SIT della Provincia di Prato / Elaborati di Progetto del
PTC
CAPO I I piani provinciali di settore
Art. 63 Il piano provinciale di gestione dei rifiuti
1. La Provincia, coerentemente con gli indirizzi del 6° Programma di Azione ambientale della Commissione europea e del PRS 20012005 della Regione Toscana, promuove (nell'ordine indicato) azioni finalizzate a:
- - cambiare la concezione culturale di ciò che viene scartato dai cicli di produzione e riproduzione, da rifiuto (che va smaltito) a risorsa (che può essere riutilizzata);
- - diminuire la quantità dei rifiuti comunque prodotti;
- - reintrodurre i beni scartati nel ciclo economico, attraverso il loro riuso oppure (quando ciò non sia possibile) il riciclo;
- - recuperare il potenziale energetico dei beni di cui sia impossibile, troppo difficile o antieconomico il riciclaggio;
- - conferire in discariche sicure e controllate soltanto la parte residua di questo processo, il rifiuto propriamente detto.
Essa inoltre promuove:
- - accordi di programma con la grande distribuzione per la restituzione degli imballaggi e dei prodotti usati dal consumatore al produttore o a chi possieda le tecnologie per trattarli;
- - accordi di programma con le associazioni di commercianti, ristoratori, pubblici esercizi ecc. per la sostituzione di imballaggi a perdere con imballaggi a rendere, e per la riduzione degli imballaggi e dei prodotti usa e getta in generale;
- - l'adozione di "codici di comportamento" relativi alla produzione dei rifiuti e al loro trattamento per le diverse categorie produttive;
- - una campagna di "acquisti verdi" per gli uffici e i servizi pubblici, per rivedere le forniture sostituendole con prodotti che generino meno rifiuti e minor inquinamento;
- - l'obbligo, per le feste e le manifestazioni organizzate o co-finanziate dall'ente pubblico, di usare stoviglie riciclabili;
- - campagne scolastiche di educazione al riuso e riciclo, e di dissuasione dai consumi che generano rifiuti non recuperabili;
- - la previsione di trattamenti di depurazione delle acque reflue in grado di ridurre la quantità dei fanghi residui, o di migliorarne la qualità rendendoli utilizzabili in agricoltura.
2. A tal fine, i Piani provinciali dei rifiuti prevedono:
- - isole ecologiche di conferimento e riciclo comunali, in rete fra loro; oltre alle funzioni tecniche, percorsi espositivi e didattici che illustrano il cammino dei beni di scarto verso il loro recupero, e svolgono funzioni di centro-servizi al riuso;
- - il raggiungimento di una quota media della raccolta differenziata sul territorio provinciale pari al 40% dei rifiuti complessivamente prodotti, con l'introduzione di servizi personalizzati sulle esigenze degli utenti e della massima informazione ai cittadini in merito a luoghi di destinazione delle frazioni e modalità di riciclo;
- - la destinazione degli impianti di compostaggio alla produzione di compost di qualità, selezionando opportunamente a tal fine le tipologie di rifiuti organici accettabili, e di FOS (frazione organica stabilizzata) da utilizzare principalmente per recuperi ambientali.
3. I nuovi impianti di raccolta differenziata, recupero e trattamento devono tendere alla ottimizzazione del servizio con attenzione particolare alla valorizzazione della dimensione locale del servizio stesso.
4. Il Piano provinciale per la bonifica dei siti inquinati dovrà definire i livelli di bonifica necessari per ogni sito in relazione alle indicazioni progettuali e normative del PTC che incidono sulla futura destinazione d'uso del sito stesso.
Art. 64 Il piano energetico provinciale
1. La Provincia, coerentemente con gli indirizzi del 6° Programma di Azione ambientale della Commissione Europea, con gli impegni assunti dal Piano energetico regionale per contribuire alla riduzione delle emmissioni di provenienza energetica e con le previsioni del proprio Piano Energetico, promuove (nell'ordine indicato) azioni di:
- - censimento delle potenzialità offerte dalle fonti energetiche rinnovabili e loro valorizzazione sostenibile;
- - razionalizzazione del sistema energetico e riduzione dei consumi;
- - recupero di energia dalle frazioni combustibili dei rifiuti.
2. A tal fine, il Piano energetico provinciale prevede:
- - la promozione di impianti di sfruttamento delle diverse energie rinnovabili (eolico, biomasse, fotovoltaico, solare termico, idroelettrico, geotermico), facendo proprio l'obiettivo di una tendenziale chiusura dei cicli energetici a livello locale; conseguentemente, l'energia prodotta dovrà essere disponibile prioritariamente per gli utenti prossimi al luogo di installazione dei nuovi impianti;
- - criteri di dimensionamento e localizzazione dei nuovi impianti che soddisfino il miglioramento complessivo dell'ecosistema provinciale, l'inserimento paesistico e la produzione energetica, anziché l'ottimizzazione della sola produzione;
- - la verifica, anche attraverso l'uso degli indicatori ambientali di cui all'Allegato 4 alle presenti NTA, che le previsioni del piano stesso contribuiscano a diminuire le pressioni esercitate sulle diverse risorse e a migliorare lo stato delle diverse risorse ambientali, sia all'interno che all'esterno del territorio provinciale.
Art. 65 Il piano provinciale dei servizi di trasporto pubblico
1. La politica provinciale in materia di trasporti è definita nel perseguimento degli obiettivi generali del PTC e specifici del SF Mobilità e nell'osservanza dei criteri, delle prescrizioni e degli indirizzi di cui all'art. 14 e al Capo V.
2. Ai sensi e ai fini di cui al comma 1 è formato il programma provinciale dei servizi di trasporto pubblico, con i contenuti e secondo i procedimenti di cui all'art. 8 della L.R. 31 luglio 1998, n. 42.
3. In particolare il piano provinciale del trasporto pubblico dovrà:
- - perseguire l'obiettivo del rilancio del trasporto collettivo extraurbano attraverso una adeguata riorganizzazione della rete e adottare e sviluppare idonee campagne promozionali;
- - perseguire il concetto di integrazione tra linee bus e sistema ferroviario e di stretto raccordo tra linee extraurbane e urbane, sull'intero territorio provinciale e di creazione o potenziamento di nodi di scambio modale tra la rete del trasporto pubblico su gomma, la rete ferroviaria, le strade e la rete delle piste ciclabili.
- - indirizzare sul trasporto collettivo parte degli spostamenti effettuati in auto e gravitanti sui bacini di maggior domanda di spostamento del territorio, con particolare riferimento alle aree a maggior concentrazione insediativa e minor dotazione infrastrutturale (Val di Bisenzio);
- - confermare e potenziare le linee forti, emerse dall'analisi dei dati di spostamento della rete operate dal PTC, assumendo come poli principali di riorganizzazione del trasporto pubblico i centri di Vaiano, Montemurlo e Poggio a Caiano e strutturando quindi le principali linee Prato - Vaiano, Prato - Montemurlo, Prato - Poggio a Caiano;
- - riorganizzare e potenziare il servizio e delle stesse linee su gomma lungo la direttrice del ferro Prato-Vernio (servizio regionale) e Prato-Montemurlo (servizio metropolitano) in maniera tale da non mettere in competizione i due modi di trasporto collettivo;
- -potenziare i punti di interscambio modale della rete ferroviaria con la rete del trasporto pubblico su gomma, rendendoli funzionali all'accesso di auto e biciclette;
- -introdurre e promuovere sistemi di trasporto innovativi, aventi ridotto impatto ambientale.