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Sistema Informativo Territoriale della Provincia di Prato

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Elaborati di Progetto del PTC

Norme Tecniche di attuazione del PTC

Art. 40 - Aree a prevalente funzione agricola

1. Sono definite aree a prevalente funzione agricola quei terreni agricoli che presentano più deboli condizioni di continuità ed omogeneità rispetto alle caratteristiche specificate per le aree ad esclusiva funzione agricola. Tali aree sono residue ed influenzate dal sistema insediativo urbano, ed assumono il ruolo di risorsa territoriale ed ambientale per il territorio in cui sono inserite.

2. Sono aree a prevalente funzione agricola, riconoscibili a scala provinciale, le aree individuate dalla tav. P07, così denominate:

  • -Piana
  • -Montalbano
  • - Val di Bisenzio e Monteferrato: aree agricole di valenza ambientale.

3. Per le aree a prevalente funzione agricola valgono le seguenti disposizioni che integrano le finalità di cui alla L.R. 64/95 così come disciplinate dall'allegato 3 alle presenti NTA. Inoltre le seguenti disposizioni sono mirate anche a contenere, recuperare e prevenire le situazioni di degrado paesaggistico ed ambientale di cui all'Art. 32 del PIT.

PRESCRIZIONI

4. I Comuni, per le zone a prevalente funzione agricola, valutano che le scelte dei PS e degli altri strumenti di pianificazione del territorio soddisfino i seguenti criteri:

  1. a) individuare le zone ove vietare gli interventi di nuova edificazione funzionale alle attività agricole a norma dell'articolo 3 della legge regionale 14 aprile 1995, 64. A tale fine i P.S. e gli altri strumenti urbanistici comunali valutano, nel definire tali aree: il rispetto delle normative igienico sanitarie, di sicurezza, le istanze di salvaguardia di immobili, nuclei e pertinenze di particolare valore storico, le zone e le distanze di rispetto, la preesistenza di centri aziendali o dei nuclei del sistema insediativo rurale diffuso ove "appoggiare" eventuali nuove costruzioni, e la necessità di ridurre il rischio di interrompere l'elemento di continuità e di corridoio fra il sistema periurbano ed il sistema agricolo aperto della Piana e collinare del Montalbano;
  2. b) individuare e tutelare i varchi connettivi residui fra queste aree e di queste con il più ampio sistema del territorio rurale;
  3. c) nel caso di individuazione di aree per la realizzazione di infrastrutture e di opere di pubblica utilità, devono essere privilegiate le soluzioni che comportano il maggior risparmio di superficie agricola e che mantengono soluzione di continuità per le superfici agricole rimanenti. L'individuazione di tali aree dovrà prevedere il mantenimento di fasce di mitigazione, mascheramento e di transizione con il sistema agricolo aperto;
  4. d) definire criteri e parametri per la individuazione di terreni da destinarsi a funzioni agricole di carattere sociale e ricreativo-culturale, quali orti urbani, fattorie didattiche urbane, parchi agricoli, etc.;

5. L'area della piana contigua agli aggregati urbani è da considerare come ambito ad economia agricola debole, riconoscibile a scala provinciale, sulla base di quanto contenuto all'articolo 25 del PIT. In conseguenza di ciò i Comuni, per dette aree, valutano che le scelte dei PS e degli altri strumenti urbanistici soddisfino i seguenti criteri:

  1. a) individuare e tutelare dall'edificazione i corridoi di terreno agricolo che si insinuano nel contesto urbano creando continuità con il territorio agricolo aperto, al fine della loro conservazione nella loro continuità ed ampiezza;
  2. b)individuare misure di conservazione delle sistemazioni agrarie, degli appoderamenti, delle alberature perimetrali dei terreni agricoli, del sistema idrico superficiale, della struttura agricola residua di pianura da applicare anche attraverso incentivi, piani e programmi di cui all'art. 41 delle presenti NTA;
  3. c) effettuare il censimento e definire norme di tutela e salvaguardia delle strutture arboree lineari corrispondenti alla tipologia di associazioni ripariali in prossimità della rete idrica superficiale naturale e di impianto agricolo, aventi funzione di elementi naturali di continuità fra il contesto urbano ed il territorio agricolo aperto della Piana e con la Val Bisenzio e degli alberi monumentali, ai sensi dell'Art.3 L.R. 13 agosto 1998, n. 60;
  4. d) definire articolazioni funzionali e territoriali tali da favorire lo sviluppo di funzioni integrative del reddito agricolo e la fruizione pedonale e ciclabile delle aree stesse.
  5. e) tutelare gli spazi non edificati esistenti;
  6. f) il mantenimento della continuità delle aree agricole, evitando che nuove infrastrutture o impianti tecnologici ne producano un'ulteriore frammentazione;
  7. g) la definizione di indirizzi e prescrizioni per la manutenzione e il ripristino di elementi del paesaggio agrario storico con valenza anche ecologica (siepi, filari, strade interpoderali, sentieri etc.) da applicare anche attraverso incentivi, piani e programmi di cui all'art. 41 delle presenti NTA;
  8. h) il mantenimento della percorribilità della viabilità poderale ed interpoderale, sia per il transito dei mezzi agricoli che per la mobilità ciclopedonale;
  9. i) la rinaturazione delle gore ancora esistenti con valenze multiple (miglioramento della capacità di autodepurazione, presenza diffusa di elementi di naturalità, percorsi di fruizione per il tempo libero) e la valorizzazione della rete irrigua con opere di ingegneria naturalistica da applicare anche attraverso incentivi, piani e programmi di cui all'art. 42 delle presenti NTA;

6. Le aree pedecollinari del Montalbano sono da considerare come ambito ad economia agricola debole determinata dall'influenza urbana, riconoscibile a scala provinciale, sulla base di quanto contenuto all'articolo 26 del PIT. In conseguenza di ciò i Comuni, per dette aree, valutano che le scelte dei PS e degli altri strumenti urbanistici soddisfino i seguenti criteri:

  1. a) specificare, con riferimento alle aree individuate nell'elaborato P/06 per le Unità di paesaggio 24, 25, 27, 28, , le misure di conservazione, valorizzazione e ripristino delle sistemazioni agrarie, degli appoderamenti, delle alberature perimetrali dei terreni agricoli, del sistema idrico superficiale da attuare anche attraverso incentivi, piani e programmi di cui all'art. 41 delle presenti NTA;
  2. b) effettuare il censimento e definire norme di tutela e salvaguardia delle strutture arboree lineari corrispondenti alla tipologia di associazioni riparali in prossimità della rete idrica superficiale naturale e di impianto agricolo, aventi funzione di elementi naturali di continuità fra il contesto urbano ed il territorio agricolo aperto, e agli eventuali oliveti di impianto storico e degli alberi monumentali, ai sensi dell'art. 3 LR 13 agosto 1998, n. 60;
  3. c) individuare e tutelare dall'edificazione i corridoi di terreno agricolo e boscato che attraversano le aree urbanizzate creando continuità fra il territorio agricolo aperto collinare ed il territorio agricolo aperto della piana, al fine di conservarli nella loro continuità ed ampiezza.

7. Le aree della Val di Bisenzio e del Monteferrato sono da considerare come ambiti marginali ad economia debole, riconoscibili a scala provinciale, sulla base di quanto contenuto all'articolo 27 del PIT, il cui ruolo è tuttavia strategico per il mantenimento degli equilibri ambientali e per la prevenzione di fenomeni di criticità idrogeologica. In conseguenza di ciò i Comuni, per le zone a prevalente funzione agricola a valenza ambientale del STL Val di Bisenzio e Monteferrato, valutano che le scelte dei PS e degli altri strumenti urbanistici soddisfino i seguenti criteri:

  1. a) specificare le aree agricole, individuate dall'elaborato P/07 come aree agricole di valenza ambientale, da tutelare quali elementi di presidio e di caratterizzazione del territorio collegate al sistema insediativo rurale;
  2. b) specificare, con riferimento al progetto e alle norme del Sistema Funzionale Territoriale Patrimonio (art. 12 ed elaborato P/10), anche ai criteri di cui all'art. 12 comma 6 delle presenti NTA, il sistema turistico ricreativo ed escursionistico di collegamento fra i centri rurali di versante e di questi con il fondovalle ed il crinale e le aree dove privilegiare lo sviluppo delle attività di turismo rurale ed integrative del reddito agricolo;
  3. c)individuare eventuali aree dove vietare la realizzazione di strutture per colture protette e vivai per preservare il contesto paesaggistico ed evitare la prossimità con il sistema insediativo rurale;
  4. d) specificare il sistema viario (ripristino, adeguamento, nuova realizzazione) funzionale a garantire la fruibilità e l'accessibilità delle aree agricole frazionate e non contigue al sistema insediativo rurale, con riferimento a quanto individuato negli elaborati P/10 e P/12.
 
 

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