita in Toscana, Giunti, Prato

15. Enea-Isituto Tagliacarne (2001), Sviluppo economico e impatto ambientale.

 
 
 

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