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Sistema Informativo Territoriale della Provincia di Prato

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Elaborati di Progetto del PTC

Norme Tecniche di attuazione del PTC

Art. 37 - Le aree boscate

1. Il PTC individua nella tavola P07 come Aree boscate, riconoscibili a scala provinciale, quei territori dove prevalgono le dinamiche naturali, costituite dal sistema del bosco al cui interno sono presenti diversi tipi di uso del suolo, quali praterie di crinale, seminativi, terreni nudi.

2. Le aree boscate comprendono quelle parti di territorio in cui prevalgono nettamente classi di uso del suolo gradualmente sempre più indipendenti, nella loro evoluzione od equilibrio, dall'attività umana, o dove l'attività colturale dell'uomo non comporta cadenze periodiche brevi ma si caratterizza per cicli di diversi anni (vedi ceduazione, taglio alto fusto, etc.); oppure l'attività agricola si limita alla raccolta dei prodotti senza modifiche sostanziali delle condizioni del suolo o soprassuolo (pascoli -castagneto da frutto).

3. I comuni acquisiscono le perimetrazioni contenute nella tavola P/07, e le riportano nei PS e negli altri strumenti urbanistici comunali.
I comuni possono, in ogni caso, in base ad approfondimenti a scala di dettaglio, specificare, integrare e modificare le perimetrazioni delle aree boscate di cui sopra.

4. Le Aree boscate individuate dalla tav. P07 sono le seguenti:

  • - STL Montalbano: Sistema del Barco Reale del Montalbano
  • - STL Val di Bisenzio e Monteferrato: Sistema delle faggete; Sistema del castagneto; Sistema dei boschi e delle praterie della Calvana.

5. Per le aree boscate, risorsa agro-ambientale ai sensi dell'art. 31 del PIT comma 4, valgono le seguenti disposizioni che integrano le finalità di cui alla L.R. 64/95 così come disciplinate dall'allegato 3 alle presenti NTA. Le seguenti disposizioni sono mirate a contenere, recuperare e prevenire le situazioni di degrado paesaggistico ed ambientale di cui all'Art. 32 del PIT, e nello specifico di quanto previsto dal punto 4 del medesimo articolo. L'eventuale Regolamento Forestale Provinciale tiene anch'esso conto, per quanto di competenza, in attuazione della LR 39/2000, dei contenuti dei seguenti articoli.

PRESCRIZIONI

6. I Comuni, per le aree boscate, dovranno:

  1. a) individuare una fascia di rispetto della profondità minima di 100 ml da cui escludere la realizzazione di insediamenti abitativi, produttivi, discariche ed ogni altra struttura che possa comportare rischio di incendio, salvo garantirvi contestualmente alla realizzazione dell'opera l'attuazione di misure atte a prevenire il rischio di incendio;
  2. b) individuare, entro la fascia di rispetto di 100 m, la presenza di strutture ed insediamenti a rischio di incendio, prevedendo specifiche norme finalizzate alla riduzione del rischio stesso (obbligo di spalcatura di conifere, presidi antincendio, fasce di isolamento, ripulitura del sottobosco e diradamenti dei soprassuoli in prossimità dei margini di contatto con le aree aperte, etc. ).
  3. c) individuare all'interno dell'area boscata quelle porzioni di territorio dove sono presenti terreni agricoli con funzione di presidio e di mantenimento del territorio, e dove questi costituiscono caratteri ed elementi di interesse paesaggistico, storico, testimoniale, naturale legati al sistema insediativo dei nuclei rurali;
  4. d) individuare e definire regimi normativi atti a favorire la conservazione ed il recupero, all'interno dell'area boscata, delle porzioni di territorio aperto dove favorire la convivenza fra le attività agricole e la funzione di apprestamenti pabulari per gli ungulati selvatici e di aree di nidificazione e frequenza per altre tipologie faunistiche; e) individuare le praterie di crinale, i prati, prati-pascolo ed i pascoli cacuminali, dove limitare l'uso di strutture permanenti funzionali all'attività agricola, in modo da favorire il mantenimento degli elementi di naturalità;

7. I PS, gli strumenti di pianificazione specialistica, di programmazione ed i piani di settore della Provincia, in accordo fra loro, assoggettano le aree boscate ad uno dei seguenti regimi, anche tenendo conto, con particolare riferimento alle modalità tecniche di perseguimento degli obiettivi, di quanto prescritto dalla L.R. 39/00:

  • -regime di tutela. Tale regime deve applicarsi alle superfici boscate di maggior pregio ambientale (naturalistico e paesaggistico), dove garantire il rispetto delle dinamiche evolutive naturali che il soprassuolo presenta;
  • -regime di conservazione e valorizzazione. Tale regime deve applicarsi alle superfici boscate che presentano una eterogeneità specifica e colturale dove garantire, contemporaneamente allo sfruttamento economico, la conservazione e miglioramento delle condizioni e della qualità economica e naturale del soprassuolo;
  • -regime di trasformazione. Tale regime deve applicarsi alle superfici boscate con specie alloctone che limitano l'affermarsi di specie autoctone, che presentano particolare vulnerabilità agli incendi boschivi, alla manifestazione di focolai fitopatologici, problematiche di equilibrio idro-geologico, alle superfici agricole colonizzate e/od in corso di colonizzazione da arbusteti e/o da individui arborei. Gli interventi ammissibili, oltre che di recupero funzionale e qualitativo del soprassuolo, contemporaneamente allo sfruttamento economico, potranno consentire la trasformazione di limitate aree boscate per fini agricoli, turistico ricreativi, faunistici ed opere di pubblica utilità in genere.
PRESCRIZIONI

8. I Comuni, per l'area boscata Sistema del Barco Reale del Montalbano, valutano che le scelte dei PS e degli altri strumenti urbanistici comunali soddisfino i seguenti criteri:

  1. a) individuare e disciplinare il sistema di fruizione turistico-ricreativa, a supporto delle attività agricole integrative (turismo ambientale e turismo rurale), compatibile con le istanze di salvaguardia e tutela del bosco;
  2. b) effettuare una individuazione specifica per il Barco Reale delle eventuali porzioni di bosco da sottoporre ai regimi di cui al precedente punto 7, lettere a, b, c, nel contesto dell'aspetto unitario interprovinciale che lo caratterizza;

9. I Comuni, per l'area boscata Sistema delle faggete (STL Val di Bisenzio e Monteferrato) valutano che i PS e gli altri strumenti urbanistici comunali soddisfino i seguenti criteri:

  • - specificare ed individuare le praterie di crinale, i prati, prati-pascolo ed i pascoli cacuminali individuati dall'elaborato QC09 - Uso del suolo- con specificazione dell'uso agricolo e forestale e dalla relativa banca-dati, dove regolamentare la realizzazione di strutture permanenti funzionali all'attività agricola, regolamentare l'attività agricola, in modo da favorire la salvaguardia e conservazione degli elementi di naturalità e degli usi produttivi storici;
  • - individuare le superfici boscate, con particolare riferimento ai soprassuoli a faggeta, da sottoporre a particolari regimi di tutela e, di conservazione e valorizzazione , come specificato al punto 7 del presente articolo, per mantenere la continuità di crinale del sistema;
  • - individuare le superfici boscate poste ai limiti vegetazionali estremi (abissali e sommitali) da sottoporre a particolari regimi di tutela, di conservazione e valorizzazione, come specificato al punto 6 del presente articolo;
  • - individuare le fasce di transizione vegetazionale fra la faggeta ed i boschi contermini da sottoporre a particolari regimi di tutela, di conservazione e valorizzazione, come specificato al punto 6 del presente articolo per il mantenimento della eterogeneità specifica e strutturale.

10. I Comuni, per l'area boscata del Sistema del castagneto (STL Val di Bisenzio e Monteferrato), valutano che le scelte dei PS e degli altri strumenti urbanistici comunali soddisfino i seguenti criteri:

  • - specificare ed integrare le aree individuate dal QC09 e dall'elaborato P07 come aree a castagneto, individuando eventualmente le superfici boscate dove escludere la realizzazione, ampliamento, adeguamento strutturale, di immobili ed annessi funzionali alla conservazione e/o recupero del ciclo produttivo del castagneto da frutto (metati, tirasotto ed altre tipologie di annessi)
  • - individuare le operazioni di ripristino, adeguamento, nuova realizzazione del sistema viario funzionale a garantire la fruibilità e l'accessibilità del castagneto da frutto;
  • - individuare l'area del castagneto da frutto funzionale all'attivazione e riconoscimento di marchi di qualità.

11. I Comuni, per l'area boscata del Sistema boschi e praterie della Calvana (STL Val di Bisenzio e Monteferrato), fatto salvo quanto previsto dall'eventuale regolamento dell' ANPIL della Calvana, valutano che le scelte dei PS e degli altri strumenti urbanistici comunali soddisfino i seguenti criteri:

  • - individuare le praterie di crinale, i prati, prati-pascolo ed i pascoli cacuminali individuati dall'elaborato QC09 - Uso del suolo con specificazione dell'uso agricolo e forestale e dalla relativa banca-dati, dove regolamentare la realizzazione di strutture permanenti funzionali all'attività agricola, regolamentare l'attività agricola, in modo da favorire la salvaguardia e conservazione degli elementi di naturalità;
  • - definire le fasce di transizione vegetazionale fra le aree aperte di crinale ed i boschi contermini da sottoporre a particolari regimi di tutela, di conservazione e valorizzazione, come specificato al punto 8 del presente articolo per il mantenimento della eterogeneità specifica e strutturale.

12. I Comuni, per l'area boscata del Sistema boschi del Monteferrato fatto salvo quanto previsto dal regolamento dell' ANPIL Monteferrato valutano che le scelte dei PS e degli altri strumenti urbanistici soddisfino i seguenti criteri:

  • - individuare e disciplinare il sistema di fruizione turistico-ricreativa, a supporto delle attività agricole integrative (turismo ambientale e turismo rurale) della zona di transizione con il fondovalle favorendo il ruolo di raccordo fra il Sistema pedemontano di Montemurlo e i sistemi interni della Val Bisenzio del castagneto da frutto e delle faggete;
  • - individuare le superfici boscate dove consentire la trasformazione di limitate aree boscate per scopi agricoli, turistico ricreativi, con fini di controllo e gestione della fruizione ricreativa del bosco;
  • - verificare e specificare la superficie boscata a Pino Marittimo individuata dal QC09 da sottoporre al regime di trasformazione in funzione di un recupero specifico e strutturale del soprassuolo degradato.
INDIRIZZI

13. I PS al fine di orientare e calibrare le scelte urbanistiche e al fine di costruire gli elementi necessari per redigere le attività di valutazione, ai sensi dell'art. 32 della LR 5/95, dovranno inoltre tenere conto dei seguenti indirizzi:

  1. a) privilegiare, nell'individuazione di aree per la realizzazione di infrastrutture e di opere di utilità pubblica nonché di aree per opere funzionali alle operazioni colturali in bosco, le soluzioni che comportano il maggior risparmio di superficie boscata e/o di praterie di crinale, di prati, prati-pascolo e pascoli cacuminali, conservando contemporaneamente soluzione di continuità con le superfici rimanenti;
  2. b) individuare la struttura e la tipologia del sistema di fruibilità turistico-ricreativa delle aree boscate, definendone regimi normativi che tengano conto delle istanze produttive, di conservazione e salvaguardia del soprassuolo;
  3. c) disciplinare la realizzazione di viabilità forestale, distinguendo fra viabilità permanente e viabilità temporanea per le operazioni silvocolturali, con riferimento alla LR 39/2000. Per la eventuale viabilità permanente andrà privilegiato il ripristino dei tracciati della viabilità storica;
  4. d) prevedere la sistemazione ed il ripristino dello stato dei luoghi conseguente alla realizzazione delle opere accessorie alle operazioni colturali in bosco con tecniche e materiali riconducibili ai principi della Ingegneria Naturalistica questo anche in riferimento a quanto stabilito dalla LR 39/2000;
  5. e) supportare, tramite specifici indirizzi, le attività economiche legate alla silvicoltura anche in riferimento al recupero delle biomasse derivate da tale attività.
 
 

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