SIT della Provincia di Prato / Elaborati di Progetto del PTC

CAPO I Articolazione del territorio provinciale

Art. 6 Sistemi territoriali di programma, sistemi territoriali locali e sistemi territoriali funzionali

1. Il territorio della provincia di Prato è articolato nei seguenti Sistemi Territoriali di Programma, individuati dal PIT:

2. Il PTC attua e specifica le disposizioni di cui all'art.6 commi 4 e 5 del PIT articolando il Sistema Economico Locale di cui alla DCR 219/99, coincidente con il territorio provinciale, in tre sottosistemi territoriali locali (STL): Val di Bisenzio e Monteferrato, Piana, Montalbano. Per ciascun STL, vengono definiti obiettivi e invarianti riferiti alle tre tipologie di risorse individuate dal PIT: città e insediamenti urbani, rete delle infrastrutture per la mobilità, territorio rurale. Per quanto riguarda la disciplina dell'integrità paesistica, ciascun STL è a sua volta articolato in Unità di paesaggio, di cui agli artt. 31-33 del Capo II.

3. Ai fini della definizione di specifici obiettivi di organizzazione, riordino e infrastrutturazione delle funzioni, il PTC individua i sistemi territoriali funzionali, con riferimento all'art. 7 del PIT, che integrano le indicazioni e assumono le regole dei diversi sistemi territoriali su cui insistono, restituendone una selezione e integrandola con specifiche indicazioni di progetto funzionali alle diverse politiche territoriali che lo stesso PTC persegue.

Art. 7 STL della Val di Bisenzio e Monteferrato: obiettivi e invarianti per ciascuna tipologia di risorse

1. Il Sistema Territoriale Locale della Valle del Bisenzio e del Monteferrato interessa tutto il territorio appenninico a nord della provincia, nel quale si snoda la SS 325. Comprende la valle del Bisenzio (comuni di Vaiano, Vernio e Cantagallo), la valle del Fiumenta, il versante orientale della valle del Limentra, la parte collinare dei comuni di Montemurlo e Prato, caratterizzata dalle valli incise dal Bagnolo, dall'Agna e dal Bardena, e il versante della Calvana, fino alla valle del Marinella.

2. Obiettivi principali del PTC relativi al STL sono:

3. Il PTC in relazione alla risorsa "Le città e gli insediamenti urbani", persegue i seguenti obiettivi:

  1. a) riequilibrio e rafforzamento del ruolo degli insediamenti collinari e montani, anche al fine della ricostituzione della complessità del sistema insediativo reticolare, in relazione ai servizi di base, civili, commerciali e artigianali e industriali;
  2. b) mantenimento e tutela delle aree inedificate lungo la SS 325;
  3. c) riqualificazione delle aree produttive che possiedono ancora un peso rilevante all'interno del sistema produttivo provinciale, anche al fine di creare aree ecologicamente attrezzate;
  4. d) recupero e riutilizzo di aree produttive per attività di innovazione e sperimentazione tessile di qualità;
  5. e) valorizzazione e riconversione funzionale delle aree produttive dismesse e di quelle in posizione marginale o debole rispetto al sistema produttivo e infrastrutturale;
  6. f) recupero, salvaguardia e valorizzazione dei centri antichi, degli edifici e dei manufatti di valore, anche produttivi; riqualificazione degli insediamenti residenziali recenti per consolidarne i caratteri e migliorarne la qualità urbana, in particolare:
    • - per i centri urbani principali: La Briglia, Vaiano, Carmignanello, Mercatale e San Quirico di Vernio, rafforzamento del ruolo di servizio nei confronti dell'intero STL con il miglioramento dell'accessibilità, dei sistemi infrastrutturali, delle comunicazioni, la qualificazione dei servizi a livello territoriale, del commercio e dell'artigianato e per la sperimentazione tessile (Cartaia-La Briglia);
    • - per i capisaldi del sistema insediativo urbano e rurale: Sant'Ippolito; Cavarzano; Migliana; Luicciana; Figline; Sofignano-Le Fornaci, mantenimento e potenziamento del presidio antropico, consolidamento e qualificazione dell'offerta dei servizi di base, integrazione con la rete di offerta turistica dell'area appenninica, sviluppo delle complementarietà e delle specializzazioni in rapporto ai centri principali;
    • - per i presidi della rete insediativa: Popigliano, Isola, Tignamica, Parmigno, Savignano, Gavigno, Trebbio, Castello, Il Fabbro, Usella, Gricigliana, La Dogana, Terrigoli, Risubbiani, Gagnaia, Luciana, Sasseta, La Villa, Cantagallo: consolidamento e rafforzamento dell'offerta di servizi di base, rafforzamento della dotazione di servizi per la fruizione turistica, anche escursionistica;
    • - per i nodi specialistici strategici: Gabolana, Schignano, Fossato, Montepiano: riqualificazione ambientale, integrazione funzionale dell'area produttiva di Gabolana, qualificazione, specializzazione e valorizzazione turistica di Montepiano;
  7. g) salvaguardia della struttura insediativa reticolare della media valle, contenendo la crescita degli agglomerati urbani di fondovalle e impedendo la saldatura tra gli insediamenti;
  8. h) mantenimento della continuità visuale e funzionale tra sistema insediativo e aree agricole e forestali ad esso adiacenti;

4. Il PTC in relazione alla risorsa "Le città e gli insediamenti urbani" individua le seguenti invarianti strutturali:

  1. a) l'organizzazione del sistema insediativo determinato dal fiume Bisenzio e dalla viabilità storica. In particolare:
    • - il ruolo di centralità urbana svolto dagli insediamenti storici del fondovalle (La Briglia, Vaiano, Mercatale e San Quirico di Vernio);
    • - le funzioni diverse e complementari svolte dai diversi centri che determinano la struttura reticolare del sistema insediativo collinare di media valle;
    • - le relazioni profonde che caratterizzano il modello insediativo a ventaglio asimmetrico dell'alto corso del Bisenzio con Mercatale di Vernio al centro del sistema, e gli insediamenti posti sulle radiali di collegamento: con la Valle del Limentra, e quindi l'Appennino pistoiese; con Castiglion de Pepoli e la Val di Setta; con Mangona e la Val di Mugello;
  2. b) la funzione ordinatrice e organizzativa degli insediamenti di fondovalle svolta dalla ferrovia.
  3. c) il ruolo svolto, sul piano economico e culturale, dagli insediamenti produttivi storici e dal tessile di qualità (Gabolana)

5. Il PTC in relazione alla risorsa "La rete delle infrastrutture per la mobilità" persegue i seguenti obiettivi:

  1. a) miglioramento dell'accessibilità complessiva, attraverso l'adeguamento della rete esistente, in particolar modo quella di collegamento ai territori limitrofi e alle infrastrutture di interesse regionale e nazionale;
  2. b) incentivazione dell'utilizzo dei mezzi di trasporto collettivo ed in particolare potenziamento della rete ferroviaria e riorganizzazione dei servizi su gomma;
  3. c) integrazione delle diverse tipologie di rete a supporto della fruizione del territorio;
  4. d) completamento e integrazione dei collegamenti infrastrutturali con lo sviluppo di reti telematiche a sostegno del presidio antropico e delle economie locali;
  5. e) completamento dei collegamenti viari con i centri minori e i nuclei sparsi;
  6. f) eliminazione e/o mitigazione degli effetti degli attraversamenti stradali urbani in condizioni di incompatibilità del traffico con i valori ambientali e la qualità urbana.

6. Il PTC in relazione alla risorsa "La rete delle infrastrutture per la mobilità" individua le seguenti invarianti strutturali:

7. Il PTC in relazione alla risorsa "Il territorio rurale" persegue i seguenti obiettivi:

  1. a) mantenimento e sviluppo dell'economia agricola e montana, in particolare delle risorse agricole di qualità legate alla produzione del vino, dell'olio, delle castagne, dei prodotti del sottobosco e dell'allevamento semibrado e biologico; anche ai fini del presidio antropico del territorio rurale;
  2. b) tutela e valorizzazione, nella collina coltivata e nelle aree montane, del paesaggio agricolo-forestale storico inteso come elemento portante della sostenibilità del territorio e per il rafforzamento dell'identità culturale, definito dalla tessitura delle sistemazioni agrarie tradizionali, dal sistema dei borghi, dei nuclei e delle case rurali sparse; promuovendo le funzioni che ne garantiscono il mantenimento dei caratteri di qualità e gli interventi di manutenzione e restauro delle opere di sistemazione del terreno, dei terrazzamenti, delle alberature, della rete dei percorsi e del patrimonio edilizio storico;
  3. c) rivitalizzazione del patrimonio agricolo-forestale e sviluppo di attività economiche integrative, turismo rurale, turismo escursionistico e naturalistico, salvaguardia e miglioramento ambientale, mantenendo l'aspetto storicamente consolidato e la pubblica accessibilità ai percorsi di diverso ordine e grado, comprese le strade interpoderali e forestali.

8. Il PTC in relazione alla risorsa "Il territorio rurale" individua le seguenti invarianti strutturali:

  1. a) la funzione di tutela e di costruzione del paesaggio svolta dalle strutture insediative tradizionali e dall'organizzazione produttiva agricola delle aree montane e collinari;
  2. b) l'organizzazione territoriale delle ville-fattoria e dei relativi poderi in relazione ai borghi e ai centri di antica formazione della bassa e media collina;
  3. c) il ruolo delle aree boscate, dei prati-pascoli e dei biotopi per il mantenimento e arricchimento delle condizioni di naturalità.
  4. d) il ruolo di tutela ambientale e di qualificazione del territorio rurale svolto dall'insieme delle sistemazioni idrauliche ed agrarie tradizionali.

Art. 8 STL della Piana: obiettivi e invarianti per ciascuna tipologia di risorse

1. Il Sistema Territoriale Locale della Piana comprende gli insediamenti urbani posti in pianura di Prato e di Montemurlo e la fascia agricola periurbana che da sud-est a nord-ovest, lambisce le province di Firenze (comuni di Campi Bisenzio e Signa) e Pistoia (comuni di Agliana e Quarrata) fino alle fasce perifluviali dell'Ombrone. All'interno del STL si colloca anche la maggiore consistenza del comparto manifatturiero tessile, articolato in diverse realtà territoriali e tipi insediativi; sono presenti anche i principali servizi di livello territoriale, ubicati nel nucleo consolidato dell'insediamento pratese, e le maggiori connessioni con gli assi infrastrutturali di tipo sovralocale.

2. Obiettivi principali del PTC sono:

  1. a) promuovere un equilibrato sviluppo degli insediamenti e delle attività economiche, incentrato sul consolidamento e recupero dell'edificato esistente, la riqualificazione e diversificazione produttiva del distretto tessile, con il supporto della migliore integrazione fra le diverse modalità di mobilità e della qualità e quantità di infrastrutture connesse alle diverse funzioni territoriali;
  2. b) riqualificare gli spazi aperti interclusi e recuperare le preesistenze agricole, proponendone nuove funzioni finalizzate al riequilibrio ambientale e all'elevamento della qualità complessiva dei nuclei urbani;
  3. c) valorizzare e riqualificare dal punto di vista ambientale e fruitivo le aste fluviali, i fossi, le gore e le aree a questi prossime, garantendo la valenza paesaggistica e l'accessibilità visuale e pedonale ai diversi elementi del sistema idrografico, esistenti (fiume Bisenzio, torrenti,gore, specchi d'acqua) e di progetto (casse di espansione);
  4. d) promuovere servizi culturali, informativi e tecnici a supporto degli assi di sviluppo indicati.

3. Il PTC in relazione alla risorsa "Le città e gli insediamenti urbani" persegue i seguenti obiettivi:

  1. a) salvaguardare e valorizzare il centro antico di Prato relativamente al valore che riveste sotto il profilo storico, culturale, socioeconomico e amministrativo e al ruolo di riferimento che svolge nei confronti dell'intero territorio provinciale. In particolare con il potenziamento e la qualificazione della trama commerciale minuta, anche nei confronti delle produzioni tipiche del territorio provinciale,e il rafforzamento dell'accessibilità e delle connessioni con i sistemi urbani limitrofi;
  2. b) consolidare la struttura policentrica e l'identità civile e culturale dei paesi, frazioni e quartieri, in modo da configurare il sistema insediativo come un sistema policentrico, costituito da piccole città dotate di propria autonomia e di servizi; tutelandone i centri antichi, la presenza dei servizi e la trama commerciale diffusa; anche impedendo la dispersione insediativa e la saldatura tra gli insediamenti,destinando le aree ancora libere (e, ove possibile, parte di quelle di prevista urbanizzazione non ancora realizzata, localizzando opportunamente le aree a standard comunque previste) al collegamento paesistico ed ecologico Nord-Sud;
  3. c) promuovere un equilibrato sviluppo degli insediamenti incentrato sul riuso e la riorganizzazione dell'edificato esistente;
  4. d) favorire il recupero, il riuso e la trasformazione delle aree produttive dismesse e in dismissione, anche al fine di salvaguardare le aree ancora libere della pianura ed innalzare la qualità delle aree urbane; e) elevare la qualità ambientale e insediativa delle aree industriali, promuovendone il riordino urbanistico, l'incremento dei servizi e un'adeguata connessione con le infrastrutture viarie principali;
  5. f) favorire la riqualificazione e l'integrazione funzionale dei nuovi quartieri residenziale attraverso il potenziamento dei servizi, la creazione di centralità urbane e la definizione dei margini tra costruito e territorio aperto;
  6. g) promuovere il riassetto delle funzioni sanitarie della provincia, spostando l'attuale presidio ospedaliero in una nuova area e prevedendo la riqualificazione di quella all'interno delle mura cittadine; h) costituire un parco archeologico nell'area di Gonfienti, sul sito della città etrusca, e individuare le necessarie connessioni paesistico/ambientali e i collegamenti fruitivi con la città di Prato e con i territori limitrofi;
  7. i) recupero, salvaguardia e valorizzazione degli edifici produttivi di valore e di porzioni degli insediamenti storici della città fabbrica con l'individuazione di un'idonea disciplina per l'attuazione degli interventi e individuando idonei e congruenti utilizzi;
  8. l) promuovere adeguate forme di tutela e valorizzazione ambientale e fruitiva unitaria di Cascine di Tavola e della villa medicea di Poggio a Caiano;
  9. m) promuovere la riqualificazione degli ambiti urbani attraversati dalla declassata di Prato, garantendone l'accessibilità ai servizi, arricchendone la dotazione di spazi di relazione e prevedendo elementi di riconoscibilità urbana e qualificazione paesistica.

4. Il PTC in relazione alla risorsa "Le città e gli insediamenti urbani" individua le seguenti invarianti strutturali:

  1. a) il ruolo di riferimento extraterritoriale, che svolge dal punto di vista storico, culturale, sociale, il centro antico di Prato, anche in riferimento all'offerta di servizi ed attività economiche qualificate;
  2. b) le funzioni complementari e di caratterizzazione dell'identità socio-culturale e urbana svolte dal sistema insediativo policentrico costituito dai centri e dalle frazioni della piana;
  3. c) la funzione ordinatrice svolta dalla matrice territoriale antica, in particolare dall'organizzazione territoriale derivata dall'orientamento della centuriazione e dal suo reticolo (le linee orizzontali di via Pistoiese, via Galcianese, via Cava e i presidi antropici lì ubicati quali Iolo, Castelnuovo, Sant'Ippolito, Gonfienti, Galciana, ecc);
  4. d) il ruolo caratterizzante il peculiare paesaggio urbano costituito dal patrimonio del distretto tessile, in particolare:
    • - le fabbriche pioniere (fine '800, primi del '900), le grandi fabbriche del secondo dopo guerra e l'insieme degli elementi rimasti dell'assetto produttivo pre-ottocentesco (la presa del cavalciotto, il gorone, le gore e i mulini);
    • - la città fabbrica caratterizzata dalla complessità funzionale, gli allineamenti stradali continui con forti variazioni tipologiche e di densitàedilizia;
    • - la propensione all'innovazione tipica del modello pratese e del suo distretto (produttivo e mercantile manifestato sin dall'antichità) e il ruolo svolto in relazione a questo dalle grandi aree produttive costituite dai macrolotti di Prato e di Montemurlo;
  5. e) la forte relazione fisica, storica, culturale e ambientale tra Villa Ambra e Cascine di Tavola.

5. Il PTC in relazione alla risorsa "La rete delle infrastrutture per la mobilità" persegue i seguenti obiettivi:

  1. a) definire una chiara gerarchia e completare gli itinerari della rete infrastrutturale complessiva, così da consentirne una migliore efficienza e un suo più facile utilizzo;
  2. b) migliorare l'accessibilità e le connessioni alla rete di interesse nazionale e regionale per gli STL, per i territori limitrofi e per le attività produttive e le nuove polarità urbane, anche con la realizzazione di un nuovo casello autostradale (A11) a sud di Prato all'incrocio tra prima Tangenziale e Asse delle Industrie;
  3. c) rendere il trasporto pubblico competitivo con il mezzo privato, attraverso:
    • - il potenziamento e la riqualificazione del servizio ferroviario, realizzando la metropolitana di superficie prevista dal PRUSST e favorendone l'interconnessione alle reti del trasporto pubblico locale;
    • - la promozione dell'utilizzo e dell'efficienza delle reti del trasporto pubblico, rafforzandone l'intermodalità e prevedendo adeguati poli scambiatori;
  4. d) favorire l'accessibilità ai poli insediativi e produttivi principali della Piana, con particolare riguardo alla riduzione ed ottimizzazione della mobilità merci e persone indotta dalle attività produttive, in particolare realizzando il collegamento diretto (Asse delle Industrie)delle aree industriali di Montemurlo, Prato e Interporto - Campi Bisenzio, e separato da quello dei principali servizi urbani (Declassata);
  5. e) caratterizzare la Declassata in maniera più spiccatamente urbana, in relazione alle mutate prospettive urbanistiche e territoriali, così da far svolgere all'infrastruttura, oltre che la funzione di attraversamento, anche quella di asse centrale della città e di distribuzione delle principali attrezzature collettive, coerentemente al raggiungimento di una completa funzionalità, a quella complementare, dell'Asse delle Industrie, ridefinendone la connessione con la seconda tangenziale;
  6. f) caratterizzare la seconda tangenziale con interventi di inserimento e mitigazione paesistica, in considerazione del valore ambientale dei territori attraversati;
  7. g) promozione e valorizzazione della rete ciclabile, attraverso la formazione di itinerari per la fruizione e favorendone l'utilizzo in condizioni di sicurezza per l'accessibilità ai servizi e alle attività urbane.

6. Il PTC in relazione alla risorsa "La rete delle infrastrutture per la mobilità" individua le seguenti invarianti strutturali:

  1. a) il ruolo di riorganizzazione delle funzioni urbane svolto dalla linea ferroviaria metropolitana e dalle stazioni esistenti e previste;
  2. b) il ruolo di connessione ambientale e territoriale, di raccolta dei flussi di traffico nord-sud, svolto dalla prima tangenziale come asse di collegamento tra gli STL provinciali;
  3. c) il ruolo centrale di distribuzione delle funzioni urbane svolto dalla Declassata;
  4. d) il ruolo svolto dalla rete locale storica come elemento strutturante il sistema insediativo della Piana.

7. Il PTC in relazione alla risorsa "Il territorio rurale" persegue i seguenti obiettivi:

  1. a) riconversione delle funzioni agricole residuali verso funzioni di produzione di qualità, alimentare e no-food, connesse a funzioni di riqualificazione ambientale e fruitive in riferimento al progetto integrato "Parco agricolo della Piana";
  2. b) sostegno e rafforzamento delle strutture aziendali agricole al fine della conservazione e valorizzazione del territorio agricolo;
  3. c) promozione e sostegno all'attività agricola presente nelle aree a prevalente funzione agricola, attività che qualifica gli spazi aperti del territorio urbanizzato e contribuisce all'educazione ambientale, ai cicli alimentari della popolazione urbana, e all'innalzamento della qualità paesaggistica e ambientale dell'intero STL;

8. Il PTC in relazione alla risorsa "Il territorio rurale" individua le seguenti invarianti strutturali:

  1. a) il ruolo delle aree a esclusiva e prevalente funzione agricola come elemento di mitigazione dell'impatto del territorio urbanizzato e base di una economia agricola multifunzionale;
  2. b) la tessitura del territorio agricolo e le sue connessioni con il sistema della regimazione idraulica;
  3. c) il ruolo dei varchi agricoli superstiti quali aree di collegamento ecologico o greenways;
  4. d) il ruolo dei percorsi poderali e vicinali come elementi per l'accessibilità pedonale e ciclabile del territorio aperto.

Art. 9 STL del Montalbano: obiettivi e invarianti per ciascuna tipologia di risorse

1. Il Sistema Territoriale Locale del Montalbano coincide a sud, est ed ovest con il confine provinciale, a nord con il STL della Piana che comprende anche la fascia di pertinenza fluviale in destra dell'Ombrone. Il STL del Montalbano nella Provincia di Prato è parte integrante di un sistema territoriale più vasto riferito all'intera area geografica costituita dal rilievo del Montalbano e al suo sistema insediativo e socio economico facente capo alle Province di Firenze e Pistoia.

2. Obiettivi principali del PTC relativi al STL sono:

  1. a) la promozione dell'eccellenza agroalimentare e del turismo culturale, escursionistico ed enogastronomico;
  2. b) la tutela e la valorizzazione del paesaggio storico dell'insediamento rurale e della tessitura agraria, sistema collinare di borghi e centri antichi, ville e poderi inseriti in una trama complessa di oliveti, vigneti, boschi e altre colture; evitando gli interventi che alterino, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, la conformazione strutturale del paesaggio consolidato e le funzioni che ne garantiscono la riproduzione: agricoltura multicolturale, turismo rurale, residenza che manutenga il territorio rurale di pertinenza;
  3. c) il riordino e il riequilibrio del sistema insediativo, del sistema infrastrutturale e delle attrezzature collettive in relazione alle peculiari vocazioni e qualità ambientali; l'adeguamento dei nuovi interventi, sia urbani che rurali, ai caratteri paesistici specifici.

3. Il PTC in relazione alla risorsa "Le città e gli insediamenti urbani" persegue i seguenti obiettivi:

  1. a) valorizzazione e recupero dei centri antichi dei nuclei e manufatti storici, la salvaguardia del territorio collinare;
  2. b) l'arresto della dispersione insediativa e la ricomposizione degli insediamenti residenziali recenti, il completamento e il riordino dei tessuti edilizi, la loro riqualificazione e riorganizzazione morfologica e funzionale, a partire dal riconoscimento e il mantenimento del policentrismo e delle consolidate relazioni reticolari;
  3. c) riqualificazione del sistema insediativo attraverso la definizione, ricucitura e completamento degli insediamenti esistenti e la migliore integrazione tra le varie parti della città con gli spazi e i servizi pubblici; attivazione di progetti di recupero paesaggistico delle situazioni di maggior conflitto fra valenze paesaggistiche complessive e nuovi inserimenti che ne hanno causato un forte degrado: fronte di Carmignano verso l'Elzana; nuove lottizzazioni di Bacchereto; espansioni recenti di Comeana verso l'Ombrone e nei pressi della fattoria Le Farnete; area industriale di Montiloni;
  4. d) rifunzionalizzazione delle aree produttive improprie, dismesse o in via di dismissione nelle aree prossime all'Ombrone, anche al fine del recupero e della valorizzazione delle aree di pertinenza fluviale;
  5. e) consolidamento del ruolo dei maggiori centri del territorio comunale, in particolare:
    • - rafforzamento del ruolo urbano di Poggio a Caiano, valorizzazione del centro antico e potenziamento dei servizi, anche di livello territoriale;
    • - riqualificazione di Carmignano, come centro mercantile e di servizi alla promozione, alla commercializzazione e sostegno ancheformativo al sistema economico locale dei prodotti tipici e del turismo;
    • - rivitalizzazione di Bacchereto e Verghereto quali "porte" della rete escursionistica e nodi della produzione agro-alimentare di qualità,
    • - potenziamento e qualificazione di Artimino come polo convegnistico e centro culturale rappresentativo del patrimonio territoriale;
    • - creazione di spazi pubblici e attribuzione di funzioni centrali, anche in rapporto alle mutate prospettive urbanistiche e territoriali di Comeana e Seano;
  6. f) mantenimento e tutela degli spazi aperti lungo la SS 66, quali elementi di riequilibrio ambientale e al fine di garantire la vivibilità degli insediamenti;
  7. g) recupero e riqualificazione delle aree di pertinenza fluviale dell'Ombrone. Creazione di elementi fruitivi e di connessione tra gli insediamenti, sia lungo l'asta fluviale che lungo i torrenti Furba, Stella e Montiloni.

4. Il PTC in relazione alla risorsa "Le città e gli insediamenti urbani" individua le seguenti invarianti strutturali:

  1. a) il ruolo strutturante la forma del territorio svolto dai nuclei storici, dall'architettura religiosa anche minore e dall'organizzazione territoriale della collina, in particolare il rapporto tra i centri e la rete minuta dei borghi, nuclei, ville fattoria e case coloniche sparse sulterritorio e la rete minuta della viabilità.
  2. b) il ruolo identitario del territorio assolto dall'edilizia di origine rurale di tipologia tradizionale, come fattorie, case coloniche e relativi annessi agricoli, anche se ricompresa in ambito urbano;
  3. c) le relazioni reticolari e l'organizzazione policentrica tra gli insediamenti, con le loro specializzazioni urbane o produttive e i loro peculiari valori storici e ambientali;
  4. d) l'integrazione funzionale, rafforzata dall'integrazione sociale, tra i centri della pianura e gli insediamenti di Poggio a Caiano, Seano e Poggetto e Comeana e la funzione nodale svolta da questi nei confronti dei territori limitrofi.

5. Il PTC in relazione alla risorsa "La rete delle infrastrutture per la mobilità" persegue i seguenti obiettivi:

  1. a) razionalizzare e rafforzare la rete delle connessioni interne al STL, attraverso interventi sulla rete locale, sia carrabile che ciclopedonale;
  2. b) favorire l'accessibilità ai poli insediativi e produttivi del territorio, minimizzando gli impatti del traffico commerciale sugli insediamenti residenziali, razionalizzando i flussi di traffico crescenti e salvaguardando i peculiari valori culturali del territorio in coerenza con le sue qualità paesistico-ambientali;
  3. c) conseguire il più alto livello possibile di integrazione tra le differenti reti di trasporto, con l'individuazione e la realizzazione di efficienti nodi di scambio modale gomma - ferro e gomma - gomma, alla stazione ferroviaria di Carmignano e nell'area centrale di Poggio a Caiano;
  4. d) completare i circuiti e le reti di livello secondario per la riorganizzazione della mobilità stradale attraverso:
    1. - la realizzazione di una variante stradale ad est del territorio provinciale, che consenta più facili connessioni con Prato, attraverso un nuovo ponte sull'Ombrone in località La Nave e il completamento della circonvallazione in Comune di Signa e in Comune di Campi Bisenzio;
    2. - il completamento del nuovo circuito pedecollinare al Montalbano, verso le Signe e l'empolese, con la realizzazione di una variante per il superamento del centro di Comeana, fino alla stazione ferroviaria di Carmignano e l'area Nobel a Signa;
    3. - il completamento della connessione nord-sud tra gli STL, con il prolungamento della strada proveniente dalla prima tangenziale di Prato verso Carmignano, distribuendo così le nuove funzioni produttive sorte a Seano ed evitando l'attraversamento del centro dello stesso;
  5. e) il recupero e la riqualificazione dei tracciati storici, tutelandoli da ulteriori pressioni insediative, della rete sentieristica esistente, per la formazione di itinerari e circuiti per la fruizione e di valorizzazione turistica (Comeana-Artimino, Bacchereto-Verghereto-Artimino, S.Cristina a Mezzana-Verghereto-Artimino).

6. Il PTC in relazione alla risorsa "La rete delle infrastrutture per la mobilità" individua le seguenti invarianti strutturali:

  1. a) la funzione di collegamento e insieme di distribuzione tra i centri e le loro funzioni della struttura reticolare, non gerarchizzata, propria della rete delle infrastrutture della collina;
  2. b) il ruolo integrato all'organizzazione territoriale e il carattere fondativo degli insediamenti urbani, svolto dalla viabilità storica;
  3. c) il ruolo connettivo svolto storicamente dal sistema fluviale dell'Ombrone rispetto ai centri di Seano, Poggio a Caiano e Comeana.

7. Il PTC in relazione alla risorsa "Il territorio rurale" persegue i seguenti obiettivi:

  1. a) valorizzazione dell'assetto agrario storico per ciò che concerne le sistemazioni del terreno, la viabilità poderale, la complessitàdell'organizzazione storica del tipo territoriale delle ville-fattoria e dei relativi poderi;
  2. b) mantenimento della qualità della trama agraria tipica, caratterizzata da una forte alternanza e promiscuità di colture con particolare riferimento all'olivo, alla vite e ai fichi; promozione della coltura storica dell'olivo e qualificazione della relativa filiera;
  3. c) promozione di buone pratiche colturali per favorire l'adozione e diffusione delle medesime come contributo al mantenimento ed incremento della qualità ambientale e paesistica; d) valorizzazione delle aree boscate del Barco Mediceo quale cerniera verde tra le province di Prato, Firenze, Pistoia;
  4. e) il mantenimento e la tutela dei sistemi di microregimazione delle acque relativi ai fondi agricoli e alle coperture boscate per la prevenzione del rischio idrogeologico e idraulico.

8. Il PTC in relazione alla risorsa "Il territorio rurale" individua le seguenti invarianti strutturali:

  1. a) la funzione di qualificazione del paesaggio svolta dalle sistemazioni ed assetti agrari tradizionali caratterizzati da limitata estensione delle colture specializzate, interrotte da prode erbacee, strade interpoderali, ciglioni, terrazzamenti, fasce boscate e/o siepi;
  2. b) la funzione di qualificazione del territorio svolta dal tipo territoriale della ville-fattoria, dagli impianti storici di oliveto e dai manufatti (terrazzamenti, ciglionamenti, elementi di collegamento) che li caratterizzano;
  3. c) la funzione di connessione territoriale, ambientale e turistico ricreativa svolta dalle aree boscate del Barco Mediceo.

Art. 10 I sistemi territoriali funzionali provinciali

1. La Regione, tramite il PIT, introduce i sistemi territoriali funzionali come insieme di relazioni fra alcune specifiche funzioni territoriali di area vasta e le risorse ad esse connesse.
La Provincia nel PTC specifica, di conseguenza, al proprio livello di governo i sistemi territoriali funzionali come finalizzati a specifici obiettivi di organizzazione, riordino, e infrastrutturazione delle funzioni delle relazioni e della mobilità nel territorio.

2. Il PTC della Provincia di Prato individua i seguenti Sistemi Territoriali funzionali:

3. Per ciascuno di questi sistemi il PTC individua obiettivi e prescrizioni per gli strumenti di pianificazione comunale e per i piani e programmi di settore provinciali.

Art. 11 Il sistema territoriale funzionale "Ambiente"

1. Il PTC individua il Sistema Territoriale Funzionale Ambiente nell'insieme delle funzioni ecosistemiche attribuite ai diversi elementi territoriali che costituiscono il sistema ed alle relative connessioni, ed inoltre in riferimento all'Allegato 5 alle presenti NTA. Il Sistema Funzionale Ambiente dà indicazioni che riguardano l'intero territorio provinciale, assegnando alle sue diverse parti una gerarchia di funzioni ecologiche e di tutela dell'ambiente naturale in riferimento al quadro istituzionale di tutela, fruizione e valorizzazione delle aree di rilevante interesse naturalistico-ambientale, rete ecologica europea natura 2000 e sistema delle aree protette. Dette funzioni contemplano la conservazione degli elementi di biodiversità presenti, la tutela e fruizione degli elementi di naturalità, la salvaguardia o ripristino delle connessioni ecologiche, e sono inoltre integrate tramite la ricerca e la conservazione degli elementi che possono garantire prestazioni di connettività diffusa, quali la gestione ambientalmente sostenibile delle pratiche agricole e la mitigazione delle pressioni ambientali degli insediamenti.

2. Il quadro istituzionale di tutela, fruizione e valorizzazione delle aree di rilevante interesse naturalistico-ambientale, costituito dall'insieme delle aree protette ex LR 49/95, di Siti di importanza regionale ex L.R. 56/2000 e dai Siti della Rete ecologica europea natura 2000, è il riferimento fondamentale del Sistema. Gli elementi che lo compongono,integrati da aree contigue di elevata valenza ambientale, sono articolati in tre sottosistemi, di seguito individuati, ciascuno dei quali caratterizzato da specifiche valenze:

Le presenti norme sono in ogni caso subordinate al rispetto dei disposti della normativa regionale ai fini dell'attuazione del programma regionale per le aree protette e della rete ecologica Natura 2000, e pertanto si conformano ai relativi atti normativi, di indirizzo e di disciplina compresa la disciplina del Monteferrato di cui alla DCR 67/96, in attuazione della DCR 296/88.

3. Gli elementi areali costituenti il sistema (aree protette istituite, pSIC, SIR, aree b, c, d, aree a ex DCR 296/88, ANPIL di progetto) sono integrati da una serie di fasce di collegamento ecologico-ambientale e paesistico di progetto, finalizzate ad aumentare le valenze ambientali complessive del territorio provinciale, da un lato interessando parti del territorio ove le connessioni risultano maggiormente compromesse, dall'altro valorizzando il ruolo di alcuni ambiti fluviali particolarmente rilevanti per la conservazione della biodiversità. Alla piena funzionalità del sistema, per la valenza di connettività diffusa, concorrono alcune prestazioni assegnate alle aree rurali ed urbane, per le quali si rimanda alle norme che trattano rispettivamente della risorsa "territorio rurale" e "città e insediamenti urbani".

4. Obiettivi specifici del sistema sono:

  1. a) il consolidamento della funzione di patrimonio di biodiversità svolto dalle aree a maggiore naturalità e la promozione della loro conoscenza attraverso forme di fruizione compatibili con la conservazione;
  2. b) la promozione, nelle aree con caratteri naturalistici e ambientali di valore, sia delle funzioni di habitat ecologico che di economie in grado di mantenervi il necessario presidio antropico, compatibili con il mantenimento delle valenze ecologiche;
  3. c) il mantenimento o il ripristino delle valenze e delle connessioni ecologiche sull'intero territorio provinciale, in particolare nelle aree urbanizzate ed in quelle agricole fortemente antropizzate, e verso i sistemi esterni, integrando le valenze ecologiche con quelle paesistiche e, ove compatibile, con quelle fruitive;
  4. d) il potenziamento del ruolo del sistema provinciale delle aree protette per la tutela, valorizzazione e promozione dei valori naturalistici,ambientali, paesistici e storico-culturali del territorio provinciale, e per lo sviluppo ecocompatibile di tali aree;

5. La tavola P09 individua, in corrispondenza degli obiettivi di cui ai punti precedenti, i diversi elementi territoriali che costituiscono il sistema:

  1. a) elementi istituzionali del sistema: aree protette e siti di importanza regionale e comunitaria:
    • - il sottosistema dell'appennino pratese (Riserva Naturale Acquerino-Cantagallo e ANPIL Alta Val Carigiola);
    • - il sottosistema della media Val di Bisenzio e del Monteferrato (ANPIL Monteferrato - pSIC e SIR del Monte Ferrato e Monte Iavello e ANPIL dei Monti della Calvana - pSIC e SIR La Calvana);
    • - il sottosistema Montalbano e Cascine di Tavola (ANPIL di progetto Artimino, ANPIL di progetto di Pietramarina - S. Giusto, ANPIL di progetto di Cascine di Tavola e Villa Ambra).
  2. b) elementi progettuali di integrazione del sistema istituzionale:
    • - aree di biodiversità primaria;
    • - aree agro-silvo-pastorali di tutela e fruizione della naturalità
    • - fasce di collegamento ecologico

Nella medesima tavola sono inoltre individuate, quali elementi territoriali che contribuiscono al funzionamento del sistema, le aree della connettività ecologica diffusa, costituite dall'insieme delle aree urbanizzate e delle restanti parti del territorio rurale: queste ultime aree, disciplinate per le rispettive specificità nelle norme relative alle risorse città e insediamenti e territorio rurale, sono trattate nell'ambito del sistema funzionale ambiente esclusivamente per ciò che attiene la funzione di connettività ecologica diffusa, in riferimento agli indirizzi regionali di cui alla DCR 1148/2002 ed alle indicazioni contenute nell'Allegato 5 alle presenti NTA.

6. Le indicazioni di progetto si basano sui seguenti elementi del QC:

Prescrizioni riferite ai vari elementi del Sistema
7. I Comuni recepiscono e specificano per quanto di loro competenza, attraverso i propri strumenti di pianificazione del territorio, i diversi elementi territoriali di progetto individuati nella tavola P09 e le prescrizioni di seguito elencate per ciascuno di essi. In generale, i Comuni disciplinano le trasformazioni urbanistiche e ambientali in modo che siano garantite la congruenza funzionale e la continuità biologica degli ecosistemi interessati applicando ovunque possibile principi e modalità sostenibili, ovvero privilegiando l'impiego di tecnologie a basso consumo energetico e non impattanti, e l'impiego di materiali naturali.

8. I Comuni, entro 12 mesi dall'adeguamento dei propri strumenti urbanistici ai sensi dell'Art. 19 della L.R. 49/95, provvedono inoltre a dotare le ANPIL istituite all'interno del proprio territorio di specifico regolamento di disciplina delle attività consentite, in linea con i relativi indirizzi regionali e provinciali: tale regolamento dovrà essere quindi recepito dai Regolamenti Urbanistici.

9. La Provincia, nel redigere i propri piani di settore dovrà includervi una specifica verifica delle funzioni di collegamento ecologico funzionale svolte dalle fasce di progetto, ai fini della loro attuazione ed efficacia.

10. La Provincia orienta i propri strumenti settoriali secondo i seguenti criteri:

11. Per i diversi elementi del sistema vigono le seguenti prescrizioni, che integrano le salvaguardie previste dall'art.81 del PIT per le aree b,c,d e sostituiscono, unitamente agli articoli sull'integrità paesistica delle presenti NTA, la disciplina ex DCR 296/88 per le aree a.

a) Aree di biodiversità primaria - Sistema Provinciale delle Aree Protette

Sottosistema Appenninico

La Provincia e i Comuni, rispettivamente attraverso le proprie azioni settoriali e i propri strumenti di pianificazione del territorio, concorrono alla realizzazione del sottosistema provinciale delle Aree Protette dell'Appennino secondo quanto successivamente dettagliato per ciascuna delle aree che lo costituiscono, integrando le proprie previsioni a tale scopo e valutandole secondo i seguenti criteri:

Per la Riserva dell'Acquerino-Cantagallo la Provincia, nel redigerne gli strumenti di settore:

Per l'ANPIL dell'Alta Val Carigiola:

Sottosistema della Media Val di Bisenzio e del Monteferrato

La Provincia e i Comuni, rispettivamente attraverso le proprie azioni settoriali e i propri strumenti di pianificazione del territorio, concorrono alla realizzazione del sottosistema provinciale delle Aree Protette della Media val di Bisenzio, integrando le proprie previsioni a tale scopo e valutandole secondo i seguenti criteri:

Per il pSIC-SIR-ANPIL del Monteferrato:
la Provincia, nel redigerne gli strumenti di gestione, e i Comuni nell'adeguare gli strumenti di pianificazione del territorio, ed inoltre nell'ambito della valutazione ai sensi dell'art. 32 della LR 5/95, provvedono a:

Per il pSIC -SIR-ANPIL della Calvana:
la Provincia, nel redigerne i piani di settore e gli strumenti di gestione, e i Comuni e la Comunità montana nell'adeguare gli strumenti di pianificazione e di programmazione del territorio provvedono ad individuare, in coordinamento con la Provincia ed i Comuni di Firenze, e valutano anche ai sensi dell'art.32 della LR 5/95:

Sottosistema del Montalbano- Cascine di Tavola

La Provincia e i Comuni, rispettivamente attraverso le proprie azioni settoriali e i propri strumenti di pianificazione del territorio, concorrono alla realizzazione del sottosistema Montalbano- Cascine di Tavola integrando le proprie previsioni allo scopo di:

b) Aree agro-silvo-pastorali di tutela e fruizione della naturalità

La Provincia e i Comuni, rispettivamente attraverso le proprie azioni settoriali e i propri strumenti di pianificazione del territorio, concorrono alla realizzazione degli obiettivi indicati al comma 4, nonché dei diversi sottosistemi provinciali delle Aree Protette interessati da queste aree, integrando le proprie previsioni e valutando, anche ai sensi dell'art.32 LR 5/95:

La Provincia, attraverso il Piano energetico provinciale, verifica la possibilità di utilizzare le energie rinnovabili: energia eolica, energia mini-idroelettrica, sfruttamento energetico delle biomasse derivate dal taglio dei boschi, corredando gli eventuali progetti per l'utilizzo di energie rinnovabili di una valutazione di compatibilità ambientale e paesistica. (riproducibilità delle diverse risorse naturali: aria, acqua, biodiversità; riproducibilità degli elementi caratterizzanti ciascuna unità di paesaggio). La Provincia nelle proprie azioni di settore promuove per queste aree la costruzione, l'aggiornamento e l'uso di indicatori generali di qualità dell'ecosistema, degli habitat di importanza specifica e delle specie guida, appositamente riferiti all'attività di monitoraggio svolta sulle aree di biodiversità primaria, per la verifica della funzionalità del sistema ed a supporto alla redazione degli strumenti di pianificazione Laddove il progetto di rete ecologica di cui all'Allegato n.5 indica delle "Linee di connettività ecologica in ambito collinare-montano", i Comuni provvedono nei propri PS ad adottare misure di salvaguardia delle connessioni ecologiche esistenti.

c) Fasce di collegamento ecologico

Per questi ambiti i Comuni, attraverso i propri strumenti di pianificazione del territorio, definiscono in modo puntuale le aree interessate con riferimento ai criteri di seguito indicati per ciascuna tipologia. Le fasce si articolano nelle quattro tipologie seguenti:

c.1) "Fascia di collegamento ecologico funzionale della Piana"

La zona costituisce area di collegamento ecologico ai sensi della L.R.56/2000 e delle relative Indicazioni tecniche, e come tale è soggetta alle disposizioni relative di livello regionale. La Provincia nel definire le proprie azioni settoriali, e i Comuni nel redigere gli strumenti di pianificazione del territorio, valutano con apposita relazione, anche ai sensi dell'art.32 LR 5/95, gli effetti ambientali delle proprie previsioni allo scopo di garantire:

c.2) "Fascia di riqualificazione ecologica del Bisenzio"

La Provincia nel definire le proprie azioni settoriali, i Comuni nel redigere gli strumenti di pianificazione del territorio, e la Comunità montana nel redigere il proprio Piano di sviluppo socio-economico valutano con apposita relazione, anche ai sensi dell'art.32 LR 5/95, gli effetti ambientali delle proprie previsioni con i criteri di seguito indicati:

c3) "Principali ambiti fluviali di collegamento ecologico-funzionale e paesistico"

Queste zone costituiscono aree di collegamento ecologico ai sensi della L.R.56/2000, e come tale sono soggette alle disposizioni relative di livello regionale di cui alla DCR 1148/2002.
La Provincia nel definire le proprie azioni settoriali, i Comuni nel redigere gli strumenti di pianificazione del territorio, e la Comunità montana nel redigere il proprio Piano di sviluppo socio-economico valutano con apposita relazione, anche ai sensi dell'art.32 LR 5/95, gli effetti ambientali delle proprie previsioni in ordine ai criteri di:

La Provincia, nell'esercizio delle proprie funzioni di polizia idraulica, promuove interventi di manutenzione degli ambiti fluviali per migliorarvi le condizioni di sicurezza e la qualità ambientale e paesaggistica, utilizzando anche forme di incentivazione e coordinamento con soggetti pubblici e privati.

c.4) "Fasce delle aree urbanizzate e di frangia"

Le amministrazioni comunali dettagliano nei propri strumenti di pianificazione del territorio, ove necessario ridefinendone il tracciato purché ne venga salvaguardata la prestazione, le fasce delle aree urbanizzate e di frangia individuate dall'elaborato P09, integrandole con ulteriori individuazioni di livello comunale anche in riferimento alle indicazioni dell'Allegato 5 (Linee d'azione per l'attuazione della rete ecologica) alle presenti norme. In queste Fasce delle aree urbanizzate e di frangia, destinate prioritariamente alla mobilità pedonale e ciclabile, e ove compatibile con questa al trasporto pubblico su rotaia, i Comuni valutano con apposita relazione, anche ai sensi dell'art.32 LR 5/95, gli effetti delle proprie previsioni con i criteri di seguito indicati:

Art. 12 Il sistema territoriale funzionale "Fruizione integrata del patrimonio culturale ed ambientale"

1. Il PTC riconosce uno specifico sistema funzionale del patrimonio culturale, turistico ed agro-alimentare per la valorizzazione integrata del territorio provinciale, con particolare riferimento alla caratterizzazione delle reti socio-economiche individuate all'interno del Quadro Conoscitivo (QC15-c). Il PTC persegue, anche tramite gli indirizzi relativi alle risorse "città ed insediamenti" e "infrastrutture per la mobilità" e il "territorio rurale", la costruzione di un sistema di fruizione diffusa del territorio in grado di soddisfare il crescente richiamo turistico della provincia, salvaguardandone i peculiari valori culturali in coerenza con le sue qualità paesistico-ambientali.
Obiettivo generale del sistema funzionale è sviluppare la fruizione turistica del territorio attraverso la valorizzazione delle risorse ambientali, paesistiche, storiche e culturali e la loro integrazione con i servizi ricettivi, le attività della filiera agro alimentare e le reti di accessibilità e di fruizione.

2. Obiettivi specifici del sistema funzionale sono:

3. La tavola P10 individua gli elementi territoriali costitutivi del sistema e i diversi tematismi fruitivi:

4. Per quanto riguarda l'individuazione del patrimonio storico architettonico la tavola fa riferimento ed articola i tematismi individuati negli elaborati del Quadro Conoscitivo (QC/11 e QC/12):

I circuiti (o gli itinerari) sono integrati dalla rete delle attività ricettive, dalla percorribilità minuta del territorio e dalle principali polarità dell'economia e della produzione agraria, comprese le principali aziende legate alla trasformazione alimentare che strutturano la filiera agroalimentare con particolare riferimento alle produzioni tipiche e di qualità.

5. Le diverse discipline del PTC sulle risorse favoriscono inoltre: l'integrazione della fruizione del territorio con l'offerta produttiva agroalimentare ed artigianale locale anche attraverso il miglioramento della accessibilità e della dotazione di servizi per le attività produttive nelle zone agricole; il riconoscimento di specifiche valenze culturali ed ambientali per il territorio della provincia.

6. Prescrizioni per i PS
I P.S. e gli altri strumenti di pianificazione del territorio perseguono gli obiettivi definiti dal PTC per il sistema territoriale funzionale, verificando e specificando gli elementi della tavola P10. Spetta inoltre agli strumenti urbanistici comunali la definizione di regole volte al rafforzamento della rete fruitiva e turistica dei propri territori, con particolare riferimento ai punti di interfaccia e di connessione con gli altri territori comunali, in relazione alla accessibilità pedonale, ciclabile ed equestre ai diversi siti, manufatti e servizi.

7. In particolare i PS e agli altri strumenti comunali valutano, anche ai sensi dell'art. 32 LR 5/95, i propri indirizzi e prescrizioni rispetto alla capacità dei medesimi di:

8. Azioni e comportamenti dell'amministrazione provinciale
I piani e programmi di settore provinciale -ed in particolare gli atti di programmazione provinciali per il trasporto pubblico e per il turismo, il Piano di sviluppo rurale locale - dovranno infine:

9. Gli obiettivi e le prescrizioni di cui ai precedenti commi contribuiscono inoltre, in rapporto al loro recepimento nella programmazione comunale e provinciale, alla promozione, attivazione ed implementazione degli interventi necessari atti alla realizzazione dei Progetti integrati (Allegato n. 7 alle presenti norme):

Art. 13 Il sistema territoriale funzionale "Tessile-moda"

1. Il PTC individua, nell'ambito dei sistemi territoriali locali legati al distretto tessile, le principali risorse culturali e socio economiche ad esso connesse, i principali comparti produttivi, le strutture di servizio e di supporto, che li integrano e li diversificano, il patrimonio territoriale costituito dalla rete delle diverse infrastrutture e dagli edifici produttivi, compreso quelli di valore storico testimoniale, l'insieme delle relazioni funzionali esistenti o potenziali fra questi elementi e costituisce il Sistema territoriale funzionale "Tessile-moda".

2. Obiettivi specifici del PTC per tale sistema nella sua dimensione e rilevanza territoriale sono quelli di:

3. Elementi costitutivi
Il PTC sintetizza nella Tav. P/11 Il Sistema territoriale Funzionale "Tessile-Moda", la classificazione funzionale degli elementi, leprincipali reti per la mobilità, e individua i principali poli di e precisamente:

  1. a) le aree produttive "forti", di rilievo sovracomunale ed ecologicamente attrezzabili;
  2. b) aree produttive in trasformazione, siano queste di valore storico e no;
  3. c) i manufatti storici della produzione;
  4. d) le aree e le principali attrezzature di servizio al sistema (aree congressuali, espositive, centri per l'innovazione, luoghi per la formazione professionale, luoghi per la valorizzazione culturale del distretto e strutture ricettive per il turismo d'affari, ecc.) e i principali servizi formativi e culturali (università, musei);
  5. e) le aree e le infrastrutture per la mobilità e la logistica funzionali al sistema funzionale stesso.

4. Il PTC, nell'ambito della disciplina relativa alla risorsa "Le città e gli insediamenti urbani", "La rete delle infrastrutture per la mobilità" e nel sistema funzionale territoriale "Mobilità", individua le diverse tipologie di insediamenti produttivi e specifica i criteri per lariqualificazione urbanistica, funzionale ed ambientale delle stesse, comprese quelle inserite nel presente articolo, individua inoltre l'accessibilità ai poli insediativi e produttivi principali del territorio, perseguendo dove possibile, la separazione dei flussi di merci e persone, individuando per le aree produttive idonei collegamenti alla rete stradale primaria, regionale e nazionale.

5. I PS comunali e gi altri strumenti di pianificazione del territorio, attraverso le loro diverse articolazioni e modalità gestionali, dovranno valutare che scelte progettuali e modalità attuative soddisfino i seguenti criteri:

6. Azioni e comportamenti dell'amministrazione provinciale.
La Provincia tramite le proprie specifiche competenze concorre a:

Art. 14 Il sistema territoriale funzionale "Mobilità"

1. Il PTC individua negli elementi che forniscono il necessario supporto fisico e tecnologico alle esigenze della mobilità, nei servizi, costituiti dall'insieme delle attività finalizzate a garantire gli spostamenti di persone e di merci tra le diverse località, e nei nodi infrastrutturali, costituiti dai luoghi d'interesse rilevanti, oggetto degli interventi puntuali per il miglioramento dell'efficienza del sistema stesso, il sistema funzionale "Mobilità", organizzato su tre livelli funzionali fra loro integrati.

2. Il primo livello funzionale riguarda il sistema delle connessioni d'area vasta e il sistema interno dei principali tracciati infrastrutturali di rilevanza intercomunale, e comprende i corridoi autostradali e stradali principali, le metropolitane, le strutture di servizio per la logistica e i principali nodi intermodali. Il PTC attribuisce al primo livello una funzione portante, con le reti stradali specializzate nel traffico motorizzato. Gli obiettivi del primo livello sono:

3. Il secondo livello funzionale riguarda il sistema interno e la percorribilità dei tre STL, di supporto alle attività e di valorizzazione dei sistemi economici locali, anche in relazione alle nuove funzioni territoriali individuate dallo scenario strategico del PTC (Tav. P/O2 "Scenario territoriale di progetto"). Gli obiettivi del secondo livello sono:

4. Il terzo livello funzionale riguarda quello dell'accessibilità locale alternativa all'automobile, orientato alla fruizione del patrimonio territoriale e ambientale con modalità leggere e lente, costituito da percorsi pedonali, tracciati storici, corridoi naturalistici, sentieri, piste ciclabili, ippovie. Gli obiettivi del per il terzo livello sono:

5. La tavola P/12 individua, in corrispondenza degli obiettivi di cui ai punti precedenti, i diversi elementi territoriali che costituiscono il sistema, sia per i tracciati esistenti, sia per quelli di nuova previsione e individua i principali nodi di scambio modale e le reti per la riorganizzazione del trasporto pubblico:

6. I PS e gli altri strumenti comunali del governo del territorio specificano e dettagliano gli obiettivi del sistema territoriale funzionale mobilità. I PS, attraverso la loro articolazione funzionale e le varie discipline relative alle diverse parti del territorio, dovranno operare allo scopo di raggiungere una integrazione tra pianificazione della mobilità e pianificazione territoriale ed urbanistica e dovranno valutare che le scelte progettuali individuate soddisfino i seguenti criteri:

7. Ai fini del conseguimento degli obiettivi di cui al comma 3, Il PTC identifica alcuni corridoi di potenziale interesse per la graduale estensione, in sede propria, del sistema di trasporto pubblico urbano dell'area pratese. I tracciati devono essere considerati di massima e i Comuni di Montemurlo e di Prato potranno integrarli o modificarli sulla base di più approfonditi studi. Ogni intervento previsto dai piani strutturali lungo tali corridoi dovrà garantire il mantenimento di una fascia di territorio libero, della larghezza di 10 m, formante una direttrice anche curvilinea, con raggi non inferiori ai 35 m. In particolare in corrispondenza degli insediamenti residenziali di rilevante dimensione, i piani strutturali dovranno prevedere apposite aree per la predisposizione delle fermate, opportunamente raccordate alla rete di itinerari pedonali e ciclabili esistente o prevista.

8. I piani di settore provinciale e gli accordi di programma fra i diversi enti territoriali, potranno approfondire e motivatamente ridefinire l'organizzazione dei livelli funzionali, nel rispetto degli obiettivi generali del presente piano e di quelli specifici del sistema.