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PERCORSO: HOME \ PTC: Relazione di Sintesi del Quadro Conoscitivo

Elaborati del Quadro Conoscitivo del PTC

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Relazione di Sintesi

1. Il paradigma conoscitivo del piano: recuperare i "legami verticali" del territorio

1.1. Premessa

Operazione preliminare ad ogni tipo di descrizione sintetica del quadro conoscitivo costruito per l'elaborazione del PTC di Prato è necessariamente quella di esporre i criteri e la metodologia che hanno caratterizzato l'approccio conoscitivo stesso. Gli elementi del quadro conoscitivo che vengono restituiti non sono infatti "oggettivamente dati" e reperibili attraverso protocolli di indagine "standard" per ogni realtà territoriale ma sono già in qualche modo il risultato di una lettura orientata, di una descrizione interpretativa conseguente a specifici obiettivi di piano e di sviluppo legati ad un contesto locale.
In ragione di ciò appare necessario esporre brevemente il modello "cognitivo" utilizzato per costruire l'immagine di sfondo sulla base del quale sono state poi impostate le scelte progettuali del PTC. Del resto l'originalità dell'approccio consegue anche dalla esigenza di restituire una immagine unitaria di un territorio che solo di recente è approdato al riconoscimento della sua unità amministrativa e rispetto al quale, quindi, si sono scarsamente sedimentate rappresentazioni ed immagini in grado di consolidare un modello interpretativo territoriale fondato su di una lettura di area vasta.

In sostanza l'obiettivo principale che informa l'approccio conoscitivo riguarda la necessità di costruire una immagine territoriale complessa in grado di esprimere da un lato le relazioni e le "strutture profonde" - sia in senso storico che ambientale - che configurano un sistema unitario per il territorio provinciale e, dall'altro, che consenta di cogliere le diverse specificità ed articolazioni che da diversi punti di vista realizzano la pluralità della realtà provinciale.
Questo tentativo di ricomposizione -tematica e geografica- del processo e degli esiti della rappresentazione riferita al territorio della Provincia di Prato è determinato anche dalla esigenza del riconoscimento dell'insieme delle risorse che - a livello ambientale, socio-economico e culturale- costituiscono la leva fondamentale per rafforzare processi di sviluppo locale "dal basso" di questo territorio. Il riconoscere valore e "misura" di tali risorse è infatti il presupposto per orientare il sistema provinciale a perseguire un modello di sviluppo "autosostenibile" fondato cioè sulla prioritaria ricerca dei "motori locali" dello sviluppo, "motori" commisurati alla possibilità di tutela, riproduzione e potenziamento delle risorse locali stesse.

1.2. Il modello dell'ecosistema territoriale

Ad un primo approccio, geografico e geomorfologico(1), il territorio provinciale manifesta in maniera evidente l'unità di una struttura orientata in senso nord-sud ed impostata sia sul bacino idrografico del Bisenzio e dei suoi affluenti che sul sistema della piana alluvionale sulla quale si "getta" anche il sistema delle acque del Montalbano e della limitrofa piana Pistoiese.
La storia della civilizzazione e dell'insediamento umano , come vedremo in seguito, ha trovato in questo ambito territoriale le principali risorse ed opportunità per svilupparsi e produrre strutture societarie fortemente coese e dinamiche.
Rispetto a questo primo "colpo d'occhio" è apparsa chiara, nella impostazione del lavoro di costruzione del quadro conoscitivo, la opportunità di attingere ad un modello di rappresentazione che consentisse di restituire l'unità del sistema ambientale e la multiformità delle risorse che si sono prodotte nel corso dei secoli tramite la stretta relazione fra questo e le diverse comunità insediate.
Il modello dell' "ecosistema territoriale"(2) è apparso da questo punto di vista una utile guida per calibrare e selezionare le diverse operazioni di rappresentazione e conoscitive.
Tale modello assume di fatto un criterio di lettura finalizzato a cogliere i complessi e sinergici legami che si vengono a creare fra dimensioni ambientali, antropiche ed insediative in un dato ambito territoriale e che restituiscono l'immagine del territorio come vero e proprio "sistema vivente ad alta complessità"(3). Impostato in tali termini, il problema della costruzione del quadro conoscitivo assume, come detto, la fisionomia di una operazione fortemente orientata che di fatto individua le principali "mosse conoscitive" sul territorio come caratterizzate da un profilo "normativo" già marcato anche nella fase conoscitiva.

1.3. L'unità dell'ecosistema territoriale e le diverse letture conoscitive del territorio provinciale.

L'uso del modello dell'ecosistema territoriale, anche se utilizzato come "metacriterio" per l'organizzazione del lavoro conoscitivo consente peraltro di condurre e collocare su di una base di riferimento comune un vasto insieme di approcci tematici e patrimoni di indagine che sono stati sviluppato nel tempo sul bacino pratese. Il limite di molti di questi approcci -storici, culturali, socio economici- è stato in realtà quello di riferirisi ad entità ed insiemi territoriali parziali (più di frequente l'area pratese) cercando raramente di ricostruire le eventuali relazioni di scala ampia fra i diversi fenomeni. D'altra parte, molte di queste indagini, si sono scarsamente soffermate a cogliere le relazioni dei fenomeni indagati -molto spesso esplicative rispetto ai fenomeni stessi- con i caratteri fisici ed ambientali e con le caratteristiche di "lunga durata" del territorio.

Da tale tipo di considerazioni scaturiscono poi i principali tematismi e lavori di ricerca affrontati nella costruzione del quadro conoscitivo del PTC e, al contempo, lo "stile" e l'approccio di ognuno di questi.
Proviamo a descrivere brevemente gli ambiti tematici più rilevanti che costituiscono la trama principale di lettura dei documenti di quadro conoscitivo.

Il primo criterio che ha guidato il lavoro conoscitivo, date le premesse, è stato dunque quello di ricostruire e rappresentare il funzionamento della struttura ambientale ed ecosistemica del territorio. Tale tipo di rappresentazione, combinata con quella di tipo geologico e geomorfologico è volta a fornire i principali elemnti di comprensione del "funzionamento" del sistema ambinetale nel suo insieme e dei suoi punti di "criticità" da affrontare come nodi ineludibili per la stessa qualità dello sviluppo territoriale. La stessa struttura ed indagine paesistica, che si colloca ad un ulteriore livello di complessità descrittiva del territorio e che incrocia dimensioni ambientali con dati storici, insediativi ed antropici, si fonda in maniera non trascurabile sulla struttura geologica di lunga durata da un lato e sulle regole di "funzionamento ambientale" delle attività e modalità di insediamento e di utilizzazione del territorio rurale.
Questa ultima considerazione ci introduce ad un altro tema centrale rispetto alla selezione dei tematismi e delle modalità dell'approccio conoscitivo.
Riconoscere l'unità dell'ecosistema territoriale porta infatti ad attribuire un valore ed un ruolo assai diverso al territorio aperto e alle sue risorse non più visti come "negativo" dell'urbano dal quale sottrarre risorse per la vita della città (peraltro reperite in aree sempre più distanti) ed ove espellere le esternalità negative delle attività urbane di produzione e consumo, bensì come bacino di opportunità e di risorse dotate di un proprio statuto sulle quali innescare innovativi e diversificati processi di sviluppo.

La "scoperta" del territorio rurale e delle potenzialità di sviluppo che possono derivare da una lettura sinergica delle sue relazioni socio economico ed ambientali con l'urbano hanno condotto anche al tentativo di restituire un quadro più ricco delle potenzialità socio economiche del territorio provinciale, anche nella prospettiva di un crescente peso attribuibile alle economie del "loisir" e del consumo di qualità. In questo senso, ad una ricerca sulla situazione e sulla evoluzione di scenario del cuore manifatturiero del territorio provinciale, si è cercato di cogliere le principali tendenze di diversificazione delle attività economiche e, al tempo stesso, la misura in cui alcune di queste possono consentire di coniugare tutela e valorizzazione dell'ambiente e del paesaggio insieme alla realizzazione di una redditività economica e di una immagine produttiva qualitativamente alta ed innovativa del sistema economico provinciale. La "lente conoscitiva" con cui si è dunque guardato al complesso del sistema economico provinciale è stata quella riferita a cogliere le possibilità di un "gioco a somma positiva" fra le diverse componenti , piuttosto che le dinamiche e gli aspetti esclusivi dei diversi settori.
Questo tipo di approccio era peraltro quasi "dovuto" in una fase in cui, come ci è stato segnalato anche dagli studi del Piano di sviluppo generale della Provincia di Prato cui abbiamo fatto riferimento(4), il sistema economico provinciale sembra dirigersi verso una sostanziale diversificazione all'interno del settore tessile e rispetto al sistema economico-produttivo più in generale.
Il globale "rimescolamento" dei fattori costitutivi della "territorialità attiva"(5) del territorio provinciale che è stato operato e il parallelo riconoscimento della ricchezza e profondità delle risorse ambientali e territoriali ha poi portato a riconoscere una articolazione sistemica più ricca del territorio provinciale rispetto alle tradizionali tematizzazioni fondate sui "sistemi locali dell'economia e del lavoro" (s.e.l.)(6). L'introduzione di parametri di lettura e conoscenza del territorio legati agli aspetti geomorfologici, culturali, ambientali ha condotto a riarticolare l'immagine "istituzionale" di un unico s.e.l. provinciale inizialmente in una immagine a "geometria variabile" (cfr. fig.1) delle diverse vocazioni socio economiche del territorio provinciale e, successivamente, in una più definita articolazione in tre "sistemi territoriali locali" - Val di Bisenzio, Piana pratese, Montalbano - che si sviluppano da nord a sud nel territorio provinciale. Tale operazione, peraltro congruente con le indicazioni del Piano di indirizzo territoriale regionale (PIT) cerca peraltro di rispondere alle crescenti necessità di adeguamento e complessificazione del modello di regionalizzazione utilizzato dal s.e.l., in quanto prevalentemente impostato su parametri di tipo quantitativo ed economico e poco "sensibili" alle caratteristiche plurali di territori dotati di importanti capitali sociali e materiali come quelli della Toscana. Tale operazione si fonda peraltro sulla necessità di fondare modelli di lettura ed immagini del territorio relativamente coerenti con le crescenti necessità e sensibilità orientate verso un modello di sviluppo integrato e multisettoriale del territorio provinciale quindi sul preliminare riconoscimento dei diversi "bacini patrimoniali" del territorio.

- Strettamente connesso e funzionale a questo modello conoscitivo è il tentativo connesso al riconoscimento e lettura delle diverse progettualità sociali che possono consentire di disegnare un insieme di "reti socio economiche" orientate non solo a potenziare e sviluppare i tradizionali settori produttivi della provincia, ma anche a recuperare e "mettere in valore" un più ampio insieme di risorse da utilizzare in diversi settori economici, dai servizi al turismo, dalla filiera agroalimentare all'artigianato, verso quel modello integrato di sviluppo cui si è accennato in precedenza. Fare questo tipo di operazione comporta però attivare una rete e modalità di "ascolto" e confronto con diversi attori sociali molti dei quali sono spesso scarsamente rappresentati nelle scelte di politica territoriale o le cui attività hanno usualmente scarsa incidenza e visibilità negli stessi indicatori di "formazione e produzione di ricchezza" di un dato sistema territoriale ma che, ciò nondimeno, svolgono spesso un importante e pionieristico ruolo di innovazione e riproduzione del "capitale sociale" e di importanti "beni pubblici" come quelli ambientali, la cui incidenza economica sfugge molto spesso ai tradizionali metodi di calcolo della produzione benessere di un dato territorio.

Nell'impianto conoscitivo seguito dal PTC e sinteticamente descritto assume infine e conseguentemente un ruolo centrale il tentativo di riequilibrare il tradizionale modello di lettura "metropolitano" prevalentemente incentrato sulle relazioni trasversali che hanno strutturato -dal secondo dopoguerra ad oggi - gran parte dei costrutti e tematismi della pianificazione sovra comunale e comunale dell'area Firenze, Prato Pistoia.
La scarsa sensibilità verso i temi della struttura ambientale profonda del sistema insediativo metropolitano, con i suoi vitali legami rispetto all' "osso" appenninico e dei rilievi in generale, la necessità di governare - con scarsi risultati peraltro- le forti dinamiche economiche che si sono sviluppate sulla piana, hanno portato molto spesso a trascurare - se si fa eccezione per alcuni tentativi all'interno dell'ultimo Schema Strutturale dell'area metropolitana fiorentina(7)- la portata e l'importanza delle risorse e del ruolo strategico per il ciclo ecosistemico e per la stessa qualità della vita svolto dai diversi sistemi collinari e montani affacciati sulla piana e dagli stessi spazi aperti in gran parte abbandonati e sotto o male utilizzati.



Fig. 1. - Le geometrie variabili del territorio provinciale. La distribuzione sul territorio dei sistemi territoriali provinciali

Fig.1. Le "geometrie variabili " del territorio provinciale
(cfr. legenda pagina successiva)

I Sistemi territoriali e provinciali: GEOMETRIE VARIABILI E PROGETTUALITÀ
    Firenze Prato Pistoia
  Insediamento del Distretto del Tessile Calenzano
Campi Bisenzio
Prato
Carmignano
Cantagallo
Poggio a Caiano
Montemurlo
Vaiano
Vernio
Agliana
Montale
Quarrata
  Parco Agricolo della Piana Signa
Campi Bisenzio
Prato
Poggio a Caiano
Agliana
Quarrata
  Distretto Rurale Multifunzionale Barberino
Calenzano
Vernio
Cantagallo
Vaiano
Montemurlo
Prato
Sanbuca Pistoiese
Montale
  Patto Territoriale del Montalbano Vinci
Capraia e Limite
Carmignano Serravalle
Monsummano
Larciano
Lamporecchio
Quarrata
  Aree Protette   Cantagallo
Montemurlo
Vaiano
Vernio
Calenzano
Barberino
  Distretto Agroalimentare di Qualità Vinci
Capraia e Limite
Carmignano Serravalle
Monsummano
Larciano
Lamporecchio
Quarrata
  Parco Fluviale del Bisenzio Signa
Campi Bisenzio
Vernio
Vaiano
Prato
Cantagallo
 

Fig.1. - Legenda

Note

1. Si vedano a tale proposito i contributi relativi alla prima Conferenza di Programmazione del PTC di Prato.

2. Per una descrizione esaustiva di tale concetto si veda:
Saragosa C. (1998), "L'ecosistema territoriale: verso il progetto ecologico dell'insediamento umano", in Magnaghi A. (a cura di), Il territorio degli abitanti. Società locali e autosostenibilità, Masson, Milano.

3. Si veda:
Magnaghi A. (2000), Il Progetto locale, Bollati Boringhieri, Torino.

4. Cfr. PGS della Provincia di Prato: Vol I : Contesti.

5. Su tale concetto si veda:
Dematteis G. Governa F. (2001), "Su cosa si fonda e cosa può descrivere il modello SloT", paper non edito della ricerca cofinanziata MIUR, I sistemi locali nei processi di sviluppo territoriale

6. Cfr. Irpet (2000), I sistemi economici locali della Toscana,

7. Cfr. L.R. 112/91:
Sullo schema strutturale si veda anche: AA.VV. (1991), "Schema strutturale per l'area metropolitana Firenze, Prato, Pistoia, Quaderni di Urbanistica informazioni, n.7, INU edizioni, Roma

 
 

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