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Sistema Informativo Territoriale della Provincia di Prato

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Elaborati di Progetto del PTC

Norme Tecniche di attuazione del PTC

Art. 15 - L'integrità geomorfologica

1. La Carta della Integrità Geomorfologica (P03) della Provincia di Prato deriva dalle elaborazioni delle informazioni raccolte a scala provinciale contenute nelle carte di natura geolitologica (QC03) e geomorfologica (QC04) acquisite nel PTC come tavole di Quadro Conoscitivo, nonché dalla consultazione e dalla lettura di documenti tecnico - ambientali e dei relativi quadri conoscitivi esistenti, vigenti o in corso di approvazione, tra cui il Progetto di Piano per l'Assetto Idrogeologico (P.A.I.).

2. La carta della integrità Geomorfologica contiene una distribuzione areale della "pericolosità intrinseca" attribuita alle associazioni litologiche omogenee e ai complessi rocciosi, oltre che alle zonazioni dei depositi sedimentari sciolti e dei fenomeni geomorfologici cartografabili, con criteri estensivi. Essa contiene inoltre le indicazioni lineari e puntuali relative ad evidenze di "caratteri speciali" di tipo morfologico, geomorfologico e idrografico particolari che hanno una valenza o una vera e propria incidenza nella valutazione finale della pericolosità del territorio. Infine la Carta P03 riporta la posizione ed il perimetro delle tre situazioni geomorfologiche codificate con la massima pericolosità da frana - PF4, identificate per il territorio della Provincia di Prato nel livello di dettaglio (scala 1:10.000) del Piano Straordinario per l'Assetto Idrogeologico (di seguito P.S.A.I. - D.L. 180/98, L. 267/99, Del.C.I. Aut. Bac. Arno 135 e 136/99).

3. La lettura complessiva della carta della integrità geomorfologica terrà in considerazione contemporaneamente sia le classi di "pericolosità intrinseca", rappresentate dal colore e dal rispettivo valore numerico, sia i "caratteri speciali", che indicano la necessità di associare alle precauzioni ed agli indirizzi per ciascuna classe di pericolosità intrinseca una particolare "attenzione" nella valutazione della pericolosità finale, ovvero un "aggravamento". I segni di attenzione e di aggravamento sono valutati per entità e tipologia di incidenza nell'ambito degli studi geologici più dettagliati di supporto agli strumenti urbanistici comunali generali e attuativi e loro varianti.

4. Le indicazioni contenute nella carta della integrità geomorfologica costituiscono le basi conoscitive con cui gli studi geologici di maggior dettaglio di ambito comunale o locale di supporto agli strumenti urbanistici dovranno coordinarsi, caratterizzando e specificando tutti i possibili aspetti di tipo geologico e geomorfologico che la pianificazione del territorio richiede, i contenuti della pianificazione di bacino integrano tali indicazioni. Per quanto riguarda il territorio dell'Autorità di Bacino del Fiume Reno, i contenuti della Pianificazione del bacino integrano le indicazioni della Carta della Fragilità Geomorfologica. Gli studi geologici e geomorfologici redatti successivamente alla stesura del PTC e quelli di maggior dettaglio effettuati in ambito urbanistico da soggetti pubblici o di interesse pubblico parteciperanno all'aggiornamento della Integrità Geomorfologica provinciale redatta in questa sede.

5. La definizione delle quattro classi di "pericolosità intrinseca" che sono state assunte nelle presenti norme derivano da quelle, note e validate dall'utilizzo quasi ventennale, contenute nella vigente DCRT 94/85, ovvero:

  • Classe 1: pericolosità irrilevante;
  • Classe 2: pericolosità bassa;
  • Classe 3: pericolosità media;
  • Classe 4: pericolosità elevata.

6. Le descrizioni delle precedenti classi di pericolosità fanno riferimento alla DCRT 94/85, aggiornandola laddove le norme successive, quali le DCRT 12/00, lo abbiano consentito. In particolare:

  • - Pericolosità Irrilevante (P1): in questa classe ricadono le aree in cui sono assenti limitazioni derivanti da caratteristiche geologicotecniche e morfologiche e non si ritengono probabili fenomeni di amplificazione o instabilità indotte dalla sollecitazione sismica. Questa classe di pericolosità non risulta rappresentata nel territorio della provincia di Prato.
  • - Pericolosità Bassa (P2): corrisponde a situazioni geologico-tecniche apparentemente stabili sulle quali però permangono dubbi che comunque potranno essere chiariti a livello di indagine geognostica di supporto alla progettazione edilizia. In questa classe di pericolosità intrinseca sono state inserite le associazioni litologiche e a prevalente componente lapidea rappresentate da arenarie, calcari e marne con minori componenti di argilliti e siltiti. Risultano inoltre inserite in questa classe i complessi vulcanici massicci, i depositi di conoide, i depositi alluvionali terrazzati e i depositi antichi fluvio-lacustri. Infine rientrano in pericolosità bassa anche i depositi colluviali, eluviali residuali e detritici, purché in giacitura orizzontale.
  • - Pericolosità Media (P3): non sono presenti fenomeni attivi, tuttavia le condizioni geologico-tecniche e morfologiche del sito sono tali da far ritenere che esso si trovi al limite dell'equilibrio e/o può essere interessato da fenomeni di amplificazione della sollecitazione sismica o di liquefazione o interessato da episodi di alluvionamento o difficoltoso drenaggio delle acque superficiali. In questa classe di pericolosità intrinseca invece sono inclusi i litotipi lapidei caotici e stratificati ma tettonizzati, le rocce vulcaniche non massicce, i depositi di paleofrane in giacitura orizzontale e i depositi sciolti inattivi in giacitura inclinata. In queste zone ogni intervento edilizio è fortemente limitato e le indagini di approfondimento dovranno essere condotte a livello dell'area nel suo complesso, sono inoltre da prevedersi interventi di bonifica e miglioramento dei terreni e/o l'adozione di tecniche fondazionali di un certo impegno.
  • - Pericolosità Elevata (P4): In questa classe ricadono aree interessate da fenomeni di dissesto attivi (frane - forte erosione - fenomeni di subsidenza - frequenti inondazioni) o fenomeni di elevata amplificazione della sollecitazione sismica e liquefazione dei terreni. In questa classe sono stati inseriti i deposito di frana i corpi di paleofrane inclinati e i depositi di versante con indizi di instabilità.

7. Prescrizioni per le aree con pericolosità intrinseca irrilevante (P1)
L'elaborazione degli elementi ambientali derivati dal quadro conoscitivo acquisiti alla scala provinciale non ha permesso di identificare aree cui attribuire la pericolosità di classe 1.Pur tuttavia non è escluso che il successivo sviluppo delle indagine più dettagliate condotte a livello comunale dalle singole Amministrazioni Comunali o di quelle ancora più ristrette volte a supporto di tutti gli altri Strumenti Attuativi nel campo dell'urbanistica e della gestione del territorio rurale possano prevedere ed identificare zone con stabilità certa e assenza di qualsiasi presupposto di rischio o incertezza riferita al comportamento del suolo o del sottosuolo di intervento.
Per questo motivo nelle aree caratterizzate da pericolosità intrinseca di classe 1 che potranno scaturire delle successive fasi di indagine ambientale in campo pianificatorio, la prescrizione residua è quella che sia condotta un'indagine geologica e geomorfologica di dettaglio e verificata a livello locale la fattibilità dell'intervento urbanistico, della previsione, della variante o della trasformazione del territorio. In particolare in queste aree di eventuale determinazione si dovrà tenere conto degli effetti dei fenomeni sismici in particolare sui tipi litologici sciolti (liquefazione, assestamenti, reazione, rigidità e comportamento del terreno), caratterizzando il sottosuolo per quello che serve a sopportare la progettazione antisismica.

8. Prescrizioni per le aree con pericolosità intrinseca basse (P2)
Nelle aree interessate da pericolosità intrinseche di classe 2 non vi sono limitazioni alle tipologie di previsione, attuazione o trasformazione del territorio, che risultano quindi tutte ammesse purché supportate da un'indagine geologica o geomorfologica locale ed approfondimento commisurato all'impatto dell'intervento da realizzare sul territorio e all'entità e tipologia della trasformazione. Dovranno in ogni caso essere chiarite le condizioni di stabilità geomorfologica e geotecnica delle zone di intervento e approfonditi gli aspetti legati al possibile sviluppo di situazioni di rischio sia per opere o interventi che per le aree che li comprendono e per le zone adiacenti; se necessario la progettazione si farà carico dei presidi atti a superare i condizionamenti che dovessero emergere.

9. Prescrizioni per le aree con pericolosità intrinseca media (P3)
Nelle aree interessate da pericolosità intrinseca di classe 3 non vi sono limitazioni alla tipologia di previsioni o di trasformazioni che si possono pianificare, le quali quindi risultano tutte ammesse a condizione che vengano realizzate dopo aver approfondito e chiarito ogni aspetto specifico legato alle pericolosità geologica e geomorfologica specifica del territorio. In quest'ottica occorrerà supportare tutti gli strumenti di pianificazione e trasformazione (urbanistica e rurale) del territorio con uno studio geologico-geomorfologico dettagliato, in cui sia analizzata la stabilità della zona interessata sia prima che a seguito della realizzazione dell'intervento. Le indagini dovranno estendersi all'intera area di intervento e, compatibilmente alle estensioni, all'intera area soggetta alla pericolosità di classe 3, nella quale si acquisiranno informazioni sui fenomeni che inducono instabilità o incertezza nella ricostruzione e modellazione geologica complessiva, siano esse zone di pianura o di versante. Si specificheranno le situazioni geometriche e geotecniche dei depositi sciolti, le situazioni di alterazione e fratturazione dei tipi lapidei, le situazioni di drenaggio superficiale e sotterraneo in relazione al comportamento dei terreni e delle aree e si svilupperanno tutte le possibili evoluzioni dei fenomeni geomorfologici e geotecnici, sia nello spazio che nel tempo. Tutti i condizionamenti accertati nel corso dell'indagine complessiva dovranno essere incorporati nella progettazione degli interventi dove, se necessario, si valuterà lo sviluppo di tutti quei presidi e quegli accorgimenti necessari al raggiungimento delle condizioni di massima sicurezza. Inoltre si verificherà con la massima cura che a seguito delle realizzazioni dell'intervento non vi siano aggravamenti nelle condizioni di stabilità nelle zone limitrofe.

10. Prescrizioni per le aree con pericolosità intrinseca elevata (P4)
Nelle aree individuate di pericolosità intrinseca di classe 4, la fattibilità di previsioni e trasformazioni è limitata, per cui potranno essere ammessi solo strumenti di pianificazione contenenti:

  • - Opere di bonifica e consolidamento, compresi gli interventi di regimazione delle acque e quelli necessari a garantire la pubblica incolumità;
  • - Interventi su opere e manufatti esistenti senza aggravio dell'impatto sul suolo o sul sottosuolo;
  • - Interventi volti alla riduzione della vulnerabilità del territorio e del suo patrimonio esistente;
  • - Interventi di trasformazione agricola e rurale tesi alla conservazione ed alla stabilizzazione dei suoli;
  • - Interventi di miglioramento agricolo forestale che risultino fattibili dal punto di vista geomorfologico ed agronomico in condizioni di assoluta sicurezza.

11. Le precedenti limitazioni all'uso del territorio negli strumenti di pianificazione comunali e attuativi sono mantenuti fintanto che non siano state eliminate le cause che avevano fatto nascere le zonazioni di pericolosità elevata con interventi di bonifica e consolidamento i cui progetti sono approvati dall'Amministrazione Comunale.

12. Nella lettura complessiva della Tav. P03 Integrità Geomorfologica concorrono anche i segni particolari che si sovrappongono alle classi di "pericolosità intrinseca" precedentemente descritte e condizionate. Tali segni si distinguono in:

  • - "elementi di attenzione"
  • - "elementi di aggravamento"

ovvero rispettivamente:

  • - segni per i quali è sufficiente acquisire conoscenze e interpretarne il significato morfologico geologico e geomorfologico da osservazioni effettuate sul terreno;
  • - segni per i quali è necessario comprenderne il ruolo ed il peso in rapporto con il litotipo a cui si riferiscono o su cui si sovrappongono, conoscerne la causa e lo sviluppo, prevederne gli effetti e le possibili conseguenze sul territorio la realizzazione di previsioni, attuazioni o trasformazioni di qualunque natura.

13. In riferimento ai segni particolari, si specifica che:

  • - i segni lineari riferiti agli effetti della tettonica come le faglie certe e probabili, i contatti tettonici, i sovrascorrimenti sono elementi di aggravamento nella misura in cui rappresentano delle fasce di possibile attività in condizione sismiche o di instabilità anche in condizioni statiche. La loro ampiezza è indeterminabile a priori, se con specifici rilievi di tipo strutturale, e dipende sia dal tipo litologico su cui si sono impostate le lineazioni o dai tipi litologici che esse mettono a contatto, sia dall'entità dei movimenti che rappresentano;
  • - in vicinanza di tali elementi lineari di aggravamento è necessario procedere con previsioni o interventi estremamente prudenti, modulando magari, ove possibile, la distribuzione delle trasformazioni del territorio nel modo più cautelativo e restrittivo, fino anche a precludere la fattibilità della modificazione o dell'attuazione se il rischio rimane ancora eccessivo;
  • - i segni riferiti a fenomeni geomorfologici, come la frana di dimensioni non cartografabile, le evidenze di soliflusso o gli orli di scarpateattive, rappresentano un estensione di territorio non definita a priori e soggetta, prima che a interpretazioni di significato, alla sensibilitàsoggettiva del rilevatore: in questo caso al dettaglio che si è voluto attribuire alla carte del QC di natura geologica;
  • - i segni riferiti a fenomeni geomorfologici, siano essi di attenzione che di aggravamento, inducono quindi un grado di considerazione aggiuntivo alle classi di pericolosità intrinseca cui si riferiscono e devono indirizzare l'indagine geologica, geomorfologia e geotecnica di maggior dettaglio, svolta a scala comunale o locale, verso metodi di analisi specifici e verso l'identificazione di limitazioni o di condizionamenti urbanistici, progettuali o realizzativi, prima ancora che di dimensionamento esecutivo di opere, nei confronti dei tutti gli strumenti di pianificazione;
  • - i segni di fenomeni di natura idrografica e idraulica, che sono legati principalmente all'erosione delle acque incanalate e inruscellamento, hanno un valore molto simile ai precedenti di tipo geomorfologico: come quelli non rappresentano un ambito territoriale definito a priori e quindi caratterizzano il territorio nel quale sono inseriti lasciano spazio di approfondimento all'indagine specifica di dettaglio. Essi possono indirizzare ancora una volta sia gli studi geologici successivi, sia gli sviluppi previsionali e progettuali degli strumenti di pianificazione generale e attuativa.

14. Su tutte le classi di "pericolosità intrinseca" del tipo geomorfologico incombono, per tutti i territori dei comuni che risultano a rischio sismico in varie classi e categorie (DCTR 94/85), gli effetti potenziali dei fenomeni sismici, che potranno essere considerati da un lato utilizzando gli elementi ed i segni aggiuntivi alla carta della integrità geomorfologica (creste, orli di scarpata, etc.), dall'altro valutando il comportamento meccanico proprio degli stessi tipi litologici all'azione dinamica delle onde sismiche. Il risultato di queste elaborazioni di dettaglio da realizzarsi a livello di indagini di supporto a tutti i tipi di strumenti di pianificazione è espresso sotto forma di zonazione particolare del territorio soggetto o potenzialmente soggetto agli effetti sismici contemporaneamente alla redazione di condizionamenti specifici e restrizioni all'uso dei territori che non dovessero manifestare le condizioni di realizzazione degli interventi o di previsione al massimo grado di sicurezza.

15. Interventi di trasformazione del territorio agricolo e rurale. Limitatamente agli interventi o ai programmi di trasformazione del territorio agricolo forestale, gli strumenti di pianificazione e programmazione del territorio a verde dovranno acquisire, tramite apposite indagini geologiche, geomorfologiche e geopedologiche, specifiche informazioni sulla pericolosità idraulica locale, oltre che di stabilità se si tratta di terreni acclivi, in particolare sugli aspetti legati all'erosione dei suoli, al trasporto solido nel reticolo di deflusso o all'alterazione dei terreni, e confrontarsi sia con i dati scaturiti che con i risultati emersi dallo studio, in modo tale da verificare e soddisfare in dettaglio tutti gli aspetti di natura rurale e connessi con gli le componenti geologiche e geomorfologiche (erosione dei suoli, trasporto del carico solido, efficienza del reticolo idrografico, ecc,).

16. Le misure di salvaguardia per gli areali soggetti ai fenomeni franosi di cui al P.S.A.I. dell'Autorità di Bacino F. Arno
Per le zone della Carta P03 che riportano gli areali soggetti ai fenomeni franosi del livello di dettaglio in scala 1:10.000 di cui al P.S.A.I. dell'Autorità di Bacino F. Arno valgono le misure di salvaguardia di cui agli Artt. 1-5 delle NTA allegate allo Strumento citato, relativo alla rimozione delle situazioni a rischio idrogeologico più alto, recante l'individuazione e la perimetrazione delle aree a pericolosità e a rischio idraulico e di frana molto elevato.

 
 

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